Viene fuori proprio d’impulso.
Perché uno dice: ok, siamo figli del nostro tempo. Io
assorbivo il mio tempo consumando audiocassette degli AC/DC e di Jeff Healey,
così come da giovani, la mi mamma e i’mi babbo ascoltavano Mina, od i New
Trolls, e non capivano il mio amore appassionato per quella chitarra con
distorsore boss sparato all’ennesima potenza. Ma sopportavano, pazienti, le mie
manie. I miei strambi -per loro- gusti musicali.
Ora tocca al sottoscritto. E’ una ruota che gira.
Così ieri ho passato un pomeriggio piovoso in casa con la
Camilla che cantava, a squarciagola, tutta Break Free.
No, non I
want to break free dei Queen. Magari. Sarei l’essere più felice di
questo quadrante stellare. Purtroppo è quella di Ariana Grande. Che per me, tra
lei e Freddie, passa la stessa differenza che c’è tra il Monopoli ed un qualsiasi
gioco di Rosenberg: un abisso profondo ed incolmabile.
E la domanda è: ma perché non m’è venuta stonata? Almeno non
faceva il corso di canto e se ne stava zitta consapevole di un’incapacità di
ugula palese ed evidente. Invece no. E’ pure brava. E tanto. E canta in
continuazione. Perciò, come facevano i miei con me, sopporto.
Ma al peggio non c’è mai fine.
Dopo cena.
La Cami in camera con la madre per ripassare storia dell’arte.
Io in salotto con la Gaia, sparapanzati sul divano, prima che esca per recarmi
all’ultimo turno di notte di questa settimana. Ad un certo punto lei estrae una
gigantografia.
-Questo è il poster di Ariana Grande, che vi ho comprato l’altro
giorno-
-Si-
-Te non la canti Ariana al corso della Lui?-
-No, la Cami è Ariana. Io no-
-E tu chi vuoi essere?-
Mi guarda come se avessi fatto una domanda stupidissima, e
se ne esce fuori, a 350 decibel, così:
-FRANCESCO GABBANI!!!!-
Dopo di che, parte in quarta a cantare tutta quella
canzoncina. Perché la conosce a memoria. Ed ha anche una voce più squillante della
sorella maggiore. E m’è rimasta in testa tutta la notte. Movimentavo
prenotazioni a destra e manca con la mente che rimbombava di filosofia zen e
panta rei.
Sopprimetemi. Vi autorizzo.
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