martedì 29 novembre 2022

Sto scrivendo di getto, mi tremano ancora le mani. Ma farò un po' di spoiler: finisce bene.

È appena passata la mezzanotte quando entra una bella ragazza, elegante e curata. Sorride e in inglese chiede, rapida e diretta, se c’è disponibilità.

Rispondo affermativamente sparando anche una discreta cifra -lì per lì non ci penso molto, vuole una camera e la vendo alla quantità indicatami dalla direzione, che mi dà comunque la possibilità di abbassare un po', senza esagerare, ma preferisco attenermi scrupolosamente agli ordini- quando improvvisamente si ritrae in un angolo, tra muro e bancone, iniziando a piagnucolare e dire “No, no!”

Perché è entrato lui.

Dire che ero come congelato è poco, neanche un pietrificus lanciato da Hermione in persona mi avrebbe paralizzato come in quel momento. Neanche Han Solo nella carbonite. Lei invece è totalmente nel panico.

Lui, fortunatamente, non appare violento. Si tiene comunque a distanza e le parla nella sua lingua, che non capisco. È come se la implorasse, ma mi appare chiaro che lei, proprio, non ne vuole sapere. Giustamente.

Prima che mi riprenda, lei si incammina verso il bar dell’albergo, e lui la segue. A quel punto decido di fare qualcosa e seguo lui invitandolo a fermarsi -gli parlo in inglese, ovviamente-

E qui succede qualcosa che mi manda, letteralmente, ancora più in confusione.

Lei gira attorno a un tavolino, tenendosi bene a distanza da lui, e si piazza dietro di me.

Ancora adesso non riesco a decifrare i sentimenti che mi pervadevano. Da una parte mi sento quasi onorato, dall’essere promosso a scudiero, dall’altra non mi sento affatto pronto a tale responsabilità. Non sono mai stato un tipo violento. Anche se lui non è affatto lucido, potrebbe sopraffarmi con un solo dito. Ma per fortuna non lo fa.

Prendo coraggio e, mostrandomi gentile, lo invito a uscire perché devo chiudere e qui ci possono stare solo i clienti. Lui tentenna, prende il telefono affermando che deve telefonare, ma rimango fermo: per favore, esca.

Per fortuna la capisce. Si avvia mesto e, una volta uscito, chiudo a chiave. Anche se mi tocca riaprire perché rientra un gruppo di nostri connazionali che chiacchiera amabilmente nell’ingresso, ignari del dramma.

Quando finalmente costoro se ne salgono su, posso richiudere e avviarmi dalla ragazza, che ha atteso paziente vicino all’ascensore, in un punto invisibile dall’ingresso.

Come gli comunico che lui è chiuso fuori, lei mi smolla il passaporto, diverse banconote e ben due carte di credito. Accetto solo le banconote -e non m’importa se l’importo è più basso di quello che le avevo comunicato il primo momento- e fotocopio il passaporto per la registrazione. Poi, come le rendo il documento, lei mi si avvicina, mi mette la testa sul petto e mi abbraccia.

Terzo momento di congelamento. Si, perché questo gesto d’affetto mi mette profondamente in imbarazzo e non mi sento affatto un estremo difensore -a parte quando giocavo a calcetto- ma che lei sente di dover esprimere. Probabilmente come momento di sfogo, dopo quello di tensione.

Se ne va in camera decisamente più serena dopo avermi detto, quasi a giustificare lui, che beve troppo. Eppure sono di un paese e una religione che vieta in maniera più assoluta l’alcool. Ma tant'è, qui possono scegliere. Molto male, come scelta.

La notte prosegue tranquilla, poi, alle 7, comunico l'episodio ai colleghi del mattino, prima di staccare. Nel pomeriggio ricevo il messaggio della collega: il marito è stato tutta la mattina fuori dall'albergo, palesemente a sorvegliare. Ma lei era riuscita a sgattaiolare via presto.

Non so se ci sono mestieri a cui possono capitare episodi del genere, oltre a questo mio di portiere, in cui ci si trova in queste situazioni. Credo sia proprio qualcosa di esclusivo di noi alberghieri.

Comunque, posso solo sperare che lei ora sia libera e al sicuro.

E non è che possa fare tanto di più.

giovedì 17 novembre 2022

Rinvanghiamo un vecchio classico. Qualche anno prima del malefico virus.

Telefono:

-Hotel xxxxxxxx buonasera, come posso aiutarla?-

-Seeeeenta.... so che per il giorno x avete una camera matrimoniale al prezzo di yz €, me lo conferma?-

-Un attimo in linea che controllo subito- Rapida occhiata al gestionale e visione della tariffa.

-Si, le confermo che il prezzo è giusto. Sa che la tariffa non comprende la tassa di soggiorno?-

-Si si, vabbeeeè.... ma io nell'albergo yyyyyyy ho trovato una tariffa più bassa-

E stica**i?

Rapidamente vado in rete e controllo l'albergo yyyyyyy. E' una pensioncina a 500 metri da qui.

-Ehm... signore... è una pensione di categoria più bassa. Non posso applicare quella tariffa. Noi siamo una categoria più alta, abbiamo servizi migliori.-

-Ehhhhhh.... che sarà mai..... quella gran differenza.... su, mi faccia lo stesso prezzo...-

-Mi spiace, ma non è possibile, non applichiamo quelle tariffe-

-OOOOOH, QUANTE STORIE! LEI NON E' AFFATTO PROFESSIONALE! FACENDO COSI' PERDE UN CLIENTE!-

-Signore, non c'è bisogno di arrabbiarsi. Quella non è la nostra tariffa, non posso fargliela. Poi, mi scusi, sarà poco professionale, ma se vuole spendere di meno perchè non prenota là?-

…..

-Signore?-

-Perchè è distante dalla Fortezza da Basso-

Se mi alzi la palla, io schiaccio che Paola Egonu scansati proprio!

-Ehhh, che saranno mai 500 metri in più?-

Ragazzi, come s'incacchiò! Urlò che ero un incompetente, indegno di lavorare in un ricevimento alberghiero perchè lui “aveva girato il mondo e sa come si lavora in hotel”  

Pretese di parlare con il direttore all'istante, e poiché mi chiamò verso l'ora di cena di un mio turno pomeridiano, il direttore non c'era già più e lo rimbalzai al giorno dopo. Minacciò di parlare malissimo alla direzione perchè non gli applicavo la tariffa di una pensioncina d'infima categoria. Come se io andassi all'Enoteca Pinchiorri e volessi pagare quanto dal kebabbaro di via Faenza. 

Caro il mio signor xxxxx, anche se non leggerai mai il mio blog, sappi che io ti avrei mandato a soggiornare in Siberia. Vitto e alloggio gratis di svariati anni, minimo 5 massimo 20; attività ricreativa durante il giorno: miniera di carbone e battere il record di Stakanov. Ecco cosa ti meriteresti.


domenica 13 novembre 2022

 I clienti esuberanti sono qualcosa di speciale. Di divertente, nella loro ingenuità.

Coppia brasiliana sulla sessantina, lui è un omone grande e grosso con la faccia bonaria e la barba bianca, come il nuovo presidente -meno male per loro- che parla solo portoghese.

Arriva al banco con la classica espressione cordiale brasiliana “Eu, amigu!” a cui noi possiamo solo rispondere con il lei, doverosamente. La conversazione, in questi casi, è sempre infarcita di parole prese da tutte le lingue possibili, ma alla fine ci si capisce.

Capiamo che non riesce a ricaricare i cellulari in camera. Ah, questo preziosissimo strumento di comunicazione moderno, assolutamente indispensabile. Alessandro, che io ho ribattezzato Paul Giamatti per la somiglianza, mi chiede di salire su a controllare. Ok, andiamo con i clienti in camera.

Arrivati, mi faccio dare cellulare e caricabatterie. Il brasiliano si mette a sedere su una delle poltrone della camera -una suite non male- come a dire “voglio proprio vedere cosa combina questo italiano” mentre la moglie si mette silenziosa in disparte.

Attacco il caricabatterie alla presa del comodino ed effettivamente, non si carica. Provo anche a staccare il filo dal caricabatterie e collegare direttamente alla presa usb al muro. Niente neanche lì.

Le luci della camera però funzionano. E quindi? Proviamo a vedere direttamente il quadro elettrico della camera. E infatti noto subito che una levetta è abbassata. La alzo.

Voltiamo tutti la testa verso i cellulari che, potere dell’energia elettrica e degli elettroni, si sono accesi e messi in ricarica.

Il cliente sala su dalla poltrona, manco avesse appena vinto la sesta coppa del mondo, declamando “Magnifico, bravissimo!”

“Ma no, ho solo alzato la levetta”

“Te sei un genio! Bravo! Sei… Marconi! Guglielmo Marconi!”

Sorrido. Non credo che Marconi avesse molto a che fare con la semplice corrente elettrica -giusto quella pochina per far funzionare la sua radio- ma posso dire di essere contento per aver risolto il problema. Decisamente di più quando il brasiliano estrae delle banconote dalla tasca, prende un foglio grigio, poi ci ripensa e me ne dà uno rosa.

Che posso fare, se non ringraziare sentitamente e farmi stringere la mano che, come sempre, in questi casi, mi stritola frantumando tutti i metacarpi? Saluto, torno al bancone e deposito i 10 € nella busta delle mance. Alla via così.

Dopo una mezz’oretta l’amico brasiliano scende con la moglie per andare al bar, e indicandomi, parla con i miei colleghi della mia magistrale e superba abilità con l’energia elettrica ribadendo ancora il nome di Marconi. Poi fa:

“E l’altro, come si chiamava l’altro?”

“Alessandro Volta?”

“Si, lui! Volta! E poi anche Leonardo da Vinci!”

Dopo che è andato a bersi il suo aperitivo al bar, ridiamo pensando che Da Vinci non ha avuto proprio niente a che fare, con l’energia elettrica -anche se costruisce una locomotiva-

Bevuto il suo aperitivo, il brasiliano si avvicina al bancone e se ne esce così:

“Senti, Leonardo di Caprio -si, dice proprio così- voglio andare a questo ristorante”

“Lo chiamiamo subito”

E tutto contento, esce con la consorte per andare al posto appena prenotato.

A me sono venuti in mente tutti i meme possibili con Di Caprio, ma quando si trovano questi clienti ingenui ma felici di queste piccole cose, è sempre un bel lavorare.

E comunque, io sulla zatterina con Rose ci sarei salito.

sabato 5 novembre 2022

Le persone vanno avanti, ma questo spicchio di mondo a forma di stivale resta incredibilmente indietro.

Avevamo da poco riaperto e mi stupisco di avere una prenotazione con un nome cinese. Strano penso, perchè quel governaccio non lascia uscire neanche uno spillo, dal proprio paese, figuriamoci le persone. Immagino che questi clienti stiano già in Italia. 

E infatti mi si presentano due ragazze poco più che ventenni con carte d'identità italiane e, accanto al nome originario, l'immancabile nome italiano. I cinesi hanno questa cosa di darsi un nome occidentale, italiano in particolare, perchè per quanto possano essere forti economicamente e giustamente orgogliosi della loro cultura, sentono ancora forte l'attrazione per noi occidentali -vale anche per i coreani, la mia ex si chiamava Lucia-

Eseguo il check-in e poi, aperta la piantina e indicatogli dove si trova l'albergo, gli chiedo se sono mai state a Firenze.

-No, è la prima volta. Siamo cugine, io vivo a Pisa e lei a Milano. Io ci venni con la classe del liceo, ma non la ricordo. Quindi abbiamo deciso di trovarci e visitarla per due giorni-

E così mi prolungo un pò più del solito per dirgli dove si trovano i musei più importanti, con i loro orari e costi d'ingresso, raccomandandomi di prenotare perchè gli ingressi erano contingentati per la pandemia. E mi ringraziano sentitamente. Due belle ragazze, poco più grandi delle mie figlie, che parlano con un mix di mandarino, accento pisano e dialetto meneghino.

Non le rivedo per il resto del loro soggiorno, ma trovo il  questionario di gradimento compilato dalla milanese.

E niente, è così. Noi, come penisola siamo ancora indietro e ci ostiniamo a rifiutare lo Ius Scholae. Ora più che mai, con questo nuovo presidente.

Loro invece sono già molto, molto più avanti.

Grazie di esserci, ragazze  <3

ps. ho detto nuovo presidente, cioè al maschile, perchè sono tutti coniugati così, aggettivi o articoli. Presumo sia un uomo, no? Voglio dire, è la grammatica italiana, com'è possibile che dei sovranisti sbaglino così...

Ok, come non detto.....