Io
non voglio essere razzista, ma ogni tanto la battutaccia ci sta. Una
volgarissima, zozza, stupidissima, ignorante e leghista battuta
sull'etnia del cliente antipatico. Non me ne vogliano i suoi
connazionali (alcuni sono miei colleghi di lavoro), ma qualcuno se la
merita. Diamine, un po' di politicamente scorretto, ogni tanto, ci
vuole.
Coppia
giovane. Poco più di vent'anni. Abbigliamento sportivo. Disegni
colorati sulla pelle. Paese balcanico.
Lui
è di un'altezza che all'NBA direbbero “E' un buon inizio”.
Lei
d'un biondo che Cameron Diaz direbbe “Ok, è il momento del
ritiro”.
Entrambi
sono d'un musone che sembra abbiano appena sentito dire in tv che
Salvini che andrà in Nigeria con i soldi di Bruxelles. Sorridessero,
sarebbero una coppia splendida.
Scendono
dalla camera in un pomeriggio e chiedono un taxi. Lo chiamo. Arriva.
Salgono e via. Fino a qui, tutto bene. Ma, come recita il film, il
problema è l'atterraggio.
Dopo
una un'ora tornano. Agitatissimi.
-Noi
perso iphone su taxi, tu può chiamare e cercare taxi?-
Perdere
oggetti nei taxi può essere una vera scocciatura. Per noi portieri,
ovviamente. Perchè il cliente si presenta al bancone aspettandosi
che noi si abbia la bacchetta magica da agitare per far magicamente
apparire il bene smarrito.
Non
ci riuscirebbe neanche Silente.
Se
perdi un oggetto su un taxi, non è affatto detto che il tassista se
ne accorga. Non si mette a rovistare dietro, dopo che un cliente è
sceso. Incassa il pagamento del servizio e via. Al massimo gira la
testa e guarda sui sedili, ma non sempre lo fa. Oppure un oggetto può
benissimo cadere e finire sotto uno dei sedili anteriori. Poi sale un
altro cliente, lo nota e, zac, se lo intasca.
I
tassisti non si intascano niente. Conservano tutto. Due mesi fa una
giapponese perse in un taxi un cellulare ultimo modello, di quelli
che per comprarlo non basta il prestito dell'FMI ad Atene. Tra
l'altro uscì la sera a cena con altri colleghi (era qui per un
congresso), ed era in kimono. Meravigliosa, mi sembrava di essere
tornato ad Okazaki vent'anni fa. Comunque: riuscimmo a risalire al
taxi grazie ad una chiamata alla compagnia (li chiamiamo con internet
con un apposito programma che conserva i codici dei taxi), ma essendo
le 23 passate, il tassista aveva staccato ed era andato a dormire, ed
avrebbe ripreso servizio la mattina alle 8.
Due
ore prima era già al bancone, a chiedere notizie del tassista.
Io
e colleghi, a parte chiamare la compagnia dei taxi che tentava di
contattare l'autista di 'sto Bari 7, Parigi 12 o Timbuctu 25, neanche
me lo ricordo, non potevamo fare altro.
Ogni
10 minuti, la nipponica arrivava a chiedere altre informazioni e di
fare un'ennesima chiamata alla centrale.
Uno
snervo senza precedenti.
Addirittura
la signora, che avrebbe un posto prenotato su un freccia rossa,
preferisce perderlo. Non va neanche a cambiare il biglietto alla
stazione pur di stare lì. Alla fine si riesce a contattare il
tassista che conferma che si, il cellulare era rimasto in auto e lui
l'aveva trovato. E l'avrebbe riportato alla cliente, prima di
cominciare il servizio. Così dopo mezz'ora lui arriva e lo ridà
alla giapponese.
Che
a parte dire un grazie, non gli dà un centesimo di mancia.
Come
direbbe il mio collega Ettore, avessimo un euro per ogni grazie,
avremmo già ripianato il debito greco.
Non
voglio fare una difesa spassionata dei tassisti, specialmente dei
miei concittadini. Anche su di loro sarebbe da dirgliene diverse.
Qualcuno sarebbe da sbattere discretamente contro il muro fino allo
sgretolamento dell'intonaco, in quanto sfrutta appieno la letale
combinazione tassista+fiorentino (anche se tassista+romano dev'essere
qualcosa che, in quanto a simpatia, viene appena un pelino prima
della gestapo, l'isis e licthsteiner). Ma sono sufficientemente
onesti e scrupolosi, per quel che riguarda gli oggetti persi dai
clienti nelle macchine. Almeno, è quel che spero.
E
comunque, Milano 25 ce l'abbiamo solo a Firenze.
Ma
torniamo ai due modelli balcanici.
Questi
due, belli come il sole e con l'espressione del mostro di Milwakee,
mi si paventano di fronti, trafelati, che hanno perso questo
telefonino su un taxi.
Avendo
chiamato io il taxi, un'ora fa, tramite l'apposito collegamento sul
pc, riapro lo stesso e risalgo alla sigla. Quindi chiamo la
compagnia, che prova a contattare il tassista. E ci riesce.
Ma
il tassista afferma di non aver trovato niente.
Ovviamente
io non parlo direttamente con costui. E' la compagnia che lo contatta
con il suo sistema, le radioline cb in dotazione ad ogni macchina.
Riattacco,
e comunico la ferale notizia ai due ex possessori di telefonino iper
tecnologico ed ultra costoso. Il tassista non ha trovato niente.
Ammette di non aver controllato, quando loro sono scesi, quindi
qualche altro cliente potrebbe esserselo preso. Lui, una volta
ricevuta la chiamata dalla centrale ha guardato ovunque, anche sotto
i sedili o nella fessura sedile-schienale, ma non c'era niente.
Tutto
ciò, sempre ammesso che il cliente dell'albergo lo abbiano veramente
perso lì. Sottinteso, chiaro.
Questi
due si guardano in faccia, poi mi chiedono di chiamare ancora, che
vogliono parlare con il tassista, ma io ribatto di no. Non posso
stare un'ora dietro alle vostre fisime. Dovete fidarvi. Se vi dice
che non ha trovato niente, vuol dire che non ha trovato niente. Avete
perso un telefono, capita a tutti, è capitato anche a me. Fatevene
una ragione. Oltre al fatto che potreste averlo smarrito altrove ma
vi siete autoconvinti che l'avete perso proprio lì.
Lui
assume uno sguardo, se possibile, ancora più incacchiato, perchè
chiaramente non crede affatto a tutto ciò, ed è ormai pienamente ed
assolutamente convinto di essere stato derubato, e si mette a sedere
sul divano imbronciato come dopo lo 0-5. Lei rimane lì immobile a
bocca aperta per qualche lunghissimo istante, poi se ne viene fuori
con questa incredibile, pazzesca richiesta:
-Ma
no può parlare direttamente con tassista? No può avere suo
indirizzo?-
La
mia doveva essere la stessa incredula e stupefatta espressione che
avevo prima di sbottare in “Ca**o, dai, ma era fuorigioco! Come si
chiama 'st'arbitro norvegese di m****?”.
Carissimi
clienti balcanici che un paio di mesi fa avete perso il telefono e mi
avete rivolto questa domanda: ma vi pare che la compagnia dei taxi
viene a dare a voi, due perfetti sconosciuti, il numero e l'indirizzo
di un suo tassista? La privacy l'abbiamo definitivamente gettata nel
cassonetto?
E
mi viene in mente la battutaccia che si fa sui balcanici quando sono
incacchiati neri con qualcuno:
-Io
spacca bottilia! Io ammazza familia!-
ps.
i due non mi hanno più rivolto la parola durante il resto del
soggiorno.
Ormai
ero stato etichettato come complice.
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