In
questo lavoro, c'è un fattore che conta più di ogni altra cosa.
Il
sorriso.
Ed
è anche il più difficile, peggio che non studiare e conoscere le
lingue straniere, od il gestionale del pc, od i musei della città.
Perchè sorridere e mostrare una bella faccia lieta può essere
particolarmente arduo, in certi casi. Magari abbiamo un sacco di
casini personali tipo litigata in famiglia, la Viola che ha perso,
neonate molto attive nel festeggiare una notte bianca dopo l'altra,
il disastroso tiro salvezza della sessione di gioco della sera prima,
la direzione che a volte assume atteggiamenti da comitato di salute
pubblica, i clienti stessi che entrano in albergo con una faccia che
recita “ma perchè sono venuto in vacanza? Ah, già, mi ci sta
portando questo mobile ikea con cui sono sposato da 40 anni”. Non
ha importanza. Spalancare la bocca in un sorriso a 32 denti e dire
“Buongiorno, oggi è una splendida giornata per visitare Firenze!”
E
quando i clienti contraccambiano, il lavoro fila liscio e tranquillo.
Preparate
l'insulina, non si può mai sapere.
1.Momento
di silenzio assoluto.
Quando
accade una cosa del genere, c'è un solo motivo: manifestazione.
A
me piacciono le manifestazioni, perchè la via dove si trova l'hotel
è trafficatissima, un continuo di auto 24 su 24. Perciò quel
momento di calma assoluta senza smog è una vera manna dal cielo.
Mi
affaccio sull'ingresso. Li, a braccia conserte, una coppia francese
osserva la massa di gente dal fondo della via che, lentamente,
cammina nella nostra direzione urlando slogan vari.
-Qu'est-ce
qu'il y a?-
-Une
greve. La gauche, ecc. ecc.-
-Comme
en France-
-Voilà-
In
quel momento passano i celerini, e lì non potevo non fare la
battuta:
-Merde,
les flics-
La
coppia francese scoppia letteralmente a ridere. Non si aspettano che
un italiano possa conoscere il francese volgare. Ed io, non pago,
insisto:
-Couvres-moi,
je fil- e rientro all'interno.
Non
riuscivano a smettere. Per tutto il soggiorno, quando entravano ed
uscivano dall'albergo e mi osservavano, io mi limitavo ad alzare il
sopracciglio e fare lo sguardo complice, e loro se la sghignazzavano
di brutto. Alla partenza, stretta di mano e complimenti per il mio
francese.
2.Coppia
giovane irlandese. Mi passano i passaporti per la registrazione, e
non posso fare a meno di notare il luogo di nascita: Baile ahta
cliath.
Normalmente
non dico niente quando registro i passaporti. E' una questione di
privacy, non è bello leggere certi dati, anche se la legge ci
obbliga. Ma in quel caso lo faccio.
-Ah,
Dublin, i love it!-
Sorridono
contenti -Really?-
-For
sure! Guinness was so good for me-
Mi
danno il cinque. Per tutto il soggiorno sorrideranno sempre, senza
remore. Ci vuole così poco a conquistare gli irlandesi.
ps.
in realtà la Guinness non mi piace per niente. Ma hanno una cedar
beer che è la fine del mondo.
3.Coppia
americana di colore. Rientrano in albergo, lei pimpante e giuliva,
carica di borse e sacchetti, chiede la chiave e schizza su in camera;
lui, distrutto dalla fatica, si stravacca sul divano della hall.
Solo
due parole, quelle che mostrano la difficoltà di vivere di noi
uomini:
-Women.
Shopping-
Gli
punto l'indice.
-And
you pay-
Ricambia
il gesto di indicare con l'indice ed annuisce pesantemente.
Non
potevo non farlo:
-Seems
you need a good coffee. Come to the bar-
Mi
guarda come se fossi Mosè che gli porta la manna. Si alza come punto
da una vespa e, con il sorriso di Forest Whitaker, mi allunga la
mano chiusa a pugno.
Non
potevo non fare lo stesso e batterla con la sua.
-Good
man! Good man! You saved my life-
E
per tutto il soggiorno, quando entravano ed uscivano, battevamo i
pugni.
4.Coppia
americana 50enne. Alti, belli, in forma. Soprattutto, svegli.
Il
contrario del presidente che c'era prima.
A
questi i pretzel non rimangono in gola. Si mangiano tutta la scatola
e la frantumano.
Il
marito scende e chiede dov'è la fermata dell'autobus per lo stadio.
Vuole vedere il soccer.
Ma
purtroppo il pallone moderno è alle 12.30. Ormai giocano ad orari
del ca**o, per quella cavolo di televisione che tutto fagocita, Brian
O'Blivion aveva maledettamente ragione. Il marito agita la mano “Oh,
forget it”. Prima, mi spiega, c'è il Duomo. La moglie pretende
quello, e si sa che le donne comandano. Il che mi ricorda le sagge
parole del Melandri ai suoi amici.
Quando
rientrano, capisco che il Brunelleschi ha colpito ancora. E'
letteralmente stravolto. Appoggia le braccia sul bancone.
-Soccer
was better-
-Actually,
we lost (sigh). You took the right choice-
E
lui, agitando la mano in aria, dice parole così sagge che vorrei
abbracciarlo:
-Doesn't
matter. A live game is always better than a thousand steps-
Americani.
Quando sono così li adoro.
5.Ragazzette
giapponesi.
Arrivano
a mezzanotte, e malgrado 15 ore di volo aereo, sono sempre belle
pimpanti e fresche come una rosa. Le nipponiche sono dure come
l'acciaio, se l'imperatore e l'ammiraglio Tojo delegavano la guerra a
loro, a quest'ora sulle Hawaii sventolava l'Hinomaru.
Nello
stesso momento si presenta una signora brasiliana addobbata come la
Santanchè, parte di una comitiva di suoi connazionali che si è
meritato appieno il 7-1 crucco, una banda di sguaiati di cui un
giorno vi parlerò. Sicuro che mi chiede qualche altro cocktail come
quella mezza dozzina che gli avevo già preparato una mezz'ora prima.
Ma stavolta dovrà aspettare. La precedenza è ai check-in.
Scocciata, si mette in un angolo, sbuffando.
Le
giappe si presentano al bancone con un libro di frasi in italiano.
Adoro questi momenti, li attendo a gloria, come la volpe attende
l'arrivo dell'amico.
Parto
a parlare giapponese.
Le
ragazze sono letteralmente estasiate. “すごい
!
じょずですね
”
Con
estrema calma, registro i documenti parlando un po' delle mie
esperienze nel paese del sol levante. Poi dò loro la piantina con
l'indicazione di dove si trova l'hotel, il codice del wi-fi, la
colazione, tutto con molta calma. Sia perchè ci godo nel parlare
giapponese sia per far aspettare la signora brasiliana che non si
merita rapidità e velocità d'esecuzione.
Ed
in quel momento, proprio mentre le ragazze si apprestano a salire in
ascensore, dal bar arrivano urla belluine e risate sguaiate.
Le
giapponesine, un po' spaventate, allungano la testa in direzione del
bar:
-なに?
-
(che succede?)
-ブラジリア
.
じん.
みんなうるさいです.
ごめんなさい
(Brasiliani,
sono tutti gran casinisti. Mi spiace)
Al
che si sono messe a ridere in quel modo così adorabile, come solo
loro sanno fare: con la manina davanti alla bocca. Poi mi sono
inchinato come ho imparato a fare laggiù e gli ho augurato la
meritata buona notte.
La
milf brasiliana è stata tutto il tempo ad osservarmi con gli occhi
fuori dalla orbite, come i troll che vedono per la prima volta la
principessa Anna.
Io,
perfidamente, ci godevo.
6.Coppia
spagnola.
Mi
chiede del Duomo, gli spiego gli orari e l'ingresso per la cupola.
Lui
parte con la richiesta solita, almeno una a settimana c'è sempre:
-No
hay ascensor?-
…..
Non
ci si può arrabbiare ogni volta per domande del genere. Lui chiede,
è lecito farlo. Io cortesemente, rispondo:
-Pues...
no, claro. La catedral tiene mas de 500 anos-
Lui
fa una smorfia, un po' deluso.
-Es
que tengo un dolor a la pierna...-
Se
mi alzi la palla, non posso non andarci di martello:
-Saben
como son los catolicos: se tiene que sofrir!-
Ed
imito il gesto di fustigarmi con il cilicio.
Scoppiano
a ridere entrambi, poi lui continua a lamentarsi con un -Eh, però,
que coño!- E parte con altri epiteti molto colorati.
A
quel punto io insisto:
-Yo
no amo los catolico tambien- E mostrando il pugno chiuso -Izquierda,
siempre!-
Lui
scoppia a ridere, mi stringe la mano e parte in quarta con un pippone
contro el rey, Rajoy e l'attuale governo iberico. La moglie invece
non pareva molto contenta. Per un po' lo lascia fare, poi gli mette
una mano sul braccio. Senza dire una parola. Lui si interrompe, la
guarda un attimo in silenzio e capisce.
-Ehhh...
vale vale, vamonos. Gracias, hombre-
E
si avvia fuori.
Lei
lo segue, ed un attimo prima di uscire dal portone, si fa il segno
della croce. Tre volte.
Questo
lavoro sa essere magnifico, quando vuole.
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