Portiere d'albergo. Vorace lettore. Scrittore a tempo perso. Giocatore da tavolo. Nemico di un gatto. Depresso cronico. Attendo l'arrivo dei Vogon o, in subordine, il ritorno di Vladimir Ilic Ulianov.
giovedì 6 novembre 2014
Gente che ha completamente
staccato la spina, in estremo relax mentale. Meno dal punto di vista
fisico, dato che devono passare ore su e giù per musei, ma con la
testa sono più che in vacanza. Sono oltre. Capaci quindi di sfondoni
intellettuali enormi, anche se nella vita sono ricercatori
scientifici con QI simile a quello di Sheldon.
Perciò
si, mi piace ridere e scherzare di chi mi chiede informazioni assurde
come il tipo che, al check-out, mi chiedeva se conoscevo Venezia e
che strada doveva prendere per arrivare al suo hotel in San Marco
perchè il navigatore non glielo trovava (io non oso neanche
lontanamente immaginare come sono messi i miei colleghi della città
lagunare, che questioni del genere ne ricevono ogni settimana). Rido
si, di queste domande, ma più che ridere di loro, mi piace pensare
che rido CON loro. Ok, qualcuno se la prende, ma diamine, sei in
vacanza. Sei rilassato, è normale sparare qualche sfondone, dire una
stupidità, un discorso totalmente privo di senso. Ma che te frega,
dai, un po' d'autoironia.
La
deficienza, la stupidità, l'idiozia, non sono dentro l'albergo. Sono
fuori.
Sabato
sera sono andato a lavoro in scooter. Non lo faccio molto spesso
perchè ho l'enorme ed invidiabile vantaggio di vivere abbastanza
vicino al posto di lavoro da potermi permettere di andarci
camminando. Che sia estate od inverno, caldo o freddo, pioggia o
vento, Caro Emerald in cuffia e via a piedi, e mi piace il fatto di
passare dall'interno della stazione anche se non sono un pendolare e
posso permettermi di snobbare i disastrosi treni italioti.
Sabato
no.
Ero
fuori per una cena e per essere sicuro di arrivare in tempo, sono
andato a quest'incontro in scooter e già vestito da lavoro, in modo
da proseguire direttamente in albergo per il turno 23-7.
Verso
le 4 del mattino mi rientrano due italiani, fuori per non so quale
motivo e che giustamente non mi interessa perchè non sono fatti
miei. Uno dei due è a cercare un parcheggio, che come tutti i sabati
notte, nel centro di Fi, è libero e selvaggio; l'altro sta fumando
davanti all'ingresso.
Ad
un certo punto passa un gruppetto di adolescenti stranieri. Un
momento rapido, sfuggente. Li noto appena con la coda dell'occhio.
Dopo un paio di minuti odo urla belluine, grida sparate nella quiete
della notte del centro fiorentino, senza apparente motivo. Anzi,
togliete pure l'apparente: urlano perchè sono fatti da una qualche
sostanza, o solo per deficienza da materia grigia. Od entrambi i
motivi.
Poi,
un gran fracasso, un rumore metallico.
Un
brutto presentimento. Un orribile pensiero. Quella sensazione
angosciosa da “No, fai che non sia capitato a me. No, ca**o, dai”.
Esco.
Davanti all'ingresso, con la bocca aperta e la sigaretta fumante
sull'angolo della stessa, il cliente italiano osserva abbastanza
sconcertato la scena che mi si presenta, davanti, in tutto il suo
orrore.
A
pochi metri dall'hotel, nel parcheggio apposito, vedo lo scooter a
terra, disteso in una posa innaturale, per un mezzo a due ruote.
Più
avanti, che si allontanano velocemente, il gruppo di strunz che avevo
notato poco prima, e si era felicemente data alle grida selvagge da
Fred Flinstone con la clava. Peccato che siamo nel XXI secolo.
Evidentemente qualcuno è rimasto al Neolitico.Ora,
è brutto che lo dica, ma per un nanosecondo i desideri più orrendi
si sono affollati nella mia testa. Una roba che riguarda persone
denutrite in pigiama a righe dentro luoghi dove le docce non gettano
h2o ed i forni non sono usati per cuocere il pane.
Cercate
di capirmi: ero preda della rabbia furibonda che ti assale quando ti
accorgi che gente che non conosci ha così poco rispetto degli
oggetti altrui. Delle persone altrui. Che se la loro vita terminasse
in quel preciso momento, non solo non ti dispiacerebbe, ma ne saresti
pure lieto.
E'
una sciocchezza, perchè ci si rende subito conto che con persone di
quella nazionalità ci vivi fianco a fianco ogni giorno; che alcuni
sono pure colleghi di lavoro, od hanno figli/e che vanno nella stessa
scuola dei tuoi, di figli. Pure nella stessa classe.
La
verità è che non è la nazionalità a fare gli strunz, ma l'età.
Perchè un adolescente ubriaco o strafatto di roba uscita da un
laboratorio chimico clandestino, sarà sempre un pericolo per
chiunque. E non c'è sesso, nazionalità o religione che lo renderà
migliore, se sente il bisogno di sfogare i suoi istinti animaleschi
su qualcosa. O, peggio ancora, su qualcuno.
Un
secondo dopo questa scena un ragazzetto americano della stessa età,
anche lui in evidentissimo stato alterato, corre verso il gruppetto
di coetanei che ha commesso il danno nei confronti del mio mezzo a
motore, e che continua ad urlare e discutere molto, molto
animatamente, in chiarissimo disaccordo per un qualche motivo
indubbiamente futile. Ci guarda, tutto sorridente e sguaiato, ed
alzando le braccia al cielo urla “YUUUU, COMBAT!!!”, tutto felice
di poter osservare un fight club nel pieno centro di Firenze.
Incurante della possibilità che costoro decidano di allearsi contro
un ragazzetto yankee che non vuole farsi i fatti suoi, e sfogare i
loro istinti animaleschi su un soggetto in carne ed ossa, che su un
pezzo di ferro.
Il
signore italiano, continuando a fumare, mi guarda e pronuncia una
triste verità:
“L'arcol
fa dimorto male”
Io
non ho neanche la forza di rispondere, sono troppo demoralizzato per
poter replicare. Mi avvicino allo scooter con la stessa tristezza di
Tex Willer che deve far fuori il cavallo azzoppato.
Il
tipo, che mi ha seguito, assume uno sguardo attonito: “Ma... è er
tuo?”
Mi
volto verso di lui e faccio cenno di si con la testa, non riesco
neanche a pronunciarlo, a far uscire parole distinte dalla bocca.
E
lui, messasi la sigaretta tra le labbra, compie un gesto di
solidarietà di cui lì per lì neanche mi accorgo: mi aiuta a
sollevarlo. Una volta tornato sul cavalletto, lo osserviamo: lo
specchietto di sinistra è piegato, e si vede il retro solo su un
angolino. Anche la leva del freno è piegata, ma pare funzionare.
Il
cliente, che ormai ho definito provenire dalla capitale o quantomeno
dai dintorni, mi dice, cercando di rincuorarmi: “Beh, nun me sembra
ce siano grandi danni, er parabrezza nun s'è rotto. Son sicuro
riparte”.
Assorbo parzialmente l'amarezza per la violenza indiretta che ho subito. Allargo le braccia ed osservo in direzione del gruppo, ormai lontano “E' successo tutto così velocemente, anche a chiamare i carabinieri...”
“Tanto
nun glie fanno niente” dice lui scuotendo la testa. E purtroppo
penso abbia ragione, anche se nel paese dove viviamo alcuni tutori
dell'ordine possono permettersi di ammazzare la gente e non subire
giudizi.
In
quel momento rientra anche il suo amico, e dopo avergli dato le
chiavi delle camere, mi danno un ultimo messaggio di solidarietà.
Che mi rincuora un poco sull'umanità ed i suoi problemi.
Però
è bene non ci pensi, o la rabbia mi torna più montante che mai. E
riguarda sempre campi racchiusi da filo spinato con guardie armate
sule torrette. Possibilmente nell'estremo nord-est siberiano.
Mi
verrebbe da dire che in fondo ho una moglie e due figlie bellissime,
ma questo lo diceva più o meno anche un certo ragioniere. In ogni
caso, evito di giocare a campana nei pressi dei tombini aperti.
Altro
esempio di mancanza di rispetto:
proprio
poco fa, turno pomeridiano.
L'albergo
dove lavora la Sara ha il suo garage. Pochi posti, ma comunque ce
l'hanno. Quando è pieno, chiamano un garage nelle vicinanze, stesso
prezzo.
Alle
19 circa la Sara si accorge che un'auto è parcheggiata per metà
davanti all'ingresso del garage. Non si può entrare né uscire.
Immediatamente,
la Sara si attacca al telefono per chiamare i vigili urbani, ma data
l'ora ed il tempo atmosferico, non vi sono pattuglie disponibili da
mandare. Nel frattempo un furgone, che percorre dalla via, ha grosse
difficoltà a passare, perchè il garage è nei pressi di una
strozzatura della stessa. Dopo aver suonato per un po', è costretto
a salire sul marciapiede, fare un pezzo di via contromano e
proseguire per la traversa a retromarcia.
E
nel frattempo che la Sara attende i vigili, dopo 3 quarti d'ora,
arriva un cliente. Con l'auto. Mia moglie è costretta a chiamare il
garage nei pressi dell'albergo, che quindi incasserà il costo del
garage del cliente: 90 € (30 euro al giorno), in luogo dell'hotel.
Ovviamente.
E
mentre il garagista prende le chiavi dell'auto del cliente, l'auto
rompiba**e parte. Dopo aver parcheggiato male ed aver costretto auto
e furgoni vari a manovre assurde, ed un albergo a perdere un incasso,
lo strunz se ne va; la speranza è che si schianti contro un albero,
così potremo piangere perchè era un bellissimo platano.
Chiosa finale: praticamente nello stesso momento arrivano i vigili. Che avevano pure visto, dal fondo della via, l'auto dello strunz che se ne va.Il vigile entra nell'albergo; la Sara gli riferisce che l'auto se n'è andata e che l'albergo ha perso 90 € perchè loro sono arrivati quasi un'ora dopo.
“Glieli
regalo, quei 90 €”.
Ma
speriamo servano ai parenti dello strunz per la corona di fiori.
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