Ho ripreso parecchia voglia di scrivere. Tra poco meno di un mese dovrebbe arrivare una nuova, piccola creatura -no, non ha quattro zampe, non bisogna bagnarla con l’acqua e non la si deve nutrire dopo la mezzanotte- in più ho buttato giù una cosa enorme, un paio più piccole e nel frattempo mi sono iscritto a qualche concorso. Mi tengo attivo, ecco.
Adesso
che è arrivata la primavera e non sono ancora i 45 gradi estivi che, molto
probabilmente, saranno anche 50, mi piace uscire e camminare. Ovviamente il
pomeriggio, dopo le classiche 5-6 ore di sonno e un caffè da mezzo litro -non
sto scherzando, io bevo il caffè americano nella classica tazza alta-
Uno dei
miei luoghi preferiti è il Giardino dello Stibbert, dove mi prendo una bibita
fresca al bar fuori dal museo e posso rilassarmi seduto a un tavolo, con un
libro o un quadernetto dove prendo appunti, come questa storia. Mi piace
soprattutto mettermi in uno dei tavolini defilati e ascoltare le storie delle
persone che si siedono.
Ci sono
due coppie sui 50 anni, che parlano amabilmente tra loro. I più magri sono qui
di Firenze, lui sta praticamente disteso su di lei, gli occhiali da sole gli si
sono fusi con la tempia e fuma incessantemente la sigaretta elettronica. I due
più grassottelli vengono dall’est Europa che è sotto le bombe, non si tengono
neanche per mano e fumano nel modo tradizionale. Non potrebbero essere due
coppie più diverse ma sembrano molto amici.
C’è una
coppia abbastanza giovane, con bambina che avrà sui 5 anni e immancabile Barbie
sottobraccio. Lei e la bambina sono ben vestite, lui ha una t-shirt con le
patacche di sugo. Le femmine mangiano un gelato, lui sbrana un panino con 50
chilotoni di calorie, poi si mette in disparate per fumare. La moglie dice che
vorrebbe fumare anche lei, la figlia, in braccio, la stoppa subito «Mamma, no,
te non fumi». La mamma, rassegnata, dice «Va bene, non fumo»
C’è una
coppia giovane che, miracolo, non sta al cellulare. Chiacchierano amabilmente
ma sono troppo lontano per sentirli. Ma vedo lui che si alza, entra nel bar e
porta da bere a lei. Anche da distante noto bene lo sguardo ammaliato di lei
quando lui torna con la bibita; ma potrebbe anche aver ucciso il drago, o scalato
la torre per salvarla (ma poi lei salva lui).
Arrivano
due coppie di anziani. I maschi, con una certa difficoltò, si mettono a sedere;
le signore, decisamente più arzille, gli chiedono cosa desiderino. Entrambi
prendono il gelato, ma uno di loro dice che vuole un “Pinguino”.
«Perchè
il Pinguino?» chiede la consorte.
«Perchè è
più leggero»
«Mah, se
tu devi peccare, pecca alla grande!» La moglie ha argomentazioni convincenti -stavo quasi per andare a prendermi un gelato pure io- perciò lui si ricrede
chiedendogli un gelato più buono e, dal suo punto di vista, più grasso. Le
signore entrano nel bar. Lui si rivolge all’amico:
«A stà
fermo, sto ingrassando a tutta Randa!»
«Che
tussei tornato, a vedè I lavori ai’tranvai?»
«No,
sieee! Ora lì fanno laggiù, sui viali! O chi c’arriva?»
«Eh, lo
so. Qui allo Statuto l’hanno finiti, purtroppo»
Giuro, l’ha
detto sul serio.
In una
domenica pomeriggio, non ho letto molto, del libro che mi ero portato. Non
vorrei stesse arrivando il momento che debba andare pure io a visionare i
lavori del tram.
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