Non voglio assolutamente fare retorica.
Non mi va di cercare il pelo nell'uovo, di essere puntiglioso, di evidenziare banalità. O forse si. E comunque, io faccio le riflessioni che mi pare. Aprire un blog e/o una pagina è gratuito, lo possono fare tutti.
L'altro giorno trovai il blog di un tizio. Uno dei tanti blog/pagine fb esistenti. Diceva qualcosa di, a mio parere, profondamente condivisibile: che tutti coloro che si lamentano di questa nazione e dei suoi perenni, assidui, continui problemi, dovrebbero stare zitti quando, ad esempio, aprono il rubinetto e fanno uscire acqua potabile: una cosa che la maggioranza degli abitanti del pianeta non può fare. Lo stesso blogger evidenziava come tutte queste lamentele, che finivano sempre e inevitabilmente con l'etichettare l'Italia come "paese di m..." vengono fatte tramite costosi telefonini. Da persone stravaccate su un divano e di fronte a una tv a schermo piatto.
E' vero, ha ragione. Ma credo comunque che le cose siano sempre relative.
Turno di mattina. Due clienti italiani in partenza.
Prima scende lei, abbigliata come l'ultima comparsa di Romanzo Criminale, che senza neanche dire buongiorno esce per fumare sulla soglia dell'albergo.
Poi arrivò il maschio alfa.
Posò i bagagli accanto al bancone e, indemoniato che Pazuzu scapperebbe scandalizzato, se ne uscì fuori così:
"Paese di m....!!!! Paese di m....!!!!!"
Sul banco, con rabbia, sbattè i palmi delle mani.
"Ma se io mi rifiuto di pagare questa tassa di soggiorno che succede? Mi mandano qui la polizia? E io non la pago, voglio proprio vedere!" con un'arroganza che non ritrovi neanche tweet di selfini.
Come dicevo, le cose sono sempre relative. Costui aveva soggiornato in un albergo nel centro di Firenze, pagando una fispola di camera perchè siamo a maggio, piena stagione turistica. Con uno sproposito di parcheggio perchè nel centro di una città vecchia di secoli, se vuoi la libertà del muoverti come ti pare, i pochi posti auto disponibili si pagano. Molto. Significa che aveva la disponibilità economica per permettersi tutto ciò. Che ha potuto prendersi i giorni liberi per muoversi attraverso questa penisola e soggiornare in una struttura ricettiva. E malgrado ciò, si lamentava di una tassa di soggiorno.
Ora, al di là del fatto che ci sono popoli, nel pianeta, che tutto ciò se lo sognano soltanto, sono ben altri gli italiani che potrebbero affermare, con ragione, che questo è un paese di m.
Nadia e Caterina, ad esempio.
Esattamente 30 anni, ad appena un paio di chilometri da dove scrivo e poco meno di 100 metri da dove lavoro, una bomba piazzata da italiani uccise queste due bambine, rispettivamente di 9 anni e 50 giorni.
Loro si, avrebbero tutte le ragioni di dire che questo è un paese di m. E così i loro genitori e lo studente 22enne che era in un altro appartamento del palazzo completamente distrutto dall'esplosione.
Ma questo
essere che avevo davanti, questa medaglia d'oro della lamentosità, ecco: lui
proprio no. Lui dovrebbe baciare il suolo del paese dove è nato e cresciuto,
tutti i giorni, e ringraziare. Perchè può permettersi un sacco di cose che
altri non possono fare.
E non parlo solo della mera disponibilità economica.
Spiegai, al minus haben, che la tassa la pagherebbe il portiere, cioè io. Perchè all'istat, a cui mandiamo giornalmente i dati delle presenze, non importa niente di quel che fa un cliente al check-out. In questo mese risultano tot clienti? L'istat richiede tot importo di tassa. E l'azienda, se mancano dei soldi, li chiede a chi era in turno quel giorno. In quel caso, io.
L'omuncolo rimase lì a bocca aperta, sorpreso, come se fosse la prima volta che sente parlare di responsabilità, di ripianare buchi di bilancio commessi da chi non paga le tasse, di doveri a cui non ci si può sottrarre. Potrei semplicemente bollare la cosa come "è il mio lavoro" ma è anche una questione di privilegi: in questo paese ce ne sono ancora tanti. E non sto dicendo che sia una cosa sbagliata: se ci sono persone che possono godere di privilegi, è anche perchè ci sono state donne e uomini, in passato, che hanno combattuto per questo.
Quindi lamentarsi per qualche euro di tassa quando c'è chi non ha neanche vissuto la sua vita lo trovo profondamente offensivo.
L'omuncolo tirò fuori i soldi e pagò la tassa, continuando a infarcire il discorso di "paese di m..." e altri termini che dimostrarono come questo, oramai, non sia più un paese cristiano. Io mi limitai a stampargli la ricevuta e dargli un arrivederci. Dopo di che, mi dedicai ai clienti successivi, che almeno erano americani sorridenti, felici di fare i turisti e consapevoli che, se c’è da pagare qualcosa, si paga.
Però ripeto: se avete tanto da lamentarvi di questo paese, stasera pensate a loro. All'una di stanotte saranno esattamente 30 anni dalla loro morte:
Fabrizio, 39 anni
Angela, 36 anni
Nadia, 9
anni
Caterina,
50 giorni
Dario, 22 anni
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