In albergo capita anche questo: che alle 22.30, mezz'ora prima che arrivi il collega notturno a darmi il cambio, rientri una matura coppia britannica. Con l'espressione serena di chi si è goduto la visita culturale di Firenze, la felicità di due persone innamorate nella tradizione di Robin e Marion, la rilassatezza di chi non non se la prende per la sconfitta calcistica alla finale degli europei e, a noi italiani, ci vuole comunque bene. E la brexit è e rimane una cosa brutta brutta brutta.
Si fermano al bancone e lei, bella e splendente come il Tamigi quelle rare volte che spunta il sole a illuminare le sue acque, il Tower Bridge e la Belfast, mi dona questo bouquet di fiori.
-Per lei-
-Per... per me?-
-Si, proprio per lei-
Sono commosso e riesco solo a blaterare un semplice grazie (e lo dico in italiano, cosa che li fa sorridere di soddisfazione)
-In realtà lo avremmo regalato a chiunque avessimo trovato al banco stasera, perchè domani mattina abbiamo il volo di ritorno e non posso portarmelo dietro, tanto si sciuperebbe. Ma il fatto che ci sia proprio lei ci fa molto più piacere. Perchè è quello più simpatico-
E niente, oggi va così: mielosità a tutta forza e dei fiori che ora fanno bella mostra di sè in un vasetto sul tavolo di cucina. E mi fa pensare che il covid, più che portarsi via tante persone e i nostri stipendi appena mitigati da una leggerissima cassa integrazione, mi abbia privato soprattutto di incontrare bellissimi, meravigliosi, fantasmagorici clienti.
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