Viviamo
in un mondo libero.
Nessuno
ci chiederà mai le ragioni per cui effettuiamo le nostre scelte.
Sono nostre, personali, a volte intime, e possono essere palesi o
segrete. E se qualcuno ce lo chiede, non ha il diritto ad una
risposta.
E
però, io sono un maledetto curiosone, e le domande me le pongo.
Turno
di notte.
Ci
sono tre cose da fare ed una da NON fare, quando si entra in turno.
La cosa da NON fare è chiedere, al collega, come va. Perchè sappiamo già la risposta: male, perchè ho passato 8 ore di lavoro di bancone con appena una pausa bagno e due per bere dell'acqua, il resto è stato un continuo di lavoro, con clienti che arrivano, partono se era un turno di mattina, chiamate di richiesta di disponibilità, quelli che chiedono cosa c'è da vedere a Firenze e prenotare tour, ingressi agli Uffizi, ristoranti. Quindi male perchè sono stanco morto. Ma al contempo bene, perchè ora che sei arrivato te, caro collega, ti dò le consegne e me la filo a casa a warp 9.
La cosa da NON fare è chiedere, al collega, come va. Perchè sappiamo già la risposta: male, perchè ho passato 8 ore di lavoro di bancone con appena una pausa bagno e due per bere dell'acqua, il resto è stato un continuo di lavoro, con clienti che arrivano, partono se era un turno di mattina, chiamate di richiesta di disponibilità, quelli che chiedono cosa c'è da vedere a Firenze e prenotare tour, ingressi agli Uffizi, ristoranti. Quindi male perchè sono stanco morto. Ma al contempo bene, perchè ora che sei arrivato te, caro collega, ti dò le consegne e me la filo a casa a warp 9.
Le
tre cose da fare sono:
timbrare
l'ingresso
prendere
le consegne al collega che stacca
controllare
disponibilità e prezzi.
Perchè
prima ancora di cominciare il vero lavoro del turno, di giorno o di
notte che sia, verifico la quantità di camere libere e la tariffa
che abbiamo. Dopo di chè, come concordato con il direttore alle
vendite, abbasso un po' la tariffa. Perchè
attacco alle 23 e per quell'ora di lavoro cerchiamo comunque di
vendere il rimanente. Anche a poco, ma vendere. Ed un buon prezzo può
invogliare chi si trova, per qualsiasi motivo, a dover passare una
notte nel centro di Firenze.
Il
periodo comunque aiuta: solo una camera libera, ed a prezzi
sostenuti. Anche un paio di gradini di tariffa in meno è comunque
una cifra di tutto rispetto. Se “entra”, come si diciamo noi in
questi casi, anche tolte le spese “vive” (luce, acqua, cibo delle
colazioni, eccetera) c'è il suo guadagno. Tutto fieno in cascina.
Ed
a mezzanotte, eccola che entra: prenotazione di una camera doppia,
una notte. Anche per stanotte l'albergo è al completo, la ditta può
essere fiera dell'ottimo lavoro svolto dai suoi dipendenti. La stampo
da gestionale in 3 secondi ed eccola lì, bella come il sole, tra le
mie manine. Oltretutto, dal sito internet che l'ha venduta, arriva
addirittura la “carta virtuale”. Perchè la maggior parte delle
volte, quando qualcuno acquista una camera su internet, ci arriva la
carta di credito di costui. E tocca a noi portieri verificare che sia
valida e carica del denaro necessario a pagare la camera prendendo
una preautorizzazione sulla stessa. Se, come purtroppo spesso accade,
la carta è farlocca o non contiene il denaro, occorre segnalarla sul
sito internet, ed eventualmente cancellare la prenotazione in modo da
rimettere in vendita la camera. Il sito internet queste cose non le
fa, per lui la camera è venduta, ed a fine mese ci presenterà il
conto della commissione, se non gli diciamo noi che la carta è
farlocca.
In
questo caso invece no. Il cliente ha scelto una forma di pagamento
diversa e, per noi portieri, splendida: ha scelto di pagare al sito
internet, ed il sito internet questo fa: prende il pagamento dalla
carta e poi gira a noi la prenotazione con una carta di credito
virtuale carica dell'importo. Quindi si può star certi che il
pagamento c'è ed è garantito al 100%. Se il cliente avesse avuto la
carta farlocca, il sito internet non avrebbe potuto prendere soldi, e
quindi avrebbe respinto la prenotazione.
A
questo punto non devo fare altro che trascrivere, sulla lista arrivi
del giorno, la nuova prenotazione. Poi, semplicemente, attendere che
il tipo si palesi, mi presenti il documento per la registrazione sul
nostro gestionale, si ricordi che alla partenza ci deve dare la tassa
di soggiorno (che il magnifico comune di Firenze ha stabilito essere
di 1 fiorin... ehm... 3,50 eurini) ed a quel punto gli consegnerò la
chiave affinchè possa salire su e dormire, lavarsi, insomma, quel
che gli pare. Basta non dia fuoco alle suppellettili. E non faccia
chiasso tale da svegliare i clienti delle camere accanto.
Solo
che, per tutta la notte, non si presenta nessuno.
Io
proseguo, come è ovvio, nel mio lavoro notturno: stampe, riepiloghi,
chiusura giornaliera, sospesi, scannerizzazioni, preautorizzazioni...
tutto il cucuzzaro. Ma alle 6 del mattino, a parte i colleghi del
reparto colazioni ed i fornitori, non è arrivato nessun cliente.
Riprendo
la prenotazione tra le mani e rileggo le date: si, sono quelle
giuste: arrivo ieri giorno x, partenza oggi giorno x+1. Poso la
prenotazione. La riprendo. Rileggo. La ripongo. La riprendo
nuovamente. Tutto bene, le date sono quelle. Non sono rimbecillito di
colpo, fattore che, conoscendomi, non posso assolutamente escludere.
Ok,
bando alle perplessità: ho una prenotazione con carta di credito
virtuale, e tutto quel che mi sento di fare è andare di addebito. E'
sempre possibile che qualcuno si presenti a reclamare la camera entro
poco. E' comunque sua fino alle 12, orario del check-out. Nel
frattempo, per far risparmiare tempo alla collega che mi darà il
cambio, prendo il pos, digito i 16 numeri, la scadenza e l'importo. E
trattandosi di una carta di credito virtuale, caricata per
quell'importo esatto e preciso al centesimo, la transazione non dà
nessun problema.
Alle
7 arriva la collega e, tra le altre consegne, gli spiego anche
questa: prenotazione, cedolino pos e nient'altro. Ok, staremo a
vedere. Il timore, palese ed evidente, è che costui abbia
completamente scazzato i giorni e prenotato ieri. Ma in realtà si
presenti oggi pensando di avere una camera. Non voglio essere al
posto della collega non appena costui dovesse arrivare e pretendere
una camera che in realtà non ha, quasi certamente lanciandosi in
strali tipo “non è colpa mia ma del sito internet” come se un
sito internet potesse prendere vita e modificare le date. O, peggio
ancora, che è colpa nostra. Usare internet per prenotare è bello e
comodo, ma occorre saperlo fare; la gente invece ci va dentro con
enorme leggerezza finendo spesso per gettare soldi. E non è mai
facile ammettere di aver sbagliato ed aver sprecato il proprio
denaro, così cerca capri espiatori. Che, puntualmente, siamo noi
portieri. Faccio i miei migliori in bocca al lupo alla povera collega
mentre lei mi augura, benchè siano le 7 del mattino, la buonanotte,
e filo a casa a dormire saporitamente.
Ore
22.45
Arrivo
in albergo per un secondo turno di notte. Come ho detto all'inizio,
non pongo nessuna domanda alla collega in turno, che noi chiamiamo
signorina Rottelmeier, la quale appare stravolta come dopo un'intera
giornata passata a correre dietro ad Adelaide per tutta Francoforte.
Filo nel retro a timbrare, mi aggiusto la cravatta, rapida occhiata
alla posta per sapere quante prenotazioni dovrò stampare stanotte
(una quantità industriale, come sempre in alta stagione) e quindi
vado al banco a farmi dare le consegne e mandarla a casa. Poco prima
che se ne vada a godersi il meritato riposo, una rapida domanda sulla
misteriosa prenotazione della sera prima:
-Si,
ho capito di cosa parli. No, non si è visto nessuno. La collega del
giorno, alle 12, ha emesso la ricevuta come “no show”. Un
mistero-
E
così è rimasta, appunto, la strana questione di sapere perchè
qualcuno, su questo pianeta, si sia preso la briga di spendere tempo
e soldi per prenotare una camera ed un servizio di cui mai usufruirà.
Lo
so, voi potete giustamente farmi la ramanzina alla senatore Razzi:
“fatti li cazzi tui!” in puro accento abruzzese, ma come ho detto
all'inizio, sono un maledetto curiosone.
Così ho estrapolato alcune
ipotesi:
-il
cliente ha sbagliato le date. Magari si presenta nei prossimi giorni,
od il mese prossimo, seriamente convinto di aver fatto giusto. Come
ho detto prima, spero di non essere presente quando ciò accadrà;
-il
cliente è convinto di aver prenotato presso un'altra struttura con
il nostro stesso nome ma in una località diversa. Esistono, ho
controllato. Sito internet gli fa apparire noi invece che l'Hotel
***** di Milano, o Canicattì, ma quello se n'è fregato di
controllare attentamente ed è andato avanti nella prenotazione per
poi presentarsi nella struttura adducendo che “ho una
prenotazione”, e darsi all'ira più invereconda quando il collega
di tale struttura gli riferisce che “ma, veramente, qui non risulta
nessuna prenotazione a suo nome”. Ovvio. Ha prenotato dove sono io,
non dove sei te. Caro collega, ti sono vicino.
-il
cliente ha prenotato da noi ma poi, quando ha voluto verificare le
indicazioni stradali per raggiungerci, ha cliccato sul quartiere di
Firenze in cui ci troviamo: San Lorenzo. Il problema è che google è
tarato da fare schifo e se fai così, lui ti manda a Borgo San
Lorenzo, omonimo comune del Mugello, una trentina di chilometri da
Firenze. Una volta successe ad un cinese che aveva prenotato da noi:
mi chiamò investendomi di improperi che imbrogliavamo, scrivendo sul
sito che eravamo a Firenze ma in realtà stavamo altrove. Mi ci volle
un monte di pazienza per farglielo capire mentre me ne diceva di
tutti i colori che, se la cittadinanza dovesse basarsi sulla quantità
di parolacce che si conoscono, come minimo lo facevano presidente
della Repubblica. Realizzò solo quando fu davanti a me e gli feci
vedere che era google a sbagliare. Non se ne capacitava. Quindi anche
costui potrebbe essersi sbagliato, aver cliccato sul quartiere e
seguito pidessiquamente le indicazioni andando fino in Mugello.
Ipotesi difficile, visto che, almeno un paio di domande, mentre
viaggiava verso l'uscita di Barberino, dovrebbe essersele poste.
Poteva telefonarmi, visto che il numero dell'albergo, una volta
prenotato, appare in tutto il suo splendore. Ma forse era un tipo
particolarmente timido. O particolarmente convinto delle certezze di
google. Spero che la visita di Borgo San Lorenzo by night sia stata
interessante.
-E'
uno a cui non interessa sprecare soldi. Può essere. Può essere
benissimo. Ci sono stati alcuni concerti, alle Cascine, di gruppi
musicali abbastanza noti. Forse costui è andato lì a godersi la
serata musicale ed ha pensato “faccio tardi, non ci sono treni per
il ritorno a casa, prenoto in albergo e dormo, domani mattina torno”.
Poi, finito il concerto, passa dalla stazione e vede che, anche
all'una di notte, un treno c'è. E lo prende al volo. E pazienza per
la prenotazione. Io, ormai che c'ero, avrei sfruttato i soldi spesi e
passato la notte in albergo.
-l'ipotesi
peggiore: il tipo conosce una tipa. Sembra simpatica, sbarazzina,
socievole. Sembra starci. Prende il telefono e prenota. Dai, andiamo
a passare la serata in albergo. Ci divertiamo. Ed invece lei,
all'ultimo momento, si tira indietro. Lui si incacchia e se ne torna
a casa, furioso per aver gettato i soldi. Per aver frainteso, od aver
creduto, che lei fosse disponibile.
Ma
alla fin fine, qualsiasi sia la motivazione, costui ha pagato. Pagato
per un servizio di cui non ha mai usufruito (a meno che non abbia una
DeLorean con flusso canalizzatore) e quindi ci ha dato soldi gratis.
Che serviranno per il fatturato dell'azienda ed i nostri mutui.
l'unica
cosa che mi sento di dirgli è “Addio. E grazie di tutto il pesce”
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