Avanza
lentamente, con i passi incerti dei suoi 14 mesi.
Ricordi
toccanti che balenano nel cervello, risalenti ad 8 e 6 anni fa.
Si
guarda intorno smarrita, a cercare lo sguardo ed il tocco di babbo e
mamma.
Od
in subordine, dei nonni o della zia.
Una
tripla ed una doppia con culla.
Dal
paese dove hanno fatto della gentilezza un vero e proprio culto.
A
parte, ovviamente, i militari.
Vabbene,
i militari erano dei grandi stronzi.
Ma
trovatemi un esercito che non lo sia.
Ho
detto un esercito, le guardie svizzere non contano.
Dicevo
L’ho
vissuta, quella gentilezza estrema, profonda. Quasi intima, per certi
versi.
Tre
sole senzazioni:
-Privilegio
assoluto;
-Onore
immeritato;
-Inadeguatezza
da provenienza.
Persone
ordinate in fila, ad attendere il proprio turno. Nessuno che tenta di
fare il
furbetto e passare avanti.
Ricordo
marciapiedi puliti. Limpidi quasi. Cestini per i rifiuti ovunque e,
soprattutto,
persone che li usano. Ed auto che procedono secondo quel
fattore totalmente sconosciuto
nella penisola che passa sotto il nome
di “codice della strada”.
E
molto altro.
Dicevo
Una
tripla ed una doppia con culla.
I
passi incerti, la boccuccia aperta e gli occhioni spalancati
dall'occupante della culla.
Partenza.
Ringraziano.
Sentitamente.
Sorridono.
E
dalle braccia della mamma, la piccola, incoraggiata dagli altri
familiari, accenna un
movimento della manina.
Neanche
il tempo di salutare adeguatamente nella loro lingua, con il doveroso
inchino che
imparai a fare laggiù, che vengo assalito dagli asiatici
dell'altra sponda.
Nessun
saluto.
Espressioni
trafelate di un comandante della Costa Crociere che non vede l'ora di
salire
sulla scialuppa di salvataggio.
“Check-in”
“Confilm
our shopping toul fol tomollow”
“Wifi
passwold”
Li
ho serviti senza neanche accorgermene, il lavoro scorreva leggero
come l'acqua del
Piave un secolo fa: calmo e placido.
Domenica
mattina, 40 partenze ed altrettanti arrivi. Più di 150 persone che
chiedono
informazioni sulla città. 7-15 senza soste.
E'
stato un turno leggerissimo.
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