Ok,
questa non c'entra niente con l'albergo.
Nel
mondo del commercio, la comunicazione con il cliente è importante.
Oserei dire fondamentale. Così come la simpatia del venditore, che
deve accattivarsi la clientela.
Quando
si ottiene questa giusta combinazione, allora si avrà successo negli
affari, e l'impresa diventerà “leader del settore”.
Vale
ovunque.
Estate
2014.
Il
nostro concetto di vacanza è semplice: campeggio tranquillo con
animazione discreta. Niente gruppi esagitati di gente che balla, sul
bagnasciuga, canzoncine con parole di cui non conosce il significato,
distruggendosi di una fatica atavica che neanche gli schiavi che
trainavano le pietre della piramide. Ci bastano un paio di persone
che intrattengano le bambine in una gara di castelli di sabbia, o
gioco delle bocce, o qualsiasi cosa che ce le tenga un paio d'ore a
divertirsi senza avere sempre mamma o babbo nel mezzo. Possibilmente
senza musica a 437 decibel. Così che noi possiamo starcene distesi
sui lettini della spiaggia intenti a divorare libri. Nello specifico,
gialli colmi di omicidi efferati ambientati in una nazione brutale e
violenta (la Svezia) per mia moglie, trattati di storia militare
dalle 500 pagine in su per il sottoscritto.
Non
siamo molto normali, lo so.
Ad
un certo punto arrivano alle nostre orecchie una serie di urla
belluine:
-CULONE!
SCIMMIA! PINGUINO! MAIALE GRANDE! MAIALE PICCOLO!-
Posiamo
i libri e ci guardiamo negli occhi, con l'espressione di due
newyorkesi che hanno appena sentito Welles alla radio che parla
dell'arrivo degli alieni.
Ci
alziamo a sedere, e davanti a noi, un tizio di provenienza
nordafricana si trascina sulla spiaggia. Sta tirando un filo con
attaccati una quantità industriale di aquiloni, che desumo arrivi
fino alla stratosfera.
Deve
patire una fatica di Sisifo, perchè tira anche vento, e stanno
volando a tutta manetta. Ne contiamo ben 25.
E
non pago di ciò, sulle spalle porta un sacco grande quanto la rete
da palloni di calcio del magazziniere del Franchi, da cui spunta una
foresta di girandole, anch'esse che frullano vorticose come pale
eoliche. Ed ancora: un filo con attaccati tantissimi palloncini, una
trentina di palloncini trascinati per metri e metri sulla spiaggia,
vari animali tra cui distinguiamo i pinguini di Madagascar ed,
ovviamente, Peppa Pig in due misure: una piccola ed una delle
dimensioni del David di Michelangelo.
Maiale
piccolo e maiale grande, appunto.
Sapete
quando vi prende quella risata irrefrenabile, quella che vi fa male
la pancia e vi sentite morire?
Mezz'ora
di risata tutti e quattro, perchè anche le bambine sono accorse da
noi a chiedere spiegazioni. Ma si capiva chiaramente che il fornitore
del materiale non aveva adeguatamente istruito il venditore del
giusto nome italiano delle cose in vendita. Che aquilone non è
“culone” (che al massimo si applica ai primi ministri tedeschi).
E che il personaggio di Peppa Pig ha un suo nome, non solo “maiale”.
Chiaramente, quel cartone non era ancora arrivato nel paese del
venditore, forse perchè un maiale.
Per
tutta la vacanza, lo vedevamo, e soprattutto sentivamo, passare
davanti agli ombrelloni urlando circa la sua mercanzia almeno un paio
di volte al giorno, e la spiaggia è lunga 5 chilometri, con tutti
gli stabilimenti balneari. La Gaia arrivava di corsa agli ombrelloni
gridando a sua volta “C'E' CULONE!” e ridere come fanno solo i
bambini della sua età a sentire la parola “culo”.
Estate
2015.
Come
diceva la canzoncina: stessa spiaggia, stesso mare. E stesso
venditore, ma doveva aver ricevuto un minimo di istruzioni dal suo
fornitore, evidentemente un po' più ferrato sull'italiano, e che
deve essersi reso conto che andava guidato, anche un minimo. Ma
proprio un minimo. Stavolta gridava “ACULONE, PEPPA GRANDE, PEPPA
PICCOLO” (nome femminile ed aggettivo maschile, che evidentemente
nella sua lingua la differenza di genere non esiste)
Non
è che si siano sforzati, nell'istruirlo. O forse non si è applicato
abbastanza lui, non si sa. Comunque il suo modo di fare era
abbastanza accattivante, e funzionava. Si piazzava davanti ad ogni
stabilimento piantando nella sabbia dozzine di girandole ed urlando
“SCEGLIERE, SCEGLIERE! LO SAI QUANTO COSHTA? COSHTA POCO! (costa
con la sc di “coscia”).
Beh,
i suoi affari li faceva. Ogni giorno una mezza dozzina di roba, tra
girandole, palloncini ed aquiloni, li vendeva. Tutti gli altri
venditori passavano mostrando la loro mercanzia tra occhiali da sole,
pareo, collanine di ogni etnia di questo pianeta, teli da mare grandi
quanto paracadute ed altre dozzine di articoli totalmente prodotti da
altri disgraziati in un altro continente. Beh, non ne vendevano
mezzo.
“Culone”,
alla faccia di tutti i suoi difetti di pronuncia, era “leader del
settore”.
I
miei complimenti, ci rivediamo l'estate prossima.
E
studia un po' meglio l'italiano.
Ps
settimana prossima torno con storie del bancone, giurin giurella.
Nessun commento:
Posta un commento