Portiere d'albergo. Vorace lettore. Scrittore a tempo perso. Giocatore da tavolo. Nemico di un gatto. Depresso cronico. Attendo l'arrivo dei Vogon o, in subordine, il ritorno di Vladimir Ilic Ulianov.
venerdì 18 settembre 2015
C'è
una nazionalità di clienti, per fortuna particolarmente rara, che
non si gradisce volentieri in albergo. Si tende ad evitare che
soggiornino.
I
nigeriani.
Ora,
prima di muovere accuse di razzismo, vi prego di leggere attentamente
questa storia, capitatami in due giorni agostiani: un 15-23 ed un
7-15. Il classico accoppiamento abbinato di turni in due giorni,
comune in tutte le strutture alberghiere del pianeta. Intenso e
devastante come un concerto del Pistoia Blues, con la folla, la
calura di Luglio e l'assaggio delle sostanze che circolano nella
piazza, ma senza la musica.
Ve
lo scrivo in italiano, ma ovviamente, trattasi di dialoghi in
inglese.
Vero
le 17, entra nell'albergo, munito di trolley e borsone, una copia di
Marsellus Wallace con la statura di Michael Jordan.
Un
doppelganger così perfetto (a parte un pancione alla Ronaldo e
Maradona messi assieme) nel vestito elegante e la testa a palla di
biliardo, che mi aspetto dica che attende gli amici per il lavoretto
medioevale. Basta non mi prenda per Zed.
Invece
mi chiede, logicamente, se ho una camera.
-Che
tipo di camera?- perchè è ovvio che devo sapere in quanti siete,
cicci belli, prima di fare un'adeguata offerta.
-Una
singola-
Ok,
vuole una singola. Magari è davvero così; il suo inglese sembra
buono. Ma tendo a non fidarmi, di chi entra a chiedere.
E
faccio bene. Ormai conosco i miei polli.
Perchè
una volta ricevuta la tariffa dal sottoscritto, smolla trolley e
borsa davanti al bancone (senza chiedermi se può lasciare un attimo
lì. Niente di niente. Butta giù e basta) ed esce. Si affaccia alla
porta a chiamare, ovviamente, lei.
Ora,
a parte il mettermi le mani in faccia (il classico facepalm doppio)
perchè mi chiede una singola e poi sono in due, il modo con cui
chiama la sua lei indica perchè tendiamo ad evitare i nigeriani.
Se
a metà del mese scorso avete sentito un urlaccio venire in direzione
Firenze, era lui che chiamava la moglie dal mezzo della strada.
E
malgrado questo grido, ad una quantità a 3 cifre di decibel, lei
pare non udire, perchè lui replica. Stavolta con un fischio che
avrebbe mostrato l'ammirazione di un pastore della Barbagia quando
chiama il cane pastore. 3 colline più in là.
Una
cacioneria a livelli stratosferici.
Non
sono cattive persone. Oltre ai miliziani islamici, l'unico altro
nigeriano antipatico resta taribo west, che andava radiato dal calcio
immediatamente ma gli dettero solo un giallo perchè protetto da
maglia strisciata, che in italia rende intoccabili i soliti 33
giocatori. Quei pochissimi nigeriani turisti che capitano sono
ovviamente residenti in paesi europei: il problema, appunto, è che
si portano sempre dietro questo livello stratosferico di cialtroneria
e casinismo.
Lei
arriva con il fracasso di una compagnia di panzer in pieno fall blau;
urla al marito qualcosa in Yoroba od altra loro lingua ma che, dal
tono, sembrerebbe una roba tipo “ma in che razza di topaia mi hai
portato?”.
E'
il classico spettacolo di nigeriana nella sua idea di eleganza e
classe.
A
parte un abito-pantalone che lascia scoperte spalle e braccia, e sono
braccia larghe il doppio di quelle del marito (per non parlare del
posteriore, che sembra la poppa della Concordia), le unghie sono un
patchwork colorato che sembra la tavolozza di Kandinsky caduta in
terra, mentre sulla faccia ha un intero negozio Limoni di ombretto
azzurro; e soprattutto, ciglia finte di mezzo metro di lunghezza.
Credevo
che non le avrei mai viste in tutta la mia vita, le ciglia finte.
Lei
continua a gridare fino a che il marito non gli dà una tale manata
sul sedere che lo spostamento d'aria scuote anche il video del
computer. A quel punto lancia una serie di strilli che sembra stia
avvertendo la popolazione di Abuja che stanno arrivando le
avanguardie di boko haram, salvo poi voltarsi, acchiapparlo per le
orecchie e stampargli un bacio sulla bocca.
Appoggio
i gomiti sul bancone ed affondo la faccia dentro i palmi delle mani.
Non ho altre alternative.
Un
“bop” da apertura di bottiglia di prosecco mi avverte che lo
slinguamento è terminato, e posso rialzare la testa.
Gli
spiego che una singola non gliela posso dare. Sono in due, anche
belli massicci, ed è chiaro che una matrimoniale è il minimo. Li
aggiorno sulla tariffa, e li mando su con Matteo a vedere la camera.
Quando scendono, lei non fa una piega: mi passa la carta di credito
(è sempre la parte migliore del lavoro) ed i documenti. Mentre io
addebito e registro, lei si rivolta dal marito per altre esplorazioni
linguistiche. Il tutto sempre condito di urli e risate sguaiate,
ovvio. Poi firma il cedolino pos, prende chiave, codice wifi e vanno
all'ascensore.
Ricordatevi
che chi sta scrivendo è toscano. Fiorentino con ascendenze
casentinesi, per di più. Se mi scandalizzo per il casino di certi
clienti, rendetevi conto di che livelli vi sto parlando.
Non
li rivedo fino a sera, quando escono per cena. Poco prima che
stacchi, rientrano e si piazzano sul divano davanti al bancone,
sempre con le solite urla che sembra si stiano scannando, salvo poi
baciarsi selvaggiamente. Ad un certo punto lui si stacca da lei, mi
guarda e mi fa:
-Sprechen
sie deutsch?-
Ora,
a parte farvi capire che costoro sono arrivati qui da turisti
partendo dall'Africa sub-sahariana per andare nel paese la cui
popolazione si occupa di orologi a cucù (il che è bene, Welles
aveva torto) e custodire i soldi altrui sottratti tramite furto od
evasione (il che è male, urge attuare l'operazione Tannenbaum), è
chiaro che lui vuole fare lo sborone.
Parla
il tedesco, lui.
Non
puoi farcela, giovane jedi. Non hai il mio livello di esperienza e
sboronamento.
-にほんごできる-
-What?-
Sgrana
gli occhi, neanche gli avessi detto che vengo da Marte, e mi spara
questa meravigliosa quanto incredibile domanda:
-Are
you form Japan?-
A
parte il mio sentirmi onorato da tale questione, direi che no, non ho
proprio l'aspetto a giapponese. E' chiaro che sono italiano, in tutto
e per tutto. Il che può anche essere un profondo svantaggio. Ma il
punto non è quello. E' che lì per lì ci penso anche. Chi invece
capisce subito che il nigeriano ha appena detto una gigantesca
sciocchezza, è la moglie. Che è donna, e quindi essere superiore
intellettivamente.
Non
faccio a tempo a dare la risposta negativa che si sente uno schiaffo
sonorissimo: è lei che ha dato una manata fortissima alla sua
coscia, urlandogli qualcosa che interpreto chiaramente come “Ma che
ca**o dici? E' chiaro che lo ha studiato, no? Ti pare un giapponese,
pirla che non sei altro?”, e poi mi guarda con l'espressione di
Carla Signoris.
Effettivamente,
faticai molto a non esplodere dal ridere. A parte questo modo caciaro
di vivere, mi avevano già dato materiale per una storia, ed erano
simpatici, quindi non mi pentii affatto di averli presi. Ma il meglio
doveva ancora venire.
La
mattina dopo scendono per fare colazione, ma prima passano al banco
per riempirmi di lamentele: l'aria condizionata non fa, c'è poca
acqua calda, la stanza è piccola, il wifi penoso, ecc ecc. Ma ormai
avevano pagato, e poi la camera l'avevano vista, prima di comprarla.
Vanno a fare colazione, quando finiscono tornano al banco e.... mi
chiedono di averla per un'altra notte.Ora,
mi venite a dire che la camera vi fa schifo e poi la volete per
un'altra notte? Vabbè, è il classico modo di cercare di strappare
uno sconto. Il punto è che il pomeriggio di ieri, quando siete
entrati, ve lo avevo detto che oggi ero pieno, e la camera era
disponibile per una sola notte. E' inutile che facciate i delusi.
Perciò
scendono i bagagli per partire. Mi si presentano davanti per darmi la
chiave ed in quell'istante, lui allunga le mani e.... mi sistema la
cravatta. Che effettivamente, dopo 4 ore di turno, era abbastanza
fuori posizione. Un momento di silenzio assoluto, con lui che mi
aggiusta bene al colletto il pezzo di stoffa pendente, e poi mi
stringe la mano tenendo il pollice in alto. E poi me la stringe lei,
che sfoggia un sorriso così splendente che a fissarlo troppo
potrebbero crearsi lesioni alla retina. E mi spiace veramente di
essere pieno e non potergli offrire una camera.Stanno
per uscire, quando lui, sulla soglia, ci pensa un attimo, si blocca
(con lei che gli sbatte la faccia all'altezza del sedere, giusto per
farvi capire le proporzioni della coppia), si volta verso di me e con
un sorrisino sarcastico mi fa:
-Se
non troviamo una camera per stanotte, veniamo a dormire da te. Ci
ospiti a casa tua-
Allora
non hai capito con chi hai a che fare, ragazzo!
-A
casa mia?-
-Si,
a casa tua-
-A
casa mia solo lei. Tu no-
Lei
esplode in una risata che deve aver sentito anche un operaio della
tranvia intento a trivellare in Piazza Viesseux.
Lui
invece non capisce, forse il mononeurone è a vedersi un video di
micetti su youtube.
Ci
pensa.
Sparizione
sorriso tra tre.... due... uno....
Puf,
sorriso sparito.
Morale:
al di là delle battute che ho scambiato con questi due, è
consolante sapere che, se mia moglie dovesse stufarsi di me e
sbattermi fuori di casa (perchè purtroppo non è il tipo da “torno
da mia madre”. Lei è quella da calcione nel didietro e cambio di
serratura), per lo meno una nigeriana di 90 kg che mi raccatta,
dovrei avere speranza di trovarla. E senza neanche impegnarmi troppo
l'arte della galanteria.
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