Lavorando al
bancone di un 3 stelle a due passi dalla Stazione, sono abituato alle
persone che entrano e mi chiedono informazioni.
Intendiamoci, non
mi lamento della cosa. Sono turisti nella mia città, aiutarli per me
è quasi un dovere civico. Certo, dicessero “buonasera” e “mi
può aiutare per favore” sarei più contento. A parte gli
anglosassoni ed alcuni europei, tutti gli altri entrano e chiedono
senza una forma qualsiasi di cortesia. A volte senza neanche tenere
conto del fatto che sto parlando ad altra gente.
Ma il brutto è
che non ci sono solo gli stranieri. Ci sono anche gli italiani.
Anzi, i miei
concittadini.
Ed a volte uno si
chiede cosa s'è fatto per meritarsi di vince' 4-2.
7 del mattino,
finisco il turno e mi appresto a tornare a casa. C'è gente che la
mattina tira su la saracinesca ed apre il negozio; io non devo aprire
e chiudere niente, solo andare a casina, dove le lenzuola mi
attendono. Perciò una bella mattina primaverile fresca e serena
(sono otto mesi che ho scritto 'sta storia ed ancora non l'avevo
pubblicata, scusate, ma lo sapete che sono bradipo in tutto) mi si
avvicina 'sto tizio che sembra Crozza truccato da Briatore, con tanto
di occhiali a specchio, ma anche un impermiabile da maniaco e
sacchetto con dicitura “Ipercoop Ponte a Buggiano”:
-Lei lavora qui?-
A partre la mancanza di un "Buondì messere, mi perdon l'ardire, ma poscia gradirei porle una questione" sono appena uscito
da un albergo, in giacca e cravatta che si capisce benissimo essere
parte di una divisa aziendale, ed ho appena appoggiato, sul selciato
della strada, due paletti bianco-rossi collegati da catenella di
egual colore, a delimitare il posto auto davanti all'ingresso. Ma non
ho la prontezza di spirito di dirgli che sono la guardia del corpo di
Obama che ha dovuto soggiornare qui perchè non c'era posto al Villa
Medici di Fiesole, e domani incontra i'Matte a Palazzo Vecchio. Un
giorno lo devo fare.
-Per oggi ho
finito di lavorare, ora vado a nanna. Ma dica pure-
-Ah, lei fa la
notte?-
Alle 7 del mattino
l'ultima cosa che voglio fare è parlare con un elemento del genere
sulle problematiche della mia vita, magari pure dovergli spiegare la
differenza tra notturno e turnante, perchè non lo conosco, perchè
sono stanco morto e perchè molto probabilmente non capirebbe, sia
per mancanza di lucidità mia dopo 8 ore di turno notturno sia per
mancanza di materia cerebrale sua. Perciò lascio perdere.
-Quando proprio
non se ne può fare a meno. Mi dica-
-Ehhh... sentà,
una 'uriosità, ma qui, più avanti, 'un c'era un elettrodomestici?-
Dice proprio così,
“un elettrodomestici”. Il termine negozio è dato per non
pervenuto. E comunque “elettrodomestici” è un tantino
aggressivo; da che mi ricordo non gli ho mai visto in vetrina roba
più grande di un tostapane. Il nome corretto sarebbe “casalinghi”.
-Si, me lo
ricordo. C'era, ha chiuso. Da un bel po', anche-
Incassa il colpo.
E non sembra affatto contento.
-Ma è sihuro?-
-Eccome. Ora c'è
un negozio di abbigliamento-
Viene giù tutto
il cielo. E non c'è l'ombra di una nuvola. Una sequela di bestemmie
che mi rievoca pessimi e tristi momenti: tiri di dado notevolmente
disastrosi, la tipa che mi mollò al telefono, lo 0-5.
-Abbigliamento-
Ripete un paio di volte compulsivamente.
-Si, uno di quelli
gestiti dai cinesi-
Parte una serie di
epiteti verso il popolo asiatico davanti al quale pure un ufficiale
delle SS avrebbe detto – No, dai, così esageri, basta con questo
razzismo gratuito-
Agita le mani
davanti a sé: -Mi garbava tanto, c'andavo spesso, C'HO PURE HOMPRATO
UN FRULLATORE POHO TEMPO FA- Ed alza il sacchetto della coop, che
intuisco contenere l'artefatto.
-Poco tempo fa-
-Si, sarà APPENA
UN ANNO FA-
-E ne voleva
comprare un altro?-
-No, mi s'era
guastato e volevo chiedigni se me lo hambiavano, SONO UN CLIENTE-
-Alle 7 del
mattino!-
-Noooo, gli'è
che... e passavo di qui... tanto quanto ci metteranno ad aprire,
via... TRENTA MINUTI, NO?-
-Assolutamente! Ma
io adesso vado a dormire, arrivederci-
-Mi garbava tanto
qui'negozio, CI PASSAVO SEMPRE, è proprio sihuro che è chiuso?-
-Sicuro come il
fatto che casco dal sonno, buona notte-
Mi allontano e
proseguo verso casa, passando proprio davanti a questo negozio di
abbigliamento che ha preso il posto dell'”elettrodomestici” di
cui il tipo era tanto affezionato.
Di cui lui è
cliente.
Che un anno fa ci
ha comprato un frullatore.
E ci passava
sempre.
Quel casalinghi
chiuse più o meno nell'anno in cui nacque Gaia.
Che ora ha 7 anni.
“Ci passavo
sempre”. Si, 7 anni fa.
Forse.
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