1
L'immortalità esiste.
Quella
descritta da Johnatan.
Ho
davanti a me una svizzera che dimostra l'esistenza dei struldbrugs
.
Stessa
capacità mentale, aggravata dal suo scarsissimo l'inglese. Mezz'ora
buona per capire che voleva 3 ricevute diverse: una per la prima
notte che aveva pagato con caparra, un'altra per le restanti 3 notti
del soggiorno ed una terza per la tassa di soggiorno. Poi per fortuna
ha sorriso e se n'è andata. A Balnibarbi,
ovvio.
2
Coppia giovane italiana. Arrivano al bancone per il pagamento.
Lui
mi allunga la carta, che infilo nel pos.
Digito
l'importo.
Mi
aspetto di udire il suono indicante l'sms della banca che l'avverte
dell'avvenuta transazione.
Invece
nella hall risuona, imperiosa, la voce del sergente Hartmann:
-Ehy
tu, come ti chiami, faccia di merda?-
Era
tanto tempo che non ridevo così sul lavoro. Mi complimento con lui
per la suoneria. Ovviamente gongola. Lei ride ma scuote la testa,
sicuramente il suo io interiore si sta prodigando in un facepalm,
sussurrando un “ma perchè gli uomini sono così infantili?”.
ps.
io come suoneria degli sms ho Homer che canta spider pork.
3
Signora americana.
Vestita
e truccata in un modo tale che pure Platinette direbbe “Dai, così
è troppo, sei esagerata, cara mia”
Cammina
come se sopra di lei troneggiasse un neon lampeggiante che dice “Hi,
i'm here!”. Lady Gaga della campagna virginiana più profonda.
Il
marito, un omone alto e biondo come solo loro sanno essere quando
vogliono, la segue silenziosissimo, praticamente assente.
Probabilmente lei lo chiama con lo stesso appellativo usato dai suoi
amici al bar: Bubba.
Johnny
the reb ridotto a livelli infimi. Il generale Forrest si starà
rigirando nella tomba.
Si
presentano al bancone a chiedere informazioni. Cioè, lei si
presenta, battendo delicatamente i palmi delle mani sul bancone. Ma
almeno sorride.
Lui
si piazza in un angolo, mani chiuse davanti a sé, in paziente e
remissiva attesa.
-Soooo...
what's nice to see in town? Where all the people go?-
Stendo
la piantina sul bancone che neanche un cameriere dell'Enoteca
Pinchiorri riuscirebbe a fare con una tovaglia (in questi giorni ci
hanno portato piantine così: 27 metri quadrati. Quelle che non si
riesce mai a ripiegare giuste). I musei più importanti, le spiego,
sono due: l'Accademia e gli Uffizi. Comincio ad elencare quel che si
vede nelle due gallerie, partendo dal capolavoro di Michelangelo, una
posa splendida al pari del Bati alla bandierina, ma lei mi interrompe
subito.
-The
one where ALL the people go!-
Beh,
gli Uffizi, ovvio, ma ci può essere una lunga coda, anche un'ora di
attesa...
-So,
i'll go there!-
Non
posso fare a meno di notare come usi la prima persona singolare,
mentre acchiappa la piantina ed esce risoluta, seguita come un'ombra
dal silenzioso consorte. E mentre li osservo un po' allibito sparire
fuori dall'hotel, mi viene da pensare:
“Ma
mi si nota di più se vado agli Uffizi od all'Accademia?-
4
Mia moglie, turno pomeridiano nell'albergo che la vede impiegata,
pure lei banconista.
Coppia
60enne passaporti Usa origine latino-americana. Parlano un mix di
spanglish che farebbe l'orgoglio e la felicità di J.Lo. Arrivano al
bancone a chiedere informazioni per un regalo alla loro “niña”.
9 anni. In particolare cercano delle t-shirt.
La
Sara ovviamente gli indica subito i posti giusti per un regalo così
nel centro di Firenze, affermando che sa dove fare acquisti del
genere, avendo anche lei una niña di quella età. In effetti sono
due, una di 9 ed una di 7, orgoglio dei loro genitori, ma soprattutto
della mamma quando la aiutano a mettere in minoranza l'unico elemento
maschile della famiglia.
I
due escono e tornano dopo poco con il regalo, che mostrano
subitanemante alla Sara: una magliettina azzurra con il simbolo della
“furti ingegnosi gioco calcio”.
E
mia moglie nota subito che è un po' piccolina, per una bambina di 9
anni.
In
effetti sarebbe più per una bambina di 9 mesi.
E
mentre la banconista è lì che riflette senza capire, con un sorriso
un po' stranito stampato in faccia, la signora tira fuori il
cellulare e le mostra la foto de “mi amor, my sweet darling”.
Che
appare nella foto sorridente e felice.
Con
la lingua penzoloni fuori dalla bocca.
Le
orecchie che ciondolano di lato.
Una
bella cagnolina.
Il
bello è che la signora non aveva assolutamente capito che mia moglie
parlava della nostre figlie, cosi come la Sara era convinta che la
sweet darling fosse una nipotina.
ps.
se pensate che far indossare ad un cane la magliettina della
nazionale italiana di calcio sia pacchiano, sappiate che la signora
ha buttato giù il carico da 11, raccontando per filo e per segno a
mia moglie di quella volta che la vestì da principessa, con tanto di
gonnellina rosa e coroncina.
Povera
bestia. Quasi meglio abbandonarla sull'autostrada.
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