Ma
in fondo la questione è semplice, quasi banale.
Se
la sera prima non si era, aimhè, completi, è ovvio che si hanno
camere libere e pronte anche alle 7 del mattino. E quindi fare il
check-in molto presto.
E
capita, perchè il mondo è strano e Murphy aveva maledettamente
ragione, che si abbia una giornata di pochissimi arrivi e questi si
presentino tutti alle 7 del mattino. O che se ne abbiano tantissimi,
e si presentino, tutti assieme, alle 7 di sera (e non sono neanche
gruppi, ma individuali).
Ma
il problema non è quello.
Il
problema vero, serio, quello che ti fa gridare al napalm come panacea
di tutti i mali, sono le persone che, al mattino, dopo un giorno
precedente di completo, un full booked che ti fa ben sperare sulla
crisi alla faccia delle litigate tra matteino, silvietto e
sindacalisti vari, queste persone, dicevo, si mettono ad urlare e
sbraitare nella hall perchè le camere non sono ancora pronte. E
malgrado l'orario del check-out non sia ancora arrivato e chi aveva
le camere giustamente ne gode perchè le ha pagate, queste pers...
no, scusate, questi strunz pretendano pure di buttar fuori la gente e
dargli una camera. Subito. E che sia la migliore.
Napalm,
appunto.
In
queste situazioni migliori di tutti, i più deliziosi, sono gli
austriaci.
I
discendenti di Strauss e Cecco Beppe prenotano sempre e solo con
agenzia ed arrivano a Firenze, regolarmente, con il treno. Che ferma
a SMN la mattina. Alle 6 in punto.
Basta
leggere il cognome e l'agenzia sulla lista arrivi e si può star
sicuri che, alle 6.15, suoneranno il campanello.
E
lo suoneranno, perchè loro ragionano così: alle 6 (e 15) del
mattino, può essere che il portiere di notte si sia chiuso dentro,
quindi, prima di tentare di aprire un portone chiuso a chiave,
proviamo a bussare o suonare un campanello.
Si
chiama cervello.
Con
i miei (nostri) concittadini capita il contrario. Loro escono
nottetempo ed io li avverto che mi chiudo dentro, e quindi devono
premere il pulsantino.
Ma
poiché i miei (nostri) concittadini non usano il cervello,
perennemente posto su “off”, al rientro tentano di aprire la
porta. E si sorprendono che è chiusa. E qualcuno tenta anche di
aprire con la forza. Malgrado gli avessi detto, da neanche un'ora, di
suonare.
Gli
austriaci, neanche li ho mai visti, neanche sono mai stati qui, e
suonano comunque.
Corro
ad aprire.
Sbrigo
le formalità di rito: voucher e cognome del cliente, prenotazione
ok, piantina della città.
E
senza neanche glielo dica, mi propongono subito di lasciare i bagagli
nel deposito.
Loro
non ci provano neanche, a chiedere la camera la mattina a quell'ora.
Danno per scontato che sia era pieni (perchè Florenz ist Florenz,
ja). Hanno qualcosa che a molti italioti, aimè, manca toitalmente:
il rispetto del lavoro altrui; c'è un orario per le partenze ed uno
per gli arrivi. Mi commuovo quasi come quando vidi camminare per la
prima volta Camilla e Gaia. E prima ancora Clara.
Ora,
a parte la bassa, quando abbiamo, purtroppo, camere a iosa e posso
mandarli su già alle 6 del mattino, in tutti gli altri casi prendo i
bagagli, li etichetto e li sposto nel relativo deposito, dopo di che
vado ad offrirgli un caffè. E non posso non farlo, con clienti così
speciali. E mi ringraziano, sorpresi e felici di trovare un italiano
sorridente che gli offre un caffè, il che dice molto sui notturni,
sicuramente non solo italiani. E mi stringono la mano. E la
stanchezza di 8 ore di turno notturno, magicamente, scompare, e sono
più fresco di un fiorellino di campo bagnato dalla rugiada del
mattino. E con la piantina gli spiego dove siamo. Cosa che si fanno
dire volentieri benchè, nel 90% dei casi, conoscano Firenze come le
loro tasche. E poichè gli austriaci sono fatti d'acciaio e, a parte
noi sul Piave, non li ferma nessuno, vanno subito a giro per Firenze
dopo un viaggio in treno di 10 ore.
E
la cosa più strabiliante ancora è che quando gli dico l'orario
della colazione, loro sanno già che è a partire dal giorno dopo.
Non quello dell'arrivo.
Un
italiano si imbucherebbe comunque.
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