Un paio di sabati fa
entrarono in albergo una coppia di tedeschi di mezza età. Parlavano
solo crucco, e quello mi fa pentire di essermi scelto una lingua
orientale in luogo dell'idioma di Goethe, ma i tedeschi da questo
punto di vista hanno, nei confronti di noi portieri, uno svantaggio
enorme: non si fanno prendere dal panico o dall'irritazione. Con
calma, infarcendo il discorso di parole prese in prestito da altre
lingue, ci si capisce. Sempre col sorriso, assorbono il costo della
camera, la tassa di soggiorno e la tariffa del garage; ed una volta
fatto ciò, carta di credito e voilà il pagamento. E mi fanno
dimenticare quel che combinarono durante la IIGM, chiedendomi perchè
non ne hanno vinta neanche una, di guerre (specialmente se il
sottoscritto manovra il Reich quando gioco a World in Flames). Certo,
mio zio non avrebbe approvato, dato che li dovette combattere, ma io
mi ci trovo così bene. Come soldati sono sicuramente da evitare, ma
come clienti è dura trovare di meglio.
Il problema, aimè,
non sono i crucchi.
Perchè lavorare in
albergo al ricevimento, significa spesso e malvolentieri dover
ingoiare parecchia merda. Perchè purtroppo non tutti sono carini e
gentili come quei tedeschi.
Ma ormai sono
abituato, e passo sopra a tutto.
Passi che tu,
cliente della mia età, entri in albergo senza un buonasera e mi
chiedi di settare il cellulare tuo e di tua figlia sul wifi
dell'albergo, e non dici grazie.
Passi che tu scendi
dalla camera dopo 3 nanosecondi che ci sei andata e sbraiti,
letteralmente sbraiti, che è orribile e pretendi che te la cambi.
Passi che tu mi
infami se ti dico che non ci sono camere migliori; essendo già le 10
di sera di sabato, ed avendo già fatto il 99% dei check-in della
giornata, è estremamente dura mettersi a fare il tetris con le
camere in assegnazione per trovare qualcosa che ti aggradi.
Passi che tu non
accetti di essere paziente mentre cerco una soluzione adeguata, e
continui ad infamarmi. Mi tocca di sopportare e non arrabbiarmi,
quando vorrei sbattere la mano sul tavolo ed urlarti in faccia “Nein!
Nein! Nein! Nein! Nein!”. E poi lavorarti la fronte con un
coltello.
Passi se aumenti le
infamature quando ti dico che, no, se te ne vai non c'è rimborso. E'
inutile che pretendi che ti dia i soldi della camera. A parte che qui
non hai pagato niente (hai fatto tutto con agenzia), e passi anche la
menzogna che hai pagato qui alla collega della mattina sperando che
il sottoscritto ci caschi e ti smolli degli € dalla cassa, anche
fosse il denaro non te lo renderei neanche avessi con me quello di
Puerto Rico (e mi riferisco al gioco di Seyfarth, ovviamente). Hai
pagato per una doppia ed hai avuto una doppia. Non siamo al Baglioni,
siamo in un semplice 3 stelle, decoroso e pulito ma sempre semplice,
proprio non comprendo perchè ti aspetti la suite imperiale,
principessina sul ca**o. Tanto stai una notte sola, ma che problemi
ti fai? Ma sei in vacanza, rilassati, che ca**o!
Passi che tu mi urli
in faccia che internet in camera non fa e devi lavorare. Ma lavorare
cosa, che sei a xxxx km di distanza da casa con una bambina al
seguito? Ma chi vuoi prendere per il c**o? Ma se stai calma ti mando
su il ragazzo e sistema il problema come te l'ho sistemato io qui al
ricevimento. Che non avevo ancora finito che ti eri fiondata su un
social network. Ah, ora si chiama lavorare. Ma passi anche questa
merda.
Passi che tu chieda
al ragazzo che ti ha appena fatto vedere un'altra camera di “dire
al portiere che la luce qui non fa, così me ne fa vedere un'altra”.
A parte che ti avevo detto, poco prima, che all'infuori di questa
nuova camera non c'era nient'altro, tu pensi davvero che Niccolò
direbbe una bugia per far contenta una che neanche conosce, ed ispira
la stessa simpatia di una SS che entra nel ghetto di Varsavia? Oltre
al fatto che insieme io e Nicco condividiamo anni di lavoro ed una
sconfitta a calcetto. Non lo farebbe neanche se tu fossi Salma Hayek,
e gliel'avessi appena data. E tra te e la Hayek ci sono diversi
quadranti stellari di distanza.
Passi che tu non
chieda per favore quando vieni a chiedere un adattatore, e ti metti a
ridacchiare sarcastica che “in questo hotel non funziona niente”;
se l'adattatore funziona col cellulare di tua figlia, e non col tuo,
forse non è un problema di adattatore, ma del tuo cervello, che non
si è mai acceso. E passi pure che dopo 20 minuti che sono lì che
impazzisco con tutti gli adattatori dell'albergo, tu te ne esca fuori
che “ah, ma il mio cellulare è un apple, la carica comincia con un
ritardo di 30 secondi”. Ed ovviamente non ti scusi, è chiaro.
Nella mia mente ti sto seviziando in un modo che neanche in un
western di Sergio Questi, che la fantasia è l'unico modo per mandare
giù questa merda. Ma passi anche tutto ciò.
Quel che mi
sconvolge è ben altro.
Lì per lì non ci
faccio caso perchè 1) hai provocato una cagnara che la curva del
tifo partenopeo in confronto è il coro delle orsoline, e 2) tua
figlia si faceva bellamente gli affari suoi, in particolare inviando
la disinfestazione negli uffici del reparto olfattivo.
Solo che poi
realizzo.
9 anni.
Cellulare ultimo
modello e, non appena glielo setto sul wifi, si fionda sui social
network.
Minchia, a 18 cosa
fa, si sposa con il figlio di Genny la carogna? Esordisce nella
scuderia di Rocco? Si fionda nella cabina di un comandante
crocieristico? Diventa un'adoratrice di Manson? (e non mi riferisco
al cantante)
Mia figlia grande ha
la stessa età, ma non ha un cellulare. Nessuno di classe sua ha un
cellulare. Ed anche internet non lo sa usare. Non l'abbiamo neanche,
a casa.
No, non sono
antiquato. E' che
Tu
Non
Sei
Una
Buona
madre.
E sei capitata qui,
proprio quando ho un turno pomeridiano. Lo odio, il calcolo delle
probabilità.
Scusami zio, ma
Deutschland uber alles.
O, se preferite,
aridateme li crucchi.
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