giovedì 11 marzo 2021


 E' passato un anno.

In questi primi giorni di Marzo del 2020 smontavo da un turno e andavo a casa. E ci sono rimasto finora. Ci siamo rimasti tutti noi portieri.

A dire la verità non è proprio così. Passata la prima ondata sono stato due mesi in montagna, nella casa dei miei. In un paesino a 60 km da Firenze ma così indietro nel tempo che se andassi a giro con una tuta antiradiazioni gli abitanti penserebbero che sia un alieno. Ma lassù eravamo davvero isolati. A parte occasionali viaggi verso Strada in Casentino o Poppi per andare al supermercato, il resto del tempo l'ho trascorso soprattutto a giro per la montagna. 

Confesserò una cosa: a settembre ho fatto dei turni in un altro albergo, sempre in centro, e a pochi passi da quello dove sono ufficialmente dipendente da venti anni.

Non è bello ammettere di aver lavorato a nero, ma non l'ho fatto per i soldi. La cassa integrazione è bastata a pareggiare il livello dei risparmi; non ci vuole poi molto, se uno fa attenzione alle spese, ma sono anche una persona fortunata con uscite fisse abbastanza contenute. No, il mio bisogno di lavorare era proprio la necessità di tornare ad accogliere i clienti al bancone, anche se il sorriso di circostanza non si vede a causa delle mascherine (ne indosso due). Come sempre ho trovato belle persone e delle matte non indifferenti, come due inglesi dell'età approssimativa della loro regina che chiedevano dei biscottini per il loro tè pomeridiano e volevano prenderli infilando la mano nel contenitore. E alla partenza pretesero di non pagare un supplemento da loro esplicitamente richiesto al check-in. Ma ricordo anche due ragazze giovani del centro-nord Europeo che entrarono chiedendo informazioni sulle tariffe e sul parcheggio. E in centro l'unico modo per risparmiare è andare a mettere l'auto a Scandicci e poi arrivare qui in tram. Andarono via, e pensai che non erano interessate. Invece dopo un paio d'ore tornarono tutte contente: mi spiegarono che, visto c'erano, si erano già fatte un giro in centro (con i bagagli) e poi avevano scelto me perchè ero stato l'unico portiere, degli alberghi visitati al loro arrivo a Firenze, che aveva fornito tutte le informazioni possibili sui costi dei parcheggi e la città in maniera disinteressata, anche se non erano prenotate.

Ho trovato anche bellissimi colleghi nuovi e altri con cui avevo già lavorato. E tanta, tantissima nostalgia.

Non è durato molto, visto che si è richiuso a fine Ottobre. Ma ultimamente ho ritrovato una certa voglia di darmi da fare. Esco molto, per lunghe passeggiate. Evitando il più possibile tutto e tutti, cammino per diversi chilometri. Ogni tanto vado a un parco da dove posso vedere il cupolone. Leggo molti libri e ho riscoperto il piacere di andare in biblioteca, benchè abbia, giustamente, posti limitati. E ho ripreso a creare qualcosa e partecipare a dei concorsi -letterari e di gdt- anche se, come tutti quelli precedenti, sarò rimbalzato al primo turno. Pazienza. Io ci provo lo stesso.

Non si molla di un millimetro.

Nessun commento:

Posta un commento