Europei.
Uno
dice: siamo ancora il continente ganzo, quello che colonizzava il
resto della palla azzurra sospesa nello spazio, che dettava legge in
ogni dove, che era il faro di civiltà e soprattutto di conoscenza.
Ma
dove? Ma quando?
C'è
da rimandare un sacco di gente a ripetizione. Di geografia. Di
storia. E, per gli italiani, della loro bestia nera: la grammatica.
Tutto
in un fine settimana scorso, in due alberghi diversi.
1. Eppure sei cittadina europea.
Nata
un anno prima della rivoluzione dei garofani.
Il
secondo 25 Aprile più bello del pianeta.
Hai
soggiornato due giorni a Firenze.
Parli
inglese.
Rientri
ai'tocco (l'una del pomeriggio, prendete nota dell'orario) a
riprendere i bagagli e ripartire.
In
questo caso non è un condizionale che si deve usare, ma il presente.
Perchè
DEVI conoscere la geografia dell'Europa.
Senza
se e senza ma.
Quindi
capirai che è inaccettabile che tu, cliente lusitana, ti presenti
alla banconista e le chiedi:
“Is it possible to visit Pompei and Venice
TODAY?”
E
quando l'addetta al bancone, aka moglie del sottoscritto, ti lancia
l'ancora di salvezza suggerendo che forse intendevi “Naples”, tu
rincari la dose confermando che parlavi della città lagunare.
La
risposta è No. Punto.
Per
quanto noi italiani si getti miliardi per dei treni iperveloci e
costruire tunnel che vanno da Ginevra al Gran Sasso, come ipotizzava
qualcuno, la risposta rimane No.
O
uno o l'altro.
E
mezza giornata è pure poco. Pochissimo.
Bocciata
in geografia.
Senza
se e senza ma.
- Clienti italiani.
Come
fare per raggiungere l'autostrada.
Piantina
della città. Noi siamo qui, questa è la stazione. Raggiunga questa
via poi trova le indicazioni.
“Mi
basta il nome della via, ho il TAM-TAM”
Lei
guida, lui suona il tamburo.
Dall'autostrada,
qualcuno risponderà.
- Io sono un italiano e fiorentino atipico.
Come
italiano perchè amo la Francia e la sua lingua. Ho visitato
l'hexagone molte volte, sempre con grande soddisfazione, spero
reciproca. Considero i francesi delle ottime persone ed ottimi
turisti. Anche se quando decidono di sposarsi le italiane non è che
facciano delle grandi scelte. Almeno dal punto di vista artistico
delle tipe in questione.
Come
fiorentino perchè mi piace Bologna ed i bolognesi. A 17 anni, con
una banda di amici delle superiori che non rivedo da tanto, troppo
tempo, andammo a visitare la città felsinea. La nostra prima gita
indipendente fuori Firenze. Con tanto di salita sulla Torre. Ed è un
ricordo vivido ancora oggi. Alla faccia delle forti rivalità
suscitate dal derby dell'Appennino e tragici eventi, mi sento
profondamente legato alla città.
Quindi,
quando mi si presenta una coppia francese che, oltre ai complimenti
per la mia abilità nella loro lingua, mi dice che vorrebbe visitare
Bologna e mi chiedono com'è, non posso che parlarne bene. Apro
google images e gli mostro l'immagine delle torri.
Però
tu, amico franzoso, non puoi venirtene fuori con una domanda che mi
aspetterei da un indiano:
-Il
n'y a pas d'ascenseur?-
Strabuzzo
gli occhi come Napoleone a Waterloo quando vide che erano arrivati i
prussiani.
E
la stessa espressione la fa sua moglie.
Il
francese mi guarda. Poi guarda la consorte. Poi di nuovo me.
Lì
per lì non capisce.
Poi
c'arriva.
Che
i bolognesi di secoli fa non potevano sapere che un giorno gli uomini
avrebbero inventato l'ascensore, e quindi la torre non ce l'ha, non
può averla. Ci sono le scale. Punto.
Ma
io questi strafalcioni me li aspetto, appunto, da un indiano, non da
te che sei mio connazionale europeo.
'un
ci siamo. Per nulla.
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