sabato 19 marzo 2022

Scusate, ora arriva un pippone moralista. Lo so, ogni tanto mi prende e devo scriverlo.

Una delle mie grandi passioni, nel blog l'ho scritto ogni tanto, sono i giochi. E in particolare i wargame, i giochi di guerra. Sono un wargamista da decenni.

Ho giocato a giochi di grande strategia, dove le pedine sono corpi d'armata, e ho giocato a quelli di livello tattico, dove le unità sono plotoni di fanteria o un singolo carro armato.

Ho giocato alle guerre dell'antichità -Grecia, Roma- del medioevo, del rinascimento, le guerre napoleoniche, la guerra di secessione, la guerra civile spagnola, le due guerre mondiali, scontri navali tra flotte moderne.

Giochi con quadrati di cartone da muovere esagono per esagono, oppure miniature accuratamente dipinte da manovrare su un ipotetico campo di battaglia verde, con alberi e casette.

Regolamenti molto complessi su movimento, rifornimento e combattimento, con innumerevoli tabelle dei risultati e dadi da lanciare.

In tutto questo, una guerra vera mi lascia sempre una strana sensazione. Un gusto molto amaro in bocca. E mi ritrovo a domandarmi se questa mia passione sia giusta o profondamente sbagliata.

C'è qualcosa di perverso a giocare ad un gioco di guerra. Perchè il gioco riguarda solo ed esclusivamente la parte militare, ma ignora le sofferenze di chi quegli scontri li ha vissuti dal vivo, militari o civili che siano. E però ci sono, noi giocatori lo sappiamo benissimo. Che si stia manovrando una legione romana, un corpo di ussari o un bombardiere medio, ci saranno sicuramente stati tanti morti.

Solo che poi mi sono detto: perchè non mi sono posto gli stessi problemi anche nelle altre guerre più lontane, geograficamente o nel tempo? Solo perchè questa la sento più vicina, ecco perchè. 

A noi occidentali non c'è mai importato delle guerre lontane e/o dei popoli etnicamente diversi. Non ci interessano le persone che scappano da paesi con conflitti, o con persecuzioni politiche, religiosi o sessuali, fino a che non avviene a quelli affini -e vicini- a noi. Il che fa schifo. Ora che la guerra è in Europa, ecco che diventa notizia importante. Perchè i profughi hanno il colore della pelle come il nostro e perchè si sono alzati tutti i prezzi: gas, benzina, grano. E in fondo ci è sempre importato solo di quello: del nostro benessere. Non riusciamo a vedere oltre al listino prezzi. L'idea di fare qualche piccolo sacrificio non ci sfiora. Ci è sempre bastato andare al centro commerciale e, come canta J-Ax, "il mio problema è solo dove parcheggiare". 

Lo so, non serve a niente ragionarci. E' così. Domenica giocherò comunque, dadi alla mano e tabelle di combattimento sott'occhio. 

Domenica si combatte.




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