venerdì 13 agosto 2021

E' un mononeurone. Un unico, singolo, isolato neurone che circola dentro la nostra testa maschile. E ci rende incapaci di ragionare.

Ore 3 del mattino. Entra questa coppia sui trent'anni, ben vestiti per questa estate rovente anche in piena notte, con camicette in lino aperte sul petto di entrambi.

Al di là del mio errore nel non aver chiuso a chiave l'albergo a quell'ora, so già cosa cercano. E so già che dovrò rispondere negativamente perchè siamo al completo. Che è sempre una bella notizia per un albergo dopo più di un anno di chiusura. 

Lei si mette un attimo in disparte. C'è sempre questa cosa, da parte delle ragazze, nel vergognarsi quasi di ciò, come se fosse una cosa brutta quello che andranno a fare. Quando invece è una cosa bellissima, di cui bisognerebbe essere felici. Perciò esordisce lui, con un accento leggermente francese:

-Ciao, ci puoi trovare una camera?

E' sempre un pò buffa, come richiesta. "Trovare", come se dovessi fare una ricerca. Se lavoro in un albergo, devo assolutamente sapere se ho camere libere e la relativa tariffa. Ma tant'è, non credo che sappia come funziona questo lavoro.

-Mi spiace, siamo al completo-

Lo sguardo deluso di chi sa che andrà in bianco. Mi ripete la richiesta -Non c'è proprio niente?- a cui non posso che allargare le braccia, mentre lei è già pronta a scattare di nuovo all'esterno. 

Solo che lui, annebbiato dal mononeurone maschio che pretende solo ed esclusivamente una cosa, nota il divano davanti all'ascensore e se ne viene fuori con una delle richieste più assurde che abbia mai sentito:

-Ma non ha qualcosa tipo questo divano?-

Non so se lui ha notato, nascosta dalla mascherina, la mia bocca aperta dallo stupore. Per un attimo è calato un silenzio irreale, rotto solo da una imperiosa richiesta femminile:

-Andiamo!-

Lei esce, lui abbassa la testa e la segue, i miei occhi spalancati li seguono anch'essi.

Maledetto mononeurone. A volte invidio i monaci medioevali: preghiera, scritture di manoscritti e penitenziagite.

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