1 - Coppia italoamericana che non conta
le primavere ad anni.
Le conta a decine.
Per loro Ellis island non era un
ricordo un po' nostalgico ed un po' triste dei nonni. Ci sono passati
direttamente.
Le vere macchiette. I classici esempi
di italoamericano che parla con quell'accento sgravato, metà yankee
metà Calabria.
La signora mi si presenta al banco
chiedendomi un po' di tour variegati: Siena, Roma, Venezia. Qualsiasi
cosa, basta andare a giro. Ma per il giorno dopo sembra sia già
tutto pieno. Tutte le compagnie di tour sembra siano state prese
d'assalto da torme di turisti.
Lei si agita, guardandosi a destra e
sinistra: -Nessuno che va qualche parte? Lasciano tutti qui noi?-
-Pisa?-
-Noi va Pisa martedì, sta lì una
settimana-
Glisso sul fatto che lì ci stiano ben
una settimana. Immagino il mare, anche se non sembrano i tipi. Adoro la Torre ed il centro (e sono fiorentino) ma starci 6 giorni dev'essere come lavorare nell'ufficio postale di Chinaski.
Prendo il libretto dei tour, provo a
chiamare ancora l'agenzia ed alla fine qualcosa gli trovo: Assisi.
-Si, tu prenota, noi volere fare tour,
noi già visto musei, cosa fare qui poi?-
Per musei intende i soli Uffizi, perchè
da noi soggiornano solo 2 notti. Ma intanto gli ho venduto un tour
dell'intera giornata. E per noi portieri c'è la commissione.
In quel momento arrivano altri due
clienti. Che esordiscono con un sempre bellissimo e meraviglioso
accento inglese.
La calabro-yankee si volta verso di
loro e gli chiede così, a bruciapelo: -Brooklyn-
La cliente inglese, sulla prima, non
capisce, poi puntualizza che no, non è americana. Sono inglesi. La
signora si scusa dell'errore, ma io non posso fare a meno di
chiedermi: ma come si fa a confondere un accento inglese con uno
americano? E' come sbagliarsi tra il calabrese ed il toscano, via.
2 – Vorrei una camera con vista-
esordisce con un tono che dev'essere la figlia di Charles Manson.
-Non ne ho più-
-Cerchi bene-
-C'è poco da cercare. Sono le 9 di
sera, siamo completi e lei ha l'ultima camera disponibile-
Un neurone che gira vorticoso, nel
nulla assoluto.
Poi rinuncia. E decide di suicidarsi.
Troppo lavoro.
-E quindi non c'è nessun'altra camera
disponibile?-
3 – Un tedesco con minore conoscenza
d'inglese di mia figlia si lamenta dell'alto costo del garage:
-Il costo varia a seconda della
grandezza dell'auto, e questa macchina ha il prezzo massimo, grande
com'è. Insomma, è una Kia Sorento (i coreani si divertono, a
maltrattarci. Nel calcio come nei nomi. Questo vale anche per la mia
ex, che era di Seoul).-
Lui ci pensa. Mi guarda. E' serio.
Serissimo.
-Non è mica tanto grande-
4 – Si può avere una camera con
vista? - (ultimamente c'è l'epidemia)
-Mi spiace, non ne abbiamo più
disponibili-
-E noi come facciamo a vedere la città-
-Camminando-
Almeno, ci ha riso.
5 – Le buona, vecchia, classica
telefonata di chi, ostinatamente, è convinto che la speranza non
muore mai.
-Ho guardato su internet, ma ovunque,
su qualsiasi sito, mi dice che non avete camere disponibili. E'
possibile?-
-E' possibilissimo. Si chiama
“completo” ed è una bellissima cosa per noi-
-Ma per me no, io devo venire a
Firenze. Proprio non ha niente?-
Stavo per proporgli di dormire sul
divano della hall per una modica cifra, a patto che non disturbasse
il portiere di notte, ma ho preferito glissare.
Herr direktor potrebbe anche essere
d'accordo.
6 – Due clienti di nazioni diverse.
Maschi, come me. Anziani quanto basta per dire “potevamo farci
dall'asilo al diploma assieme”
Due t-shirt nere.
Per entrambi, la indico e dico “ottima
scelta”. Entrambi replicano con il pollice alzato.
Due scritte diverse, ma altamente
significative: “Black Sabbath” e “AC/DC”
La mia generazione è stata la
migliore. E la più fortunata.
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