Il
nostro lavoro di banconisti ci fa sembrare un po' simili al
lampionaio, che accende e spegne il suo lampione per sempre, ogni
minuto.
Un
lavoro sempre uguale, continuato, ripetitivo.
Una
frase in particolare.
La
colazione è dalle 7 alle 10.
E
pure peggio, perchè non abbiamo neanche un tramonto da osservare. Od
un principino col fazzoletto di seta con cui parlare del perchè
dobbiamo dire sempre e comunque frasi che nessuno ascolta.
Mais
il n’y a rien à comprendre.
La
consigne c’est la consigne.
Bonjour.
Ve
le scrivo in italiano, ma potrebbero essere anche in altre lingue.
1.-La
colazione è dalle 7 alle 10-
La
cliente prende la chiave.
Si
ferma.
Si
volta verso di me.
E'
trascorso 1 secondo e 27 decimi.
-A
che ora è la colazione?-
2.Turno
di pomeriggio. Stessa frase. E' la consegna.
Tre
giorni dopo, turno di notte, 4 del mattino. Il cliente a cui riferii
la frase succitata 3 giorni prima scende le scale e, senza degnarsi
della mia presenza, si infila nella sala colazioni.
Io
lì, fermo con lo sguardo allucinato di Ron di fronte all'ennesima
ca**ata di Harry.
Accanto
a me Sakurambo che mi annuncia “Questa per te sarà una pessima
giornata”.
Il
tipo, 40 anni gettati al vento senza remore, riemerge dall'oscurità
ed appoggia le braccia sul bancone, manco fosse il padrone di casa.
L'espressione scocciata dell'evento inaspettato, come se alle 4 del
mattino fosse tutto imbandito ed apparecchiato solo ed esclusivamente
per lui.
-Perchè
è tutto spento?-
-Perchè
le colazioni cominciano alle 7-
-Ma
io ho l'aereo alle 6, devo fare colazione!-
-Posso
farle un caffè io, al bar-
-Ed
avete da mangiare?-
-Mi
spiace, non ne abbiamo. Il personale delle colazioni arriva più
tardi-
Questo
mi guarda e pronuncia la frase che mi fa comprendere come certi
cervelli siano perennemente spenti perchè inspiegabilmente
assemblati senza l'interruttore “on”:
-Allora
chiami e faccia arrivare qualcuno ora, che aspetta?-
Fu
una pessima giornata.
E
non dico altro.
3.Italiani.
Check-in e salgono in camera. Ovviamente, stessa frase.
Alle
19 e qualcosa scendono e si infilano in sala colazioni.
Ok,
come diceva quella scritta sull'aereo “Dont panic”. Magari gli
servono dei piatti e delle forchette perchè hanno deciso di
comprarsi un paio di pizze da asporto. Sono abituato all'eccentricità
italica di comportarsi nei luoghi pubblici come se fosse casa loro:
prendere senza chiedere. Lascio un attimo il bancone e mi affaccio in
sala.
Questi
escono dall'oscurità con la stessa espressione scocciata di Sheldon
quando scopre che qualcuno si è seduto sulla sua parte del divano:
-Perchè è tutto spento?-
-Perchè
le colazioni iniziano tra 12 ore, alle 7 del mattino. Non abbiamo
ristorante-
Mi
guarda.
Lui
la fa facile. Quasi banale.
-Vabbè,
ma dove si scalda il latte si può scaldare anche l'acqua per la
pasta, no?-
Ok,
panic.
4.Famiglia
argentina. Consegna per il sottoscritto che comincia il turno alle
23. Partono alle 6, chiedono caffè per tutti. Nessun problema. Come
diceva quel tipo: ero lindo, pulito, ben sbarbato e sobrio, e me ne
sbattevo che lo si vedesse. Un po' bradipo forse, ma fa parte della
dotazione standard del notturno. Gli farò il caffè.
Scocca
l'ora x e quelli scendono. Tassa di soggiorno, poi li invito al bar.
Mie
personali, testuali parole:
-Andiamo
al bar e vi preparo i 4 caffè. La sala colazioni è ancora chiusa,
ma posso chiedere se hanno degli yogurt. Ma devo andarci io, non si
può entrare fino alle 7-
Non
voglio passare come un poliglotta universale. Lavoro in un semplice 3
stelle. Sono spesso di notte. Ma credo di conoscere abbastanza bene
lo spagnolo, e di essermi fatto capire.
Ma
invece di seguirmi fino al bancone del bar, il capofamiglia, con la
stessa tranquillità argentina nel torturare a morte i propri
concittadini, si infila diretto in sala colazioni.
Neanche
il tempo di contare fino a tre che Gesù Bambino piange. Perchè
Marco “Grisù” urla come un ossesso quelle parole che noi toscani
pronunciamo sempre quando accadono cose che non ci piacciono. Che nel
caso di Marco è il 100% di quel che lo circonda.
Mi
tocca entrare in sala colazioni, perchè un toscano ed un argentino
che discutono superano abbondantemente il fracasso di una vettura di
formula 1 nel rettilineo, invitare il cliente a levarsi dai 3 passi e
tornare al bar; e mi toccò ripetergli ancora quel che gli avevo
detto in precedenza: alle 6 il buffet non è pronto. Alle 6 non trovi
paste e/o panini. Alle 6 ci sono solo io che ti faccio il caffè, al
massimo uno yogurt, e non puoi pretendere di avere tutto e subito, se
volevi fare colazione dovevi programmarti diversamente il viaggio e
non scegliere un volo la mattina presto. Perchè parlo e si
comportano tutti come Homer quando dice “avete la mia totale
attenzione”?
Comunque
alla fine andò tutto bene: il cliente capisce, torna al bar (dove il
resto della famiglia invece era rimasto perchè aveva capito), e mi
chiede i caffè/cappuccini vari. Mangiano gli yogurt, chiedono scusa
e cominciano a raccontarmi il 90% del loro viaggio e della loro vita,
e dell'emozione nel vedere un loro concittadino nuovo vescovo di
Roma. Chissà se una volta a Buenos Aires avrà raccontato agli amici
dei bestemmioni di Grisù nel vederselo apparire in sala nell'orario
sbagliato.
5.Mia
moglie, primo pomeriggio. Stessa frase a cliente australiana. E' la
consegna.
E'
facile, c'è un termine apposta. Scandirlo bene affinchè il cliente
capisca: colazione, breakfast, desayuno, petit dejuner. E mia moglie
sa scandire bene i termini affinchè clienti, figlie e marito
capiscano.
Alle
19 la cliente scende e si infila diretta in sala. Al buio.
La
Sara, com'è ovvio, lascia un attimo il bancone e si avvicina:
“Signora, le serve qualcosa?”
“Si,
sto aspettando per mangiare”
“Ma...
signora.. la colazione comincia alle 7 del mattino (7am), non del
pomeriggio!”
“Ma
io ho fame ora....”
ps.
la signora comunque era cotta da quasi 20 ore di volo con svariati
scali dall'Australia, con jet-leeg e fame fuori orario. Dopo un po'
di spiegazioni, si rende conto che era ora di cena, e si prese una
pizza in un locale fuori dall'albergo.
6.Clienti
americani. Solita partenza delle 4 del mattino, per un aereo che
parte alle 7 ma che li fa temere che “ci vorranno due ore di
check-in”. Non si rendono conto che Peretola è una parodia di
aeroporto. Che basta una mezz'ora prima, non ci sono voli ogni 5
minuti modello Heatrow ed un centinaio di gate. Ma tant'è: loro
hanno deciso così.
Scendono
per il check-out e mi chiedono un taxi. Sono comunque sorridenti e
felici nonostante l'alzataccia perchè tornano a casa dopo una
vacanza italica. E per fortuna, particolarmente fortunata.
Lo
chiedo sempre, ai clienti che scendono prima delle colazioni e sono
simpatici:
-Volete
un caffè?-
Mi
guardano come se fossi il messia. Ma ancora non capiscono.
-Ma
le colazioni non cominciano alle 7?-
Se
mi alzi la palla, io schiaccio, è chiaro.
-Le
colazioni si, ma un caffè si può fare a qualsiasi ora. Hey, sono
italiano, so come fare un caffè. E' nella Costituzione: gli italiani
devono saper fare il caffè, o non sono italiani-
Mi
avrebbero abbracciato.
Nei
dieci minuti mentre gli preparavo il caffè, lo bevevano ed
aspettavano il taxi, mi raccontarono i ¾ della loro vita. Ma non
chiedetemi dettagli perchè TUTTI i clienti a cui offro questo
servizio mi raccontano tutto in un fiume di parole ininterrotto. Gli
americani in particolare. E quando salgono sul taxi, mi stringono la
mano nel solito modo: con frattura multipla del metacarpo.
Ma
quell'espressione sorridente mi ripaga di quelli che pretendono di
avere tavolo apparecchiato, colazione competa e personale a sua
totale disposizione alle 4 del mattino.
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