Lavorare
alla portineria di un albergo in pieno centro, a Firenze, comporta
richieste che, c'è poco da fare, non possono proprio essere
soddisfatte. Il punto è: o bene bene o male male. O il cliente è un
turista rilassato che accetta le difficoltà di viaggiare in un paese
estero pur di godersi la gita e le meraviglie del Botticelli, od un
nevrotico che mette a dura prova la propria pazienza. E ci tocca fare
buon viso a cattivo gioco, quando si avrebbe una gran voglia si
estrarre un phaser, settarlo a massima potenza ed interpretare il
cattivissimo klingon di turno.
Due
episodi capitati a Diego, collega dalla mente brillante e pazienza
che rasenta quella di tata Lucia.
1.gruppo
sudcoreano. Il capogruppo, come è giusto che sia, parla inglese. Il
resto della combriccola, ovviamente, solo la loro lingua. Si
presentano tutti quanti sono al bancone per chiedere come far
funzionare il wifi sui loro apparecchi, con il capogruppo a fare da
interprete.
Diego,
ovviamente, si trova in difficoltà, perchè gli apparecchi hanno i
caratteri dell'alfabeto hangul, e chiaramente non ha la più pallida
idea di come fare a settargli quel benedetto wifi. Ed alla sua
richiesta di mettergli almeno l'inglese, il capogruppo se ne esce con
questa strabiliante domanda:
-Eh,
ma lei lavora in albergo, non le conosce le lingue?-
Ce
la vedo l'espressione di Diego che diventa uguale a quella di un
ispettore di Scotland Yard davanti all'ennesima vittima di Jack. Ma
ti pare che le parli e le scriva tutte? Ma secondo te conosco proprio
il coreano? Se proprio dobbiamo imparare una lingua asiatica
studieremmo il cinese, che è un colosso ben maggiore di voi.
E
non oso pensare come avrebbe reagito con me, che parlo la lingua di
quelli che li hanno brutalmente assoggettati fino al '45.
2.Israeliana.
Ed ho detto tutto.
Signora
altolocata, nel senso che è in alto sulla torre insieme al mostro di
Milwakee, e chiunque butterebbe di sotto lei e salverebbe il mostro.
A confronto un tipo amabile con problemi trascurabili.
La
signora è con la figlia, ha la prenotazione di una camera doppia per
una serie di notti. E dimostra una discreta loquacità, riversando su
Diego un ininterrotto fiume di parole sulle sue “difficoltà” a
viaggiare su e giù per la penisola. In pratica le due tipe erano
salite sul treno senza prenotare, e sbraitando, avevano convinto il
controllore a non applicarle nessun biglietto ma solo una penale di 8
€.
Quando
Diego me lo riferì, strabuzzai gli occhi neanche dopo aver visto
certi rigori inesistenti. Alla fine, ridendo, concordammo sul fatto
che il controllore fosse stato brutalmente cazziato dai superiori per
aver praticamente regalato a delle imbucate un viaggio gratis sulla
tratta Milano-Firenze. Ma il peggio doveva ancora arrivare.
Le
clienti, dopo il check-in, salgono in camera e, chiaramente, ne
scendono subito. La signora comincia ad elencare le sue strabilianti
richieste contandole con le dita della mano:
-free
upgrade (passare da una standard che avevano prenotato ad una
superiore. E senza pagare il necessario supplemento. Ovviamente con
vista sul Duomo);
-bottiglia
di vino offerta.
-prenotazione
ai musei offerta.
-alla
partenza, transfert per la stazione offerto.
Più
qualche altra mezza dozzina di cose, ovviamente sempre e solo
offerte.
Roba
da mostrarle uno solo, dei diti della mano.
Diego
non è uno che si fa mettere sotto così, tanto facilmente. Anzi. E'
un tipo duro, ex carabiniere. E non di quelli delle barzellette.
Mostra la faccia da tutore dell'ordine. Si oppone, com'è giusto che
sia, a tutto.
Le
due tipe cominciano una peregrinazione all'interno della struttura
per visitare tutte le camere che il mio collega ritiene sia giusto
abbiano con la loro prenotazione, cioè camere standard. Visitandole
praticamente tutte. Gli va anche incontro con alcune più carine e
tranquille, ma ovviamente non c'è niente da fare, non gliene aggrada
una che sia una. Alla fine si decidono a stare almeno in una, per
quella notte, salvo partire il giorno dopo. E pretendere di pagare
solo quella notte, alla faccia delle penali per tardiva
cancellazione.
Ripeto:
un phaser, ecco cosa ci vuole. E non per stordire.
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