giovedì 16 ottobre 2014

1 L'immortalità esiste.
Quella descritta da Johnatan.
Ho davanti a me una svizzera che dimostra l'esistenza dei struldbrugs .
Stessa capacità mentale, aggravata dal suo scarsissimo l'inglese. Mezz'ora buona per capire che voleva 3 ricevute diverse: una per la prima notte che aveva pagato con caparra, un'altra per le restanti 3 notti del soggiorno ed una terza per la tassa di soggiorno. Poi per fortuna ha sorriso e se n'è andata. A Balnibarbi, ovvio.


2 Coppia giovane italiana. Arrivano al bancone per il pagamento.
Lui mi allunga la carta, che infilo nel pos.
Digito l'importo.
Mi aspetto di udire il suono indicante l'sms della banca che l'avverte dell'avvenuta transazione.
Invece nella hall risuona, imperiosa, la voce del sergente Hartmann:
-Ehy tu, come ti chiami, faccia di merda?-
Era tanto tempo che non ridevo così sul lavoro. Mi complimento con lui per la suoneria. Ovviamente gongola. Lei ride ma scuote la testa, sicuramente il suo io interiore si sta prodigando in un facepalm, sussurrando un “ma perchè gli uomini sono così infantili?”.
ps. io come suoneria degli sms ho Homer che canta spider pork.


3 Signora americana.
Vestita e truccata in un modo tale che pure Platinette direbbe “Dai, così è troppo, sei esagerata, cara mia”
Cammina come se sopra di lei troneggiasse un neon lampeggiante che dice “Hi, i'm here!”. Lady Gaga della campagna virginiana più profonda.
Il marito, un omone alto e biondo come solo loro sanno essere quando vogliono, la segue silenziosissimo, praticamente assente. Probabilmente lei lo chiama con lo stesso appellativo usato dai suoi amici al bar: Bubba.
Johnny the reb ridotto a livelli infimi. Il generale Forrest si starà rigirando nella tomba.
Si presentano al bancone a chiedere informazioni. Cioè, lei si presenta, battendo delicatamente i palmi delle mani sul bancone. Ma almeno sorride.
Lui si piazza in un angolo, mani chiuse davanti a sé, in paziente e remissiva attesa.
-Soooo... what's nice to see in town? Where all the people go?-
Stendo la piantina sul bancone che neanche un cameriere dell'Enoteca Pinchiorri riuscirebbe a fare con una tovaglia (in questi giorni ci hanno portato piantine così: 27 metri quadrati. Quelle che non si riesce mai a ripiegare giuste). I musei più importanti, le spiego, sono due: l'Accademia e gli Uffizi. Comincio ad elencare quel che si vede nelle due gallerie, partendo dal capolavoro di Michelangelo, una posa splendida al pari del Bati alla bandierina, ma lei mi interrompe subito.
-The one where ALL the people go!-
Beh, gli Uffizi, ovvio, ma ci può essere una lunga coda, anche un'ora di attesa...
-So, i'll go there!-
Non posso fare a meno di notare come usi la prima persona singolare, mentre acchiappa la piantina ed esce risoluta, seguita come un'ombra dal silenzioso consorte. E mentre li osservo un po' allibito sparire fuori dall'hotel, mi viene da pensare:
Ma mi si nota di più se vado agli Uffizi od all'Accademia?-


4 Mia moglie, turno pomeridiano nell'albergo che la vede impiegata, pure lei banconista.
Coppia 60enne passaporti Usa origine latino-americana. Parlano un mix di spanglish che farebbe l'orgoglio e la felicità di J.Lo. Arrivano al bancone a chiedere informazioni per un regalo alla loro “niña”. 9 anni. In particolare cercano delle t-shirt.
La Sara ovviamente gli indica subito i posti giusti per un regalo così nel centro di Firenze, affermando che sa dove fare acquisti del genere, avendo anche lei una niña di quella età. In effetti sono due, una di 9 ed una di 7, orgoglio dei loro genitori, ma soprattutto della mamma quando la aiutano a mettere in minoranza l'unico elemento maschile della famiglia.
I due escono e tornano dopo poco con il regalo, che mostrano subitanemante alla Sara: una magliettina azzurra con il simbolo della “furti ingegnosi gioco calcio”.
E mia moglie nota subito che è un po' piccolina, per una bambina di 9 anni.
In effetti sarebbe più per una bambina di 9 mesi.
E mentre la banconista è lì che riflette senza capire, con un sorriso un po' stranito stampato in faccia, la signora tira fuori il cellulare e le mostra la foto de “mi amor, my sweet darling”.
Che appare nella foto sorridente e felice.
Con la lingua penzoloni fuori dalla bocca.
Le orecchie che ciondolano di lato.
Una bella cagnolina.
Il bello è che la signora non aveva assolutamente capito che mia moglie parlava della nostre figlie, cosi come la Sara era convinta che la sweet darling fosse una nipotina.

ps. se pensate che far indossare ad un cane la magliettina della nazionale italiana di calcio sia pacchiano, sappiate che la signora ha buttato giù il carico da 11, raccontando per filo e per segno a mia moglie di quella volta che la vestì da principessa, con tanto di gonnellina rosa e coroncina.
Povera bestia. Quasi meglio abbandonarla sull'autostrada.

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