Sono una persona di poche, scarse pretese.
Il fatto di essermi tirato su un blog seguito da un discreto
numero di persone non fa, né farà mai di me, un manico. Un esaltato. Mettere su
un blog è facile. Lo possono fare tutti. Basta cliccare un paio di bottoncini
et voilà, ecco una paginetta. Su uno dei tanti siti che lo permettono o su
faceboook.
Ovviamente non posso assolutamente negare -sarebbe
infantile- che il sapere che ci sono persone che mi leggono, ed incredibilmente,
apprezzano pure quel che scrivo, non esalti il mio ego. Ma rimane un piccolo
hobby. Così come lo è scrivere roba di tutt’altro tipo, come raccontini di
fantascienza per partecipare a concorsi letterari o provare a tirare su un
romanzetto senza pretese. Per il puro gusto di farlo. La mia vita è ben altro.
E’ un lavoro duro ma appassionante. E’ una famiglia meravigliosa che mi vuole
bene. E’ la passione di trovarmi con amici a giocare attorno ad un tavolo,
ingurgitando bibite gassate e muovendo cubetti di legno su una pancia di gioco.
Lo sarebbe pure se avessi 10 o 100 volte i seguaci che ho adesso (pochi, ma
buoni, come si dice in questi casi). La vita reale è questa, ecco ciò che
conta.
Quindi no, non andrò mai in giro a dire “sono un blogger”,
con la prosopopea di una grande persona. Mi pubblicizzo, ma con
discrezionalità. Prima viene il padre, il portiere d’albergo, l’amico, il
giocatore. L’uomo. Poi il resto.
Ci sono persone che, invece, si sentono arrivati perché hanno
centinaia di migliaia di “followers”. Ok, lo capisco, davvero. Magari riescono
pure a viverci, con la paginetta. Blogger che hanno saputo “vendersi”. Bravi, se ci
riescono. Oltre a saper scrivere, occorre quello: saper vendersi. Probabilmente io non
ne sono capace. Mi va bene così.
Ora, io capisco che tu, cara blogger iberica, ti senti
arrivata perchè hai un numero spropositato di “seguici”. Lo comprendo. Non mi
disturba che tu ci provi, a chiedere una camera gratis (non lo dici, ma è
sottointeso) in cambio di pubblicità. “Ogni lasciata è persa” dicono molti
maschi quando ci provano con tutte. Magari ti può andar bene. Qui no, perché dopo
letto la richiesta, l’ho cancellata in un batter d’occhi. Ma intanto c’hai
provato. Perché non farlo? E’ stata una tua scelta. Io non ce la farei mai, ma
non sono te.
Quello che proprio non capisco è:
ma perché, diamine, perchè ti sei ridotta ad un
traduttore internet?
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