Rapidamente:
ore 22.30, arrivo
una mezz'ora di anticipo e trovo la Caroline con la stessa
espressione misto incazzatura-tristezza che avevamo noi fiorentini
dopo il ritorno di europa lig. In pratica, appena 30 minuti prima,
due coppie di austriaci, più o meno sopra il secolo d'età, avevano
chiesto qualcosa da trincare al bar dell'albergo. Il problema è che
Niccolò, il facchino, era impegnato a rifare una camera a due letti,
poiché la cameriera, la mattina, aveva completamente toppato ed
aveva rifatto il letto come matrimoniale. E dato che anche lei era
piuttosto impegnata al ricevimento, non era possibile “al momento”
soddisfare la richiesta.
Apriti cielo, gli
austriaci aggrediscono verbalmente la povera Caroline, accusandola di
non avere voglia di lavorare. Questi emeriti strunz non tengono
minimamente di conto che i due ragazzi hanno molto da fare in cose
urgenti (due persone che vogliono una camera a due letti,check-in,
telefonate di richieste di disponibilità, ecc.): esistono solo e
soltanto loro, e devono essere serviti subito, seduta stante. La Caro
è letteralmente allibita, e c'è stata molto male, ma alla fine le
bevande sono state servite perchè Nicco è un mostro nel suo lavoro,
e si precipita dabbasso per servirli. Più tardi chiederanno
ulteriori bevande a me, unico dipendente rimasto.
Abbi pazienza Caro,
lo sai come sono gli austriaci: dei tedeschi tristi. E gli rode
ancora di quando voi francesi li prendeste sonoramente a calci nel
didietro per mezza Europa, da Ulm ad Austerliz. O forse di quando li
bastonammo noi sul Piave.
Mentre sono lì al
bar che preparo gin tonic e cuba libre, mi chiama un interno, camera
384. Coppia americana 40enne, simpatici, sorridenti e tranquilli. Non
riescono a dormire perchè la camera accanto “a party is going on”.
Ci sono due ragazzotti, anche loro americani ma con la metà degli
anni. Con altri amici. Con molte birre. Li chiamo in camera più
volte, non mi rispondono neanche. E' quello che mi lascia stupefatto
degli yankee: sui 22-23 anni oltrepassano una barriera che è un po'
come la sottile linea rossa di Mallick: al di sopra sono persone
adorabili e simpatiche, ma al di sotto sono il diavolo in persona;
brivido, terrore e raccapriccio di qualsiasi dipendente alberghiero.
E di qualsiasi cliente.
Alla fine anche
questi strunz rispondono al telefono, e i assicurano che la
smetteranno presto, infatti di lì a pochi minuti escono: sono in 6 e
tutti con birrozzo in mano. I due occupanti della camera rientrano
verso le 4. Ovviamente non suonano il campanello, malgrado glielo
avessi detto, e malgrado fosse già la seconda notte che rientravano
a quell'ora e trovassero la porta chiusa a chiave.
Verso le 6 circa
scende proprio la 384, che ha una partenza mattutina. Hanno un volo
presto per l'aeroporto. Pagano la tassa di soggiorno, poi lui, tipo
alto e prestante ed espressione da “ti ho beccato Osama, è giunta
la tua ora”, chiede il numero della camera dei suoi concittadini
più giovani e casinari.
“Room 385, sir.
Just dial 3 and the room number on the phone”
Lui chiama la camera
dal telefono di servizio.... aspetta... aspetta... la moglie attende
anche un pò impaziente alla porta, poi alla fine qualcuno risponde,
e lui attacca:
“Hello, i'm your
friend from room 384. I wish to thank you to wake me up yesterday
night. I hope you have a nice day”.
Dopodichè
riaggancia, mi saluta, afferra il trolley ed esce dall'albergo.
Firenze, 2014, la
seconda guerra civile americana.
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