Ho ancora una grande
nostalgia di quando le mie figlie, molto piccole, si facevano prendere per mano
e guidare fino alla destinazione: il nido, un nuovo giardino, l’asilo, la prima
elementare. Posti così. Esclusivi. Più di quelli da vip.
Piccole, tenere
manine che agguantano il ditone del babbo, che le accompagna fiero di mostrarle
al mondo. Piccoli bambini che si avviano alla scuola con i loro grembiuletti e
la sciarpina Viola al collo, orgoglio dei genitori. Accompagnati fino in classe
con la raccomandazione “Fai ammodino, mi raccomando”.
Poi, qualche mese
dopo, sentirsi dire “voglio la sciarpina di Peppa Pig”, camminare fiere per
conto loro ed una volta a 20
metri dalla scuola “ciao Babbo” e via ad agguantare la
mano all’amichetta del cuore. Così piccole e così già desiderose di indipendenza.
Mica tutti sono
così. Magari. Alcuni sono ancora al livello di “Babbo, mi dai la manina?”
Turno pomeridiano.
Telefono.
-Hotel xxxxx,
buonasera sono marcello-
Mi risponde un
inglese terribile, con forte accento portoghese.
-Mi chiamo Gustavo,
ho una prenotazione presso di voi per stasera-
Eh, dai, non
conoscete Gustavo? Gustavo dou Brazil? Chi non lo conosce? Quello che sgroppava
sulla fascia quando giocava nella Salernitana.
Sto scherzando, non
lo conosce nessuno. Ma lui è Gustavo, dà per scontato che la sua fama sia
arrivata pure a Firenze. Pure a Vladivostok. O su Cardassia.
Risalgo alla
prenotazione in maniera agevole perchè non mancano molti arrivi. Guarda caso su
una di queste, oltre al cognome, c’è pure il nome. Due camere per due notti.
-Siamo all’Hotel
Mediterraneo, non sappiamo come arrivare da voi, le strade sono tutte chiuse-
E’ sui lungarni,
dall’altra parte della città. Come faccio a spiegargli come arrivare qui, ci
sono almeno una dozzina di strade da prendere, compresi i viali. Ed ovviamente
per lui è arabo, non essendo di Firenze. Già abbiamo difficoltà noi che ci si
vive…. Ma ‘un ce l’hai un navigatore? Si, ce l’ha. Perché non imposti il nome
della via ed arrivi?
Ok, va bene, gustavo
è anche un po’ sfigato: per l’appunto alcune vie nei pressi della Fortezza da
Basso sono chiuse perché c’è una manifestazione. Che mi ha fatto pure perdere
tempo perché come un deficiente sono rimasto ad attendere l’autobus che non
arrivava prima che mi accorgessi di un cartello che diceva che per due ore il
servizio sarebbe potuto essere interrotto causa manifestazione. C’erano pure
dei volantini di questo storico ed affollato evento: quei quattro gatti stracciamaroni
di estrema destra a cui faceva il verso la Caterina Guzzanti.
Morte e distruzione! Mi hanno fatto arrivare in ritardo, alle 15.15, argh! (Caterina,
perdono, perdono, perdono). Tra loro ed il PMLI non saprei chi sopprimere per
primi, anche se probabilmente sono talmente all’estremo entrambi che fanno il
giro e si toccano, quindi in buona sostanza sono la stessa cosa.
In ogni caso, siamo
a pomeriggio inoltrato, la manifestazione dovrebbe volgere al termine (si spera
anche quelli che ne facevano parte). Parti, segui il navigatore ed arrivi, che
problema c’è?
Ma Gustavo è in
difficoltà.
In forte difficoltà.
Ha bisogno della
manina del babbo che lo porta e lo accompagna in classe, ed il babbo è rimasto
Rio.
-Ma non è possibile
che lei venga qui e ci aiuti ad arrivare all’albergo?-
…..
Lo so che lo avete
fatto.
Lo so che avete
messo la mano a coprirvi la faccia, un facepalm collettivo, è quello che ci
vuole.
Mi rendo conto che è
un problema viaggiare in una città che non si conosce, specialmente con un’auto
a noleggio. Mi ricordo le difficoltà che passammo l’anno scorso a Munich con la Sara quando cercavamo
l’albergo, con le bimbe che protestavano che erano stanche e volevano
riposarsi. Ma ce l’eravamo cercata. Ce la cantavamo e suonavamo da soli,
com’era giusto che fosse.
Gustavo no.
Pazientemente gli
spiego che non posso lasciare il bancone. Che deve arrangiarsi. E’ parecchio
scocciato.
–This is a problem-
Si, ma è un tuo
problem.
Mi tiene trenta
minuti al telefono, e meno male che ho la stagista, Elmedina, che già a 17 anni
potrebbe stare al banco da sola e mi aiuta con i clienti, spero che le mi
figliole siano brave e capaci allo stesso modo, tra un 10 anni; insiste nel
chiedermi come si poteva fare, visto che non gli va neanche di spendere i soldi
di un taxi per farsi guidare. Nell’unico modo possibile: imposta la via sul navigatore.
Oppure, visualizza
la mappa di Firenze sullo stesso, e poi segui il metodo Jack Sparrow: la x
indica dove si trova il tesoro e dove i pirati devono scavare.
Pensate che sia
finita qui?
Dopo un’ora mi
richiama:
-Ma se io cancello,
mi restituite il denaro, così mi pago l’albergo da un’altra parte?-
Elmedina mi guarda
con gli occhi spalancati: mi sono appoggiato sul bancone, con la mano sulla
faccia. Facepalm 2 la vendetta.
E non vi dico come
era piegata in due dal ridere quando dopo le riferii la richiesta del cliente.
Così mi tocca di
spiegargli che cancellare alle 18 del giorno stesso dell’arrivo è leggermente
tardi, visto che la cancellazione è a 48 ore, quindi in ritardo pure per la
seconda notte. Noi, i soldi, ce li prendiamo ugualmente: mandiamo fatturina all’agenzia
e tanti saluti.
Alla fine arrivano,
due coppie della mia età. Colmi di bagagli come solo i brasiliani possono
essere (i brasiliani portano pezzi del loro paese con sé, almeno 7 valigie a
cranio pesantissime, sono convinto che abbiano terra del loro paese, da usare
per essere seppelliti in caso di dipartita durante la vacanza). Decisamente,
loro, i consigli elfici sul viaggiare leggeri, non li tengono nel minimo conto.
Comunque ripeto: a
quest’età, sarebbe bene liberarsi dalla tutela dei genitori. Ed imparare a
cavarsela da soli.
Anche perché mica
possiamo essere noi portieri a fare da surrogato…
Ps. Gustavo,
ovviamente, è di fantasia.
E non giocava nella
Salernitana.
Anche se ha un
pancione come quello che aveva Ronaldo due mesi dopo aver smesso.
Ps.2 ce ne sarebbe
un’altra di storie, che è pure peggio, ma me la riservo per domani.
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