Cose che ho imparato di Venezia:
- Qui vanno avanti a Spritz. Non hanno nient'altro da bere. A un certo punto arrivai in una piazzatta con dei tavolini fuori da un bar. Saranno stati una decina. Tutti occupati e tutti, proprio tutti, avevano lo Spritz. Credo che ormai l'acqua potabile lì esista solo in forma solida e potessero, i veneziani, renderebbero ghiacciati anche i canali.
- Perdersi per Venezia è bellissimo. Vagare per le viuzze è qualcosa di magico, in particolare passare da stradine colme di persone, poi girare un angolo e trovarsi in un budello completamente vuoto. Ah, una goduria.
- Perdersi per Venezia è terribile! Si gira in tondo e ci si trova sempre nello stesso posto. E no, il navigatore non funziona. Vi fa passare per viuzze che terminano inevitabilmente in un canale e non c'è nessun ponte. E quando riuscite a trovarne uno e passare dall'altra parte, finite in una stradina strettissima mentre la malvagia applicazione dice "sei arrivato a destinazione".
Ti prende anche in giro.
- Mi hanno spiegato perchè i veneziani odiano i turisti: perchè questi ultimi camminano con flemma e paciosità, osservando ogni piccolo particolare, mentre i lagunari filano spediti lungo percorsi che conoscono solo loro zigzagando tra i turisti lumaconi. In questo noi fiorentini siamo più fortunati, perchè abbiamo potuto creare belle strade larghe come Via Calzaiuoli o Via Calimala. Incanaliamo lì i turisti, poi noi fiorentini facciamo le stradine.
Il problema del turista non è la quantità. E' la lentezza.
Però si, sono troppi. Bisogna tenerne qualcuno fuori, fare un numero chiuso. Ma spero mettano noi fiorentini in fondo alla lista.
- Ho visto gondolieri proporre giri ad afroamericani enormi, dei Marcellus Wallace in vacanza veneziana. Passavo io, mi osservavano con un certo disprezzo e voltavano lo sguardo. Devo proprio sembrare italiano fino al midollo.
- Questi combattevano gli ottomani. Mica gente così, presa a caso. Se le davano di santa ragione con la più grande potenza dell'epoca. Invece noi toscani a menassi tra di noi: ghibellini, guelfi bianchi e neri, i senesi e i pisani. Capite bene a differenza: loro coi turchi e noi coi pisani. Praticamente i veneziani erano in Champions e noi ancora in interregionale. Eravamo inadeguati proprio.
- Come ogni volta che capito in albergo da cliente, osservo scrupolosamente tutto. La classica deformazione professionale. Personale gentile, ambiente pulito, camera funzionale ma, nota dolente, polvere sopra l'armadio e sotto al letto. Ahi ahi ahi. Ma non vi dirò altro. Non sono uno che lascia recensioni negative. Poi, per quello che ho pagato, era puro lusso. E ho dormito bene.
- Ho dormito malissimo! Ma solo perchè preda dell'emozione. Domenica sera c'è stata la premiazione di un concorso a cui ho partecipato. Ero intenzionato a essere presente, ma dopo aver prenotato hanno reso l'evento privato per le evidenti ragioni sanitarie. Perciò ho visto la diretta youtube dal wifi dell'albergo. Su 236 partecipanti sono arrivato sesto. Se vi interessa, cercate il premio Archimede dello Studio Giochi.
- Come sono entrato nella sala del Maggior Consiglio, di palazzo Ducale, sono rimasto bloccato. Congelato, come se mi avessero lanciato un Pietrificus.
Credo di esserci rimasto un'ora, totalmente incantato.
E' vero che noi, a Firenze, abbiamo il salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, ma questa ha una grandiosità diversa, tutta sua.
-"Venezia è bellissima ma non ci vivrei mai". Così dicono, ma a me mancava già non appena partito.
Io sono per rifare la Lega Italica. Bisogna esserci alleati, con codesta città.
Domani vado a dirlo a Nardella.
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