"Ciao, sono Marcello"
"Ciao Marcello"
"Anche io lavoro in un albergo, e come tutti voi lavorerò durante questa Pasqua"
Mi piace pensare che sia un pò come per gli alcolisti anonimi: seduti in cerchio, ognuno si alza, al suo turno, e dichiara il suo problema.
L'altro giorno leggevo, su una delle pagine facebook dedicata a noi che lavoriamo in hotel, della solita, continua, trita e mai doma polemica su noi che lavoriamo durante le festività.
Questa Pasqua lavorerò. Qualche collega avrà libero mentre io, con altri, sarò in turno. E' la vita che mi sono scelto (o che mi ha scelto, dipende dai punti di vista) e non mi lamento troppo, in fondo. Me la canto e me la suono da solo. Ho uno stipendio, ho delle responsabilità, faccio fare fatturato all'azienda, a volte commetto degli errori. E' una ruota che gira, un ingranaggio non perfettissimo, ma funzionale. La possibilità di farmi una festività a casa l'ho avuta anche io, e spero di averne altre alla prossima occasione. Nella mia situazione ci sono molte altre categorie: medici ed infermieri negli ospedali costretti a cercare di salvare la vita di chi pensava che ingurgitare smodate quantità di alcolici ed imitare Vettel sulla tangenziale fosse un'ottima combinazione per ottenere divertimento, forze dell'ordine che passano il tempo a ricercare nelle campagne simpatici tizi la cui unica passione della vita è il terminare quelle degli altri, militari che lanciano bombe potentissime dietro l'ordine che un tizio coi capelli arancioni emana tra un par 5 e l'altro, autisti, macchinisti, gente di fatica (come urlava Totò in un suo film), piloti ed assistenti di volo che trasportano grassi e bolsi cinquantenni a trovare ragazzette di 18 anni appena compiuti su rilassanti ed incantevoli spiagge esotiche; bigliettai e macchinisti cinematografici (questa settimana è morta una persona che lavorava in un cinema, lo conoscevo da quasi 30 anni ed aveva poco più della mia età) e tante altre categorie che ora non cito e mi scuso preventivamente.
Ultimamente pare si siano aggiunti quelli che lavorano nei supermercati: cassieri e quelli che riforniscono gli scaffali da cui noialtri prendiamo i prodotti con cui riempiamo carrelli che, a pieno carico, necessitano del rimorchiatore che trainò la Costa Concordia dal Giglio fino a Genova.
Benchè sia un lavoratore alberghiero e quindi non mi faccia problemi a farmi turni nei festivi ed il fine settimana (costringendo me & moglie a parcheggiare le figlie dai nonni perchè anche lei lavora in albergo), rimango sempre molto perplesso sulle motivazioni che si elucubrano riguardo alle aperture domenicali e/o festive dei centri commerciali. A parte che un albergo rimane un luogo di relax e distensione, sarebbe preferibile che i festivi la gente li passasse a giro per città o campagne, che chiusi in un luoghi zeppi di altra gente a spendere soldi in roba che non gli cambierà la vita. Mi piacerebbe che la domenica rimanesse un'eccezionalità (e maggiormente retribuita, soprattutto), anche perchè non mando giù il fatto che supermercati si ma dentisti, avvocati e notai (tanto per dirne qualcuno) no. E se io volessi fare un rogito la domenica? Od una detartrasi a mezzanotte e mezza? Ma andiamo oltre: perchè non tenere aperto tutto sempre? Uffici comunali (lo so, fa morir dal ridere, ma ci pensate l'anagrafe aperta sempre? Andrei a farmi la carta d'identità alle 2 del mattino solo per stringere la mano all'impiegata/o che si fa il turno 23-7), le scuole 24 ore su 24 in modo da poter scegliere quando mandarci le figlie ("ragazze, questa settimana vi fate dalle 2 alle 9 del mattino, mensa alle 5"), per non parlare di comuni, regione, ministeri e parlamento, quest'ultimo vuoto anche quando dovrebbero esserci tutti. Ma non andiamo oltre, che si apre un vespaio di polemiche senza fine.
A me piace pensare che alberghi, ospedali, questure, ferrovie, aeroporti, cinema ed altri specifici luoghi rimangano un'eccezionalità. Un caso a parte. Mentre tutto il resto prosegue nel solco del rito festivo. Perchè noi umani, e la società, abbiamo bisogno di questi riti (per quanto, da non credente, me ne freghi altamente dell'evento religioso in sè).
Invece in tanti pretendono che anche i supermercati entrino a far parte dei posti sempre aperti. Non riesco a togliermi dalla testa la canzoncina: produci, consuma, crepa. Se i centri commerciali restano sempre più aperti per i festivi, è perchè la gente ci va. Ed un popolo che va a fare spese la domenica non è un popolo che ha necessità dell'insalata. E' un popolo malato di shopping compulsivo. Anzi, l'insalata ha un senso. Pure i libri.
Vestiario e telefonini, no.
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