venerdì 5 dicembre 2014

Esterno. Giorno.
Girare con la famiglia per il centro di Firenze, proprio sotto il Duomo, la domenica pomeriggio, è come essere svegliati da Parminder Nagra, vestita come Marylin quando doveva andare a dormire, che mi confessa “Sai, in fondo Beckamp non era mica bravo come Borja Valero. Bisognerebbe rifare il film, le scene di calcio le giriamo sul campo dell'Audace Legnaia, anche la Knightly è d'accordo, dice non ne può più di fare i filmettini di pirati, e Depp assomiglia ad un Osvaldo persino più antipatico di com'è ora. Poi stasera giochiamo contro colei-che-non-deve-essere-nominata. Ma parliamo di noi: puoi fare di me quello che vuoi”
Ed a quel punto la guardo negli occhi e gli dico:
Allora vestiti, che a Stratagemma presentano un nuovo gioco, e non voglio perdermelo”
Tutto ciò si chiama privilegio.
Ora, la Nagra non rientra in quelli disponibili (così come Raul Bova non rientra nelle possibilità di mia moglie), e pazienza, uno se ne fa una ragione, ma la famiglia si. Girare per Firenze si. Godere del gioco di Borja Valero, pure.
Ma un altro privilegio sono le battute che scambio con alcuni clienti.
Cambio scena.
Interno. Notte.



1. Coppia argentina. Lei una biondona bella pienotta e soda, con una quintalata di trucco in faccia. Lui un omone di eguali proporzioni.
Sorridono lieti della vacanza ben riuscita. Merito del personale. Non lasciano mance, ma non importa. Sono contenti, alla via così.
Partono la mattina presto, quindi con me che sono di notturno.
Pagano l'imposta di soggiorno, e mi scuso per l'enorme quantità di tasse che i nostri governanti impongono per pagarsi automobiline blu o mutande verdi.
Mi chiedono se a varare tale tassa sia stato l'attuale pdc o quello precedente.
Ovviamente dico la verità: i singoli comuni decidono quanto applicare, ma è il governo centrale che dà l'ok affinchè le città impongano tale tassa. Ed il governo che dette il via libera fu quello del signor b. Nel 2011.
Apriti cielo, mi partono in quarta con un pippone contro la loro prima ministra, a cui Berlusconi è sempre piaciuto. Ma poi se ne escono con questa chicca:
-Però a Berlusconi non piace la Kitchner. E' troppo vecchia!-
Ero piegato in due dietro al bancone.



2. Italiani. Del nord.
Rientrano a mezzanotte e chiedono se il bar è aperto.
Io non sono un portiere che dice improrogabilmente di no. Abbiamo un bar, un servizio disponibile 24 ore su 24. Sono l'unico dipendente in turno. E' chiaro che ci sono dei momenti delicati durante i quali è difficile mettersi a fare il barman, specialmente se ci sono da fare check-in, o portare cuscini, o rispondere al telefono, o controllare le chiusure del giorno perchè non tornano, e se non si fa prima della mezzanotte, il gestionale ti fa marameo e non permette più correzioni, e poi dall'amministrazione si trasformano in diavoli della Tasmania. Quindi si, il servizio si offre. Basta che il cliente non pretenda che mi trasformi nel Tom Cruise di Cocktail. Una birra ok. Un Bloody Mary te lo scordi, a meno che il rosso non ce lo metti te usando un pezzo di vetro ed il tuo polso.
Ma questi clienti non si fanno problemi di miscugli strani: birre per tutti ed alla via così.
E mentre sono lì che stappo, il più pacioccone, quello che ha trascinato il resto della combriccola nel bar, prima mi chiede se sono di Firenze, ed alla mia risposta affermativa se ne viene fuori con un “Che città magnifica che avete. Dai, ora bevi anche te”.
Guarda, ti ringrazio ma...”
'scorta, ciò, non accetto nessun ma, ora prendi una birra e bevi con noi!”
E giù un coro di “Birra! Birra! Birra!” che mi sembra di esser nel bar di Moe.
Davvero, in questo lavoro spesso chi ti mette in difficoltà non è il cliente pretenzioso o lo scassamaroni che ti impegna in richieste di informazioni inutili per ore al bancone. Sono quelli felici del soggiorno, che vogliono che si prenda parte alle loro libagioni.
Giro intorno al banco del bar, mi avvicino al capobranco.
Gli appoggio una mano sulla spalla
Senti, solo una cosa. Una”
E ditino indice puntato in alto.
Silenzio assoluto. Tutti e 7-8 quanti erano mi guardano in silenzio, labbra pendenti.
Grazie. Grazie perchè non sono molti i clienti così gentili e simpatici come voi. Ma se mi fai bere un qualsiasi liquido alcolico ora, mi stendi. Mi uccidi, mi distruggi. E fino alle 7 devo stare qui. Ma grazie. Davvero, grazie. Come bevuta”
E questo mi abbraccia. Manco fosse un passeggero della Concordia ed io un abitante di Giglio Porto.
Mentre torno al bancone, li sento chiacchierare tra loro ed affermare che “sono davvero simpatici qui”, “si, anche il signore del pomeriggio, quello coi baffi”, “E quello delle colazioni” e “siamo stati fortunati a trovare questo albergo”.
E mi faccio un turno di notte così leggero che alle 7 del mattino ero una rosa appena sbocciata.



3. Russi.
Simpatici.
Sembra un ossimoro ma, si, esistono. Più rari di Big Foot ma ci sono.
Coppia trentenne così sorridente che pensi gli sia presa una paresi alla bocca. E non hanno neanche una camerona. Una matrimoniale classica. Ma non si fanno problemi. Sono in vacanza. Si godono la città. Quel tipo di russi che scrivono Guerra e Pace, il Valzer n° 2, prendono a calci nel didietro Napoleone ed i nazi ed arrivano per primi nello spazio. Parlano un ottimo inglese ma, ed è un piacere sentirlo, gli piace ringraziare nella loro lingua (anche perchè abbiamo la splendida Caterina che parla un ottimo russo. Una volta, ad un gruppo particolarmente casinista gli mandò un urlaccio che si zittirono e diventarono docili cagnolini per il resto del soggiorno).
Anche loro vanno al bar e si fanno servire da bere.
2 bicchieri di vino. Perchè la vodka non può competere con il chianti, non c'è partita, è come mettere a confronto il risiko con World in Flames.
Si accomodano nel salottino e guardano la tv. Ed in quel momento appare il loro presidente.
Diventano seri, parlottano nella loro lingua, poi lui compie un gesto straordinario.
Mostra il dito medio alla tv.
Lei scoppia a ridere nel vedere la mia faccia allibita, poi mi spiegano che non lo sopportano, e giù una serie di epiteti che uno scaricatore del porto di Livorno è un professore di Oxford a confronto. Dopo di che la discussione diventa seria sui problemi dei nostri paesi, dove anche noi non scherzavamo con l'amicone del loro presidente, ed eravamo fortunati ad avere un tipo giovane e serio come nuovo presidente (avevamo ancora Letta. E comunque lo dissero loro, tengo a precisarlo).
Poi, per fortuna, apparve il calcio, e la discussione si fece di colpo leggerissima.
Ma quel dito medio mi fece capire che se la Russia è grande, non è solo questione di geografia.



4. Pitti 2004. Ed europei di calcio.
Uno dei clienti che veniva assiduamente era un portoghese. Musone, serio, spesso agitato. Ma cliente fedelissimo, lui, moglie ed un paio di dipendenti. Fissi da noi le due volte l'anno che abbiamo questo immancabile evento modaiolo.
Poi una sera arrivano al bar, prendono da bere e si mettono alla tv, con tanto di poltroncine spostate in mezzo alla saletta. Era un turno pomeridiano, ed il Portogallo incontrava i loro poco amati vicini: le furie rosse. Gli spagnoli.
Dato che era un turno pomeridiano di Pitti, ero quasi sempre al bancone, ma ricordo benissimo prima le imprecazioni sul vantaggio della Spagna, poi le urla belluine al pareggio. Ai calci di rigore, visto non c'erano clienti in vista, faccio qualcosa di irregolare per un portiere d'albergo serio: vado a vedere la tv. Il richiamo del mononeurone maschio-italico è fortissimo quando si ha a che fare con elementi di forma sferica. E non mi riferisco solo al pallone.
Al rigore decisivo venne giù l'albergo.
Mi ritrovai avvolto in un enorme drappo rosso-verde, letteralmente stritolato da questi 4 lusitani urlanti ed ebbri di gioia, di cui capivo tutto benchè non l'abbia mai studiato; in particolare si comprendeva il manifestare le loro emozioni, soprattutto quando apparvero in tv le facce tristi degli sconfitti, a cui i miei clienti risposero con l'inequivocabile ed internazionale gesto dell'ombrello. Erano felici come bimbi sotto Natale, non li avevo mai visti così sorridenti. E pure per i due giorni a seguire era tutto un arrivare al bancone ed urlare “Portugal!”, e darmi il cinque, a me o chiunque fosse al bancone. Poi Pitti finì, e dico per fortuna perchè non ebbi modo di vederli tristi dopo la sconfitta in finale ad opera degli ellenici.
Nota triste: purtroppo questo fedele cliente venne a mancare dopo poco tempo. Aveva la mia età.



5.Mia moglie, turno pomeridiano.
Famiglia italiana, sorridente e serena della vacanza.
Bimbo di poco più di 2 anni, con allegato pupazzetto di spiderman. E qualche altro supereroe non ben identificato perchè mia moglie non è esperta, essendo femmina e madre di due femmine (effettivamente in casa possiamo identificare qualsiasi principessina e/o cavalla parlante, ma sui rudi e virili omaccioni siamo alquanto scarsi).
La Sara, sempre disponibile a scambiare due chiacchiere con i cuccioli umani, fa i complimenti al bimbo per i suoi pupazzetti.
Il bimbo, con una sicurezza da Matteo Renzi in tenera età, guarda mia moglie e gli dice:
La mamma mi ha promesso che me ne regala un altro se faccio la cacca nel vasino”
E se ne va, impettito e fiero del suo prossimo successo: il decreto sblocca-vasino.



Certa clientela rende questo lavoro non un lavoro, ma un privilegio.




Nessun commento:

Posta un commento