Firenze è una città
che ne ha viste tante.
Barbari che stuprano
e devastano
guerricciole tra
concittadini divisi per una stupida diatriba politica e capaci di
isolare il più grande poeta del mondo
la Wermacht, seconda
per cattiveria solo alle divisioni orchesche di Sauron
eccessive quantità
di h2o che dilagano per le strade
un migliaio di
magrebini che festeggiano 5 gol.
Ma ci sono
fiorentini che si meritano tutto questo. Se lo meritano eccome.
C'è una traversa
della via ove si trovano gli alberghi per cui lavoro. E' una bella
strada, rifatta da poco dal comune. Prima era un disastro di pietre
sconnesse, ora è una piccola chicca. Ed è diventata zona pedonale.
Esco dall'albergo
alle 7 del mattino, completamente fuso da 8 ore di turno di notte, il
terzo di fila. Mi è pure cascata la testa sulla scirvania, per
un'oretta circa ho sonnecchiato, e quando mi sono alzato ero un
cencio: provateci voi a dormire seduti, con la testa in avanti. E'
meglio cercare di stare svegli, datemi retta. Solo che non ce l'ho
fatta, così stamani ero a livello zombie.
Attraverso
l'incrocio con questa stradina pedonale. L'occhio cade sulle
locandine del giornalaio, dove non si parla altro che dello scontro
di stasera: la locale compagine di arte pallonara che gioca contro le
forze del male, colei-che-non-può-essere-nominata. La frenesia si è
impossessata di tutti, qui, ma a me importassai: prima c'ho da
dormire e poi occuparmi della prole, con cui sono solo fino alle
22.30, ora a cui tornerà mia moglie dal lavoro. Ed a cui dovrò poi
andare io, perchè ho un quarto turno di notte, questa settimana.
Improssivamente,
clacson. Forte e potente.
Ora, io sono un tipo
sensibile. Normalmente, quando mi sento un clacson a breve distanza,
faccio un salto modello Shaq-attack.
Stamani non mi muovo
neanche di un micron. Ruoto la testa di 180 gradi e lì si, rimango
sorpreso.
Ho un'auto a due
millimetri due dalla gamba.
Vuole entrare nella
zona pedonale. Si è fermato poco prima di investirmi. Parecchio poco
prima.
Dentro, due tizi. Il
passeggero mi fa segno di levarmi dai tre passi. Con gesti molto
decisi e labiale inconfondibile. Anche piuttosto colorito.
Per circa un paio di
secondi, che per me sono durati due millenni, non capisco proprio che
sta succedendo. Sia per il mio rincoglionimento totale, sia perchè
non mi torna il senso di marcia dell'auto. Mi scanso, come un automa,
poi realizzo e mi allibisco. Alzo il braccio con l'indice puntato.
Indico il divieto di
accesso.
E quello dentro,
mentre l'auto mi passa accanto e poi sgomma a tutta forza nella zona
pedonale, mette la mano con il palmo in avanti. Anche qui il labiale
è inconfondibile:
“Stai calmo!”
Io?
Ma io sono
calmissimo.
Ho appena finito un
turno di notte, ho la stessa vitalità di un bradipo 80enne la
mattina dopo una sbronza ed annessa notte di fuoco con la Lopez, più
calmo di me non c'è proprio nessun altro su questo pianeta, a parte
qualche altro collega. Siete voi due dentro che siete agitatissimi e
vi state infilando, sapendo di compiere un atto illegale, nella zona
pedonale.
Rimango lì come un
idiota, a bocca aperta, ma sono troppo stanco per mandarli dove
meritano.
Deficenti. Se
stasera si perde, è colpa vostra.
Nessun commento:
Posta un commento