domenica 27 luglio 2014

C'è una cosa che accomuna tutti noi umani con qualsiasi altro elemento, animale, minerale e vegetale, di questo pianeta, anzi, di questo universo conosciuto.

La data di scadenza.

Perchè non vale solo per yogurt o quotidiani di satira, come diceva Michele Serra. Vale anche per tutti noi (e spero che quella di tutti noi sia il più in là possibile) e le cose che ci circondano.

Farò un esempio pratico:

Qualche mese fa ero in turno pomeridiano. Mentre mi accingevo ad arrivare all'albergo ero continuamente fermato da extracomunitari, in prevalenza indiani, che mi offrivano, alla modica cifra di 5 eurini, un mazzettino di mimosa, elegantemente avvolta in un cellophane trasparente con fiocchettino rosa allegato. Erano le 14.30 dell'8 Marzo.

Verso le 21, in un momento senza clienti al bancone, mi affaccio un attimo per aprire e far entrare un po' d'aria fresca, quando un altro indiano, lì sul marciapiede, si avvicina e mi offre anche lui un prodotto della festa delle donne: 1 euro. Approssimandosi la data di scadenza del prodotto, il suo costo subisce un crollo vertiginoso modello venerdì nero di wall street. Presumo che, all'uscita dall'albergo dopo il turno, verso le 23, avrei potuto trovarlo anche a 50 centesimi. Dopodichè alla mezzanotte l'invenduto avrebbe preso la via del cassonetto. Prodotto scaduto, fine della vendita.

Ora, chi legge il mio blog è in prevalenza un collega, cioè un albergatore, quindi uno che sa di cosa sto parlando. E confido nel fatto che chi non lo è capisca che una camera d'albergo ha la stessa data di scadenza delle mimose dell'8 Marzo: la mezzanotte. Magari il portiere di notte, se è fortunato e bravo, riesce anche a vendere una camera pure alle 4 del mattino a chi passa nottetempo, ma su internet, nelle varie piattaforme di vendita, il giorno finisce. Scaduto, stop, fine dei giochi; il prodotto (le camere invendute) è marcio e prende la via del cassonetto (virtuale). Si passa alla vendita del giorno successivo.

Ma il problema è che non tutti sono intelligenti come voi che leggete.

Certa gente non ci arriva proprio.

Telefono.

-Hotel xxxxxxxx buonasera, sono Marcello, come posso aiutarla?-

-Siiiii.... mmmhhhhh... ecco..... si, 'nsomma, se volemo fa un soggiorno a Firenze, che me sa dì er prezzo?-

Ora, voi capirete che una voce femminile, presumibilmente di mezza età, che esordisce così, non è proprio il massimo della clientela desiderata da un portiere. Mancano diversi e numerosi fattori fondamentali, in particolare:

-a) quante sono le persone che soggiornano;

-b) in che date volete soggiornare;

-c) un “buonasera”, elemento forse anche più gradito.

Ma il mutuo che grava sulle spalle di noi portieri esige che ci si comporti a modo per finalizzare la vendita, quindi cerco di sfruttare tutta la mia esperienza sul campo.

-Certamente signora. In che date volete venire a Firenze?-

-Dar 3 ar 5-

Dato che il 3 era già passato, presumo che si stesse riferendo al mese successivo. Perciò vado sul sistema ed imposto già il mese per far uscire le tariffe. io per fare ulteriore domanda alla persona dall'altro capo della linea:

-Camera matrimoniale presumo-

-Si certo, 'na matrimoniale, ma che se pensa, che vengo sola?-
Mi garberebbe risponderle “Sounasega te che vuoi fare della tua vita”, ma devo essere professionale. Palla avanti e pedalare, ecco le tariffe:

-Bene, signora, una camera matrimoniale arrivo il 3 partenza il 5, il costo, compresa la prima colazione, è xx € a notte, esclusa tassa di soggiorno di 3 € a persona a notte. Quindi il totale è... yyy €.-

La signora, senza neanche rispondermi ed abbassare la cornetta, si mette ad urlare.

-A Frà, a camera costa yyy euri, che ne pensi? A' prendemo?-

E da qualche altra parte di quella casa, che ho chiaramente definito trovarsi nella Capitale o quanto meno nei prossimi dintorni, il marito risponde anche lui con voce a 564 decibel, ben udibile anche dal sottoscritto:

-Daje!-

Frà è uno di poche parole. Ma concise.

Così agguanto un foglio per le prenotazioni e trascrivo tutti i dati necessari: data di arrivo e partenza, cognome dei clienti, tipologia e costo della camera, numero di cellulare del cliente. Quindi gli chiedo un prepagamento per la prima notte.

E questa cosa non gli torna affatto.

-Ma perchè dovemo pagà se nun semo ancora rivati?-

Così passai almeno 30 minuti 30 a spiegare alla signora che in alta stagione abbiamo bisogno di una garanzia per la vendita della camera. In bassa stagione possiamo anche prendere la prenotazione non garantita con tempo limite (se il cliente arriva entro quell'ora bene, altrimenti rivendiamo la camera) tanto abbiamo molte camere che rimangono vuote perchè è, appunto, bassa stagione. Ma che in alta stagione non è così, e se non la comprava lei la rivendevamo subito ad un altro signor Rossi, o Smith, o Yamasa, che voleva venire a visitare Firenze.

Non c'era verso, non lo accettava.

-Mi scusi, ma io nun ve pago. Nun la pago una cosa che ancora nun c'ho! Ho viaggiato in tutti l'alberghi der monno e nun m'hanno mai chiesto una cosa simile-

E' sempre così, quando a qualcuno c'è qualcosa che non va, noi siamo l'unico albergo del pianeta dove si chiede una carta di credito od un prepagamento.

Non lo fa nessun altro. Solo noi siamo i cattivi. Perchè il cliente ha sempre ragione, non è che è un deficiente; nooooo, quando mai?
La signora ha viaggiato “in tutti l'alberghi der monno”. Ormai è l'esperta mondiale in vendita alberghiera.

Alla fine, preso dallo sfinimento, le proposi un tempo limite per le 12. Venite qui, vedete la camera e la pagate. Ma se non siete qui entro mezzogiorno, io rimetto in vendita la camera.

-Ma perchè? Ma se noi se volemo facce un giro e venì la sera?-

-Signora, le ripeto: io devo avere la garanzia della vendita della camera. Se voi non venite la camera mi resta invenduta, per il 3-

E questa se ne esce con la dimostrazione che il suo cervello era posizionato su “off”. E soprattutto, che è bene non mangiare a casa sua, non sia mai che metta al fuoco una braciola scaduta il 22 novembre. Del 1992.

-Vabbè, si nun vendete la camera er 3 la rivendete er 4, che problema c'è?-

A quel punto lasciai perdere. Mi limitai a dirle che quelle erano le condizioni, e poteva solo prendere o lasciare. Lasciò.

La data di scadenza, per questa tipa, non esisteva.

Ne ho dedotto che a fare la spesa e preparare da mangiare, in quella casa, ci pensi Frà.

A' Frà, semo tutti con te.

Foppedittelo.

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