lunedì 12 luglio 2021

 Sono un portiere d'albergo ma, in una vita passata, ero quell'altro tipo di portiere.

Nella mia carriera calcettistica, vanto due finali.

Una vinta. Una, aimè, perduta.

Di quella vinta parlai parecchi anni fa. Oggi è il momento della sconfitta. La squadra era la stessa: il Coverciano '88.

Campionato a 16 squadre con partite di andata e ritorno. In realtà si svolgono sempre nel solito campetto. Nel mondo amatoriale è così, non è che ogni compagine ha il suo campo di casa. Giochiamo nello stesso posto, 3 partite a sera, 3 coppie di squadre che si alternano cominciando alle 20 e finendo praticamente a mezzanotte. E' un modo per capire quando siamo verso la fine della partita: quando vedi arrivare, nei pressi del campo di gioco, le squadre che dovranno affrontarsi nella partita successiva, sai che manca poco alla fine del tuo incontro. E' tipo un'industria, una catena di montaggio.

Il campionato è una specie di passerella grandiosa perchè le vinciamo praticamente tutte. Un rullo compressore. Una macchina schiacciasassi.

Nel calcio a 5 è molto facile prendere un paio di gol a partita, anche quando vinci. Quella stagione invece ci sono incontri dove non prendo neanche un gol. Eravamo tutti in una specie di stato di grazia. Per certi versi quella serie di vittorie era quasi imbarazzante, con un divario pazzesco, tanto che le altre compagini cominciavano a "scansarsi": entravano in campo dando già per persa la partita e quindi impegnandosi poco. Ancora oggi non so perchè di quella prepotenza calcistica. Venivamo da campionati più impegnativi ma per quella stagione decidemmo di iscriverci a questo di una nuova associazione, quindi le altre squadre non erano tutta questa forza. Di solito le buone squadre si iscrivevano alla Uips o simili. E poi noi eravamo tutti 28enni, quindi nel pieno della capacità agonistica e allo stesso tempo abbastanza scafati nell'arte pallonara.

Le vinciamo tutte tranne due pareggi, contro quella arrivata seconda. 

Arriviamo ai Play off e alla finale. Proprio contro la seconda.

Sono passati venti anni, quindi non ho ricordi precisi del punteggio. Il "Gianca", che ha sempre tenuto tutti i dati, ha il risultato finale con tanto di marcatori, ma io sono privo della fonte scritta e devo andare di memoria. Alla fine del primo tempo eravamo in pareggio, mi pare 1-1. Poi nel secondo crollammo di schianto e ne prendemmo un paio. Ricordo però che prima parai un rigore. Cosa per me rarissima, sono sempre stato scarsissimo sui rigori, la mia specialità erano le uscite. Ma nel secondo tempo feci anche un bell'errore clamoroso, con un'uscita a vuoto. Di quelle che il portiere "va a caccia di farfalle". E se lo chiedete si, mi è successo tante volte, in carriera.

E vabbè, andò così. I nostri avversari furono bravi e meritarono. Certo, dopo un campionato trionfale ci eravamo fatti un'altra idea, ma la palla è rotonda. Te la fai andar bene. Stacce.

E però, malgrado la sconfitta in finale, eravamo ancora la squadra che aveva subito meno gol dell'intero torneo. E quindi venimmo premiati con la targa "miglior difesa". Che gli altri della squadra hanno consegnato a me, il portiere. E che ora fa bella mostra di sè sulla mia libreria.

Ed effettivamente, con un ricordo così, stacce si, ma ci si sta decisamente meglio.




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