venerdì 2 gennaio 2015

Il problema del nord Italia non è la nebbia, densa e fitta quanto una ciotola di latte;

non sono una dozzina di leghisti che, tra stipendi di deputati, europarlamentari, assessori regionali o quant'altro, guadagnano quanto 3mila campi rom messi assieme;

non è il traffico, intenso quanto a Manhattan nell'ora di punta;

non è neanche il problema dei treni pendolari, lenti ed affollati quanto l'espresso Calcutta-Mombay;

Il problema del nord Italia è l'assenza totale e definitiva di qualsiasi tipo di verdura.

Mortara (ex Silvabella). Tavola della nonna di mia moglie, composizione del gruppo armate centro (tavola):

-Cappelletti in brodo. Un brodo con grado di viscosità di 100mila Poiseuille. Proteico che un cucchiaio fornisce l'apporto di proteine per 13 anni.

-Lasagne. La quantità minima. Per una compagnia di alpini.

-Polpettone. Quello americano, a confronto, è dietetico. Il che dice già tutto.

-Zampone. Dello zio grasso della famiglia Pig.

-Salame d'oca. Più grande dello zampone. Qui allevano oche del Triassico, quelle alte 2 metri al garrese.

-Ciccioli d'oca. Una ciotola di 45 centimetri. Di raggio. Colma fino all'orlo.

-Affettati. 3,45 chili. Di qualsiasi tipo d'insaccati di questo pianeta. E forse anche da fuori.

-Insalata russa. 7 quintali di maionese da cui spuntano, qua o là, pezzetti di patata od un paio di piselli.

-Sottoli. Che non sono morti quando sono stati colti, o lavati, od affettati. Sono morti affogati. Nell'olio.

-Gamberetti e totani fritti. La quantità presente nell'intero golfo di Follonica.

-27 chilogrammi di patate. Fritte. Ovviamente.

-Patè di prosciutto cotto con olive e ricoperti di gelatina. 985 calorie. Al grammo.

-Un Everest di tartine.

Ed osservo, a bocca aperta, la quantità di grassi annuale per l'intera popolazione del Michigan contenuta sul tavolo del salotto. E mollo, lì all'ingresso, la borsa contenente ricambi vestiari per un soggiorno di due sole notti. Per 4 persone. E due sono minori che mangiano il 5% del cibo presente. E la terza è a dieta da due mesi. E rimane un solo destinatario di tutto quel delirio alimentare.

Io.

E la Mariuccia mi fa:

-Mi go fai sigal pudiva, ti mangia sigal t'veu -

-Mariuccia, lo sa che non parlo la sua lingua, perchè tale è il lomellinese: una lingua a sé stante. Mi dica solo che quella tavola è per una pubblicità dell'ente del turismo della Lomellina destinata agli abitanti del Baden-Wurttenberg, e dopo le foto per il depliant il cibo viene dato alle mense dei poveri dell'intero hinterland milanese-

-eh, dai, t'è un umon grand e gros. Sic al sarà mai par ti mangià. Ta ghè da 'mpinid sat voeu stà drera a qui gran bei donn ca ta ghè in cà-

-Qualsiasi cosa abbia detto, l'alto consiglio Klingon approva. Ora però, seriamente, gradirei che dalla cucina arrivasse un'enorme zuppiera stracolma di lattuga e radicchio-

-Tag nè no sè da cul ca jeuo fai? Ad veou du bistichin ad vidlon. Ad t'ja prapara subit.

-Si, mi sento berlinese anch'io, ma Il suo tono premuroso mi angoscia e terrorizza. Comunque voglio fidarmi: se con l'insalatina ci fosse anche un po' di rucola? Due pomodorini? Sedano? Carote Julienne?

Ma ormai era già sparita in cucina, da cui emerse una decina di minuti dopo con un vassoio contenente un intero manzo tagliato a fette. Decisamente, tutto tranne l'insalata.

Il problema è che la nonna di mia moglie ha vissuto da bambina gli anni della guerra, durante i quali le proteine non erano semplicemente scarse: erano totalmente assenti. Perciò, quando riceve ospiti, le viene naturale e spontaneo cucinare qualsiasi tipo di carne animale, l'alimento considerato più prezioso. A maggior ragione quando a trovarla arrivano le bis-nipotine. Ed il problema è che cucina pure bene, ed io sono uno che mangia. Mi garba mangiare.

Due giorni dopo, al ritorno in terra toscana, come entrai in bagno la bilancia si animò: “Icchè tu voi fa te? 'un ti ci provare neanche, sai! Che 'un ti passi neanche per l'antihamera di'cervello!” Il che mi fece capire molto, sull'alimentazione lombarda. O forse sulle capacità del mio stomaco di ingerire grandi quantità di cibo.

Due giorni di vacanza natalizia, quel che insieme siamo riusciti ad avere quest'anno, da lavoratori di hotel aperti 24 ore su 24, 365 giorni l'anno. Qualcosa che un dipendente pubblico non riesce neanche a concepire. Ma comunque due giorni preziosi. Ovviamente c'è il contrappasso: entrambi abbiamo lavorato il 31 dicembre ed il 1 gennaio. E chiaramente io ero di notte.

Ora, se pensate che passare il capodanno al lavoro sia da sfigato, vi sbagliate di grosso. L'idea di dover fare festa ormai c'è passata da tempo. Mia moglie aveva lavorato la mattina ed era distrutta dalla stanchezza, mentre le bambine non sono ancora tipe da “31/12 party at any cost”, ed in questi giorni passano le giornate a divertirsi con i gadget natalizi, tutti vertenti i personaggi che mia moglie chiama affettuosamente “i surgelati”. Quindi alle 22 loro si sono messe sul divano a fare la “serata tra donne”; io me ne sono uscito per la mia passeggiata verso l'albergo. Ovviamente, pieno zeppo.

Stiamo parlando di passare la notte del 31 dicembre a Firenze, e di conseguenza le richieste, nei giorni precedenti, fioccavano.

E non tutte sono state richieste semplici:


1- Hotel xxxxx buonasera sono Marcello-

-Si, sto cercando una matrimoniale per la notte del 31-

-Certamente signore, ma devo avvertirla che per capodanno abbiamo un soggiorno minimo di 3 notti, non è possibile prenotare per una notte sola-

-Ah, no, allora non mi interessa, io a Firenze non ci voglio rimanere una notte di più!-

Fammi capire: il capodanno si perchè fa figo. Il resto dell'anno facciamo così schifo?

Poi magari vieni e la notte del 31 la passi a Piazza Batoni.


2- Hotel xxxxx buonasera sono Marcello-

-Buonasera, cercavo una camera per il 31-

.Mi spiace, ma per quella data siamo già al completo-

-Anche voi! Ma che ca**o c'è a Firenze, che non trovo niente?-

A parte il tono oxfordiano, c'è il capodanno, signora. Pare faccia figo, passarlo qui, perciò ci vogliono venire tutti.

In Piazza Batoni, chiaro.


3- Hotel xxxxx buonasera sono Marcello-

-Vorremmo una camera singola per le notti...-

-Signora, mi scusi un momento. Ha detto “Vorremmo?” Siete in due? In una singola ci può stare solo una persona..-

-Ah, ma noi siamo piccoli, ci stringiamo-

-Ehm... signora, se vuole possono offrirle un francesino, un letto che è un po' più grande di un singolo e più piccolo di un matrimoniale, ad una tariffa più conveniente di...-

-No, noi vogliamo un letto singolo, per risparmiare, sa-

Ovviamente non capiva che non si poteva fare. Mi ha richiuso il telefono in faccia affermando che “Da altre parti lo trovo di sicuro”.


4- Hotel xxxxxx buonasera, sono Sara-

-Buonasera, cercavo delle camere per capodanno-

-Certamente. Che tipo di camere le servivano precisamente? Matrimoniali? Triple?-

-Mah... siamo un po' di gente...-

-Ehm, avrei bisogno di sapere esattamente quanti siete e che tipo di camere volete, per potervi formulare un'offerta precisa-

-Ah... ecco... noi... siamo un piccolo gruppetto, ecco-

La precisione, questa sconosciuta.


E poi c'è la notte del 31 vera e propria.

Arrivo alle 22.30 ed ovviamente il bastardo di Murphy ha colpito ancora: caldaie in blocco. No h2o calda, no riscaldamento. Ma l'eroico Ettore riesce a far ripartire il sistema, e scende sacramentando a così tutto spiano che il diavolo gli sta preparando un posto speciale nell'ottavo cerchio. Per riattivare le caldaie è rimasto sul posto di lavoro anche dopo l'orario di fine turno, perso il treno e buttato via i soldi di una festa di capodanno a Prato, così lui e la sua ragazza sono rimasti qui. Mi spiace ragazzi, ma noi lavoratori d'albergo siamo soggetti a sfighe assurde: i guai si verificano sempre e comunque in questi momenti, mai durante le 10 di mattina di un feriale.

Prendo le consegne da “tempesta perfetta Katrina”, agitata come la barchetta di Clooney in mezzo alla burrasca, ma la situazione volgeva al meglio, l'h2o calda era tornata.

Da quel momento in poi, è stata una notte di capodanno come ne ho vissute altre nel centro di Firenze:

-lo scherzo telefonico, quel divertentissimo momento in cui si chiama per fare una finta prenotazione e simpaticamente chiedere informazioni assurde, perchè agli adolescenti piace spendere i soldi di papà in queste sciocchezze e disturbare chi sta lavorando; chiaramente chiamata con numero anonimo che non appare sul centralino (mi sono capitati anche furboni che chiamano con numero visibile, ma non ho mai richiamato per pietà);

-via vai di gente che sembra di essere in pieno giorno;

-urla belluine lanciate durante tutta la nottata, per far sapere al mondo un'esistenza di cui non frega niente a nessuno;

-cori da stadio che partono così, tanto per gradire, qualcuno che recita anche cose poco simpatiche verso la nostra squadra (ma se vi facciamo così schifo, perchè poi consumate lo stipendio mensile del vostro papà per donarlo a noi fiorentini in alberghi e/o ristoranti? Comunque continuate pure, eh!);

-ragazzo giovane con accento tirrenico che entra a chiedermi una camera per lui e la ragazza in piena mezzanotte, ed alla mia risposta di hotel al completo, si lascia andare a imprecazioni condite da una dozzina di “deh” che sembrava Ruffini quando fa il doppiaggio di Rambo;

-qualche minuto prima delle 24 parte l'operazione “Fall Blau”: una serie di botti che più che il capodanno 2015 a Firenze pare quello del 1943 a Stalingrado, mancava solo la neve dell'inverno russo (il freddo, in questi giorni, lo abbiamo già);

-un continuo di gente che entra a chiedermi dov'è l'hotel in cui sono alloggiati perchè si sono persi, e quasi tutti non ricordano il nome. Neanche l'indirizzo. Ma tesoro mio, come speri che sappia dove stai, con la sfera di cristallo? Ma mi hai preso per Sibilla Cooman e l'arte della divinazione? Ma perchè non chiedete un bigliettino al bancone, prima di uscire?

-ovviamente, l'immancabile ubriaco. Un ragazzo giovane, completamente fatto, che entra dentro, biascica roba che non capisco ma mi fa rendere conto che non è alloggiato nel mio albergo, e chiaramente non se ne vuole andare, perchè ha deciso che il suo pit-stop di lunga durata lo passerà lì. E meno male che avevo due amici venuti a trovarmi che mi dicono “lascia fare, ci rimetti te” perchè stavo per prenderlo a manate. Se ne va dopo mezz'ora, forse perchè cominciava a rendersi conto che lo stavamo perculando tutti e tre;

-dulcis in fundo, la perla delle perle: prenotazione di una camera singola, arrivano nel pomeriggio. Arrivano, verbo arrivare, modo indicativo, tempo presente, terza persona plurale. Sono in due. Prenotano una singola e sono in due. Ovviamente la Cate gli fa notare che non è possibile stare in due in quella camera, l'unica rimasta, e la tipa se ne esce fuori con questa genialata:

-Ma non potete accomodarci in qualche modo?-

Quando la Cate me lo riferì strabuzzai gli occhi, e lei si mise a ridere che -Avevo la tua stessa espressione- Chiaramente gli aveva detto di no, e questi se ne erano andati. Pure sdegnati ed offesi. Effettivamente, anche io sarei piuttosto risentito se prenotassi una camera con la mia carta di credito, con annesso pagamento, e non potessi usufruirne perchè pretendo che la stessa contenga più persone di quante ve ne possano stare a norma di legge. Diamine, siamo in Italia, un po' di flessibilità, no? (si nota il sarcasmo?)

Buon anno a tutti.

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