Portiere d'albergo. Vorace lettore. Scrittore a tempo perso. Giocatore da tavolo. Nemico di un gatto. Depresso cronico. Attendo l'arrivo dei Vogon o, in subordine, il ritorno di Vladimir Ilic Ulianov.
sabato 12 luglio 2014
Ci sono momenti
durante i quali il destino ci si accanisce contro, e si sente il
forte bisogno di fuggire via.
Telefono.
La tipa con cui
stavo allora. 6 mesi di storia.
-Ciao. Noi storia
finita-
Bocca aperta modello
Fantozzi sul banco del pesce.
-Ma... perchè?-
-Ma... tu mi avevi
detto che la storia con lui era finita proprio perchè venivi a
studiare l'italiano a Firenze...-
-Io mentito. Scusa.
Addio-
Il punto è che in
quei momenti occorre staccare completamente la spina. Rilassarsi,
spegnere la mente per un po', cercare pensieri felici.
L'altra domenica ho
avuto un cliente che l'ha fatto.
Hanno perso i
bagagli. Non loro, la compagnia aerea, ovviamente. A me per fortuna
non è mai successo, ma immaginate l'incacchiatura di chi arriva
all'aeroporto di destinazione e scopre che la sua valigia, con
mutande e calzini di ricambio, è stata spedita per sbaglio sul volo
per Buenos Aires. E non arriverà prima di 3 giorni.
Qui capita
abbastanza spesso. Almeno ogni settimana un caso c'è sempre.
Ora, a parte il
fatto che c'è un'assicurazione su questi spiacevoli eventi, e che i
clienti potrebbero nel frattempo comprare abiti di ricambio,
conservare gli scontrini e farsi rimborsare, questi se ne restano 3
giorni 3 con gli stessi abiti. Perchè come tali io li vedo.
Presumibilmente pure le mutande. E siamo in estate. Caldo torrido.
Lo so, è
disgustorama.
Perchè per quante
docce uno possa fare, se si usano gli stessi abiti, non c'è verso,
non ci si salva. Anche invertendo i fattori il risultato non cambia:
si resta sudici. Si puzza.
-che il bagaglio è
ancora smarrito o che
-il bagaglio è
stato trovato.
Ed in quest'ultimo
caso non c'è verso di sapere nient'altro. Perchè il bagaglio
potrebbe essere stato rintracciato a Fiumicino, e nel qual caso
potrebbe arrivare a Firenze il giorno stesso, ma potrebbe anche
essere stato trovato a Narita, o Kinshasa, od Omicron Persei 8, e
quindi sarà difficile che arrivi in giornata.
Perchè invece il
cliente pensa: il bagaglio è stato trovato, adesso arriva. Dove
adesso è un tempo che varia dai 3 ai 5. Nanosecondi. Si aspetta che
da un momento all'altro arrivi in hotel un addetto dell'aeroporto con
pettorina arancio fosforescente che gli porta le sue amatissime
valigie con le mutande di ricambio. Mentre invece quelle valigie, in
quel momento, fungono da appoggio per le chiappe di due annoiatissimi
tizi che, in attesa di ficcare quelle stesse su un aereo per Firenze,
discutono se la loro squadra ci mollerà 50 milioni di euri per
Cuadrado. O di quant'è bona la commessa del bar.
Ed i clienti mi
chiedono di chiamare il numero bagagli smarriti dell'aeroporto di
Peretola. Ogni ora. Per 3 giorni. E la segreteria telefonica
dall'altra parte ripete sempre e solo il suo messaggio “Your
baggage has been found”. Ed il cliente, qualsiasi cliente, mi pone
la stessa, banale, scontata, fottutissima domanda:
-So... where is my
baggage?-
-Shall i have to go
to the airport?-
Per farci che,
all'aeroporto? Se il bagaglio è in volo per Firenze non è ancora in
aeroporto. Se il bagaglio è già sul corriere non è più
all'aeroporto. Dovresti beccare il momento preciso per cui il
bagaglio viene scaricato dall'aereo ma prima di essere messo su un
furgone con tutti gli altri bagagli smarriti di turisti arrivati a
Firenze. Carpe diem. Quindi faresti un viaggio a vuoto. Sicuro che
faresti un viaggio a vuoto. Tanto vale che pazienti ed aspetti. Vai a
giro per la città. Goditi il Rinascimento. Goditi la vacanza. Lo
capisco che è frustrante, ma sei in Italia.
-Can you do
something?-
No, non posso fare
anything. E' inutile che ti intristisci per farmi compassione, o che
ti inca**i, per spaventarmi. Io non so niente, cerca di capirmi.
Tranne
l'australiano. Che anche se usa gli stessi vestiti da 3 giorni, si
dimostra un grande.
-Well, there's only
one thing to do: let's get a beer-
Si alza, mi strizza
l'occhiolino ed esce.
E lì ho pensato:
Onore!
ps. i bagagli
sarebbero arrivati da lì ad un paio d'ore. Firmo la bolla di
consegna del corriere. Li faccio portare su in camera. E quando gli
australiani rientrano e gli comunico la lieta novella, l'australiano
se ne esce con questa altra frase:
-Great! Perfect time
for another beer”
E lì l'ho invidiato
profondamente.
E lì ho pensato:
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