Dobbiamo ammetterlo:
le donne hanno una marcia in più.
Sono più sveglie,
capaci, calcolatrici; noi maschi non possiamo farcela. La nostra
mente è annebbiata, incapace di ragionare, risucchiata nel lato
oscuro; nel buio incatenati, bramosi di tesssssoro, cediamo alle più
bieche tentazioni.
Si, potete vederci
un doppio senso.
Anzi, dovete.
Cinese. Giovane,
vestito curato, elegante.
Uno di quelli che ce
l'ha fatta, che è arrivato; proprietario di un paio di capannoni al
macrolotto di Prato, ormai ridotta a zona industriale del Quandong; e
dentro i capannoni, l'intera popolazione del Quandong: 15 al metro
quadro. Perchè un cinese vestito elegante nel centro di Firenze la
domenica è il proprietario dei capannoni, non c'è altra
spiegazione. Perchè all'esterno del capannone i giorni scorrono
normali, mentre all'interno sono sempre le 10 di lunedì mattina:
massimo dell'impegno lavorativo. 24 ore su 24.
A scuola avevo
studiato che i cinesi avevano realizzato scoperte incredibili secoli
prima di noi occidentali: l'uso del petrolio, la polvere da sparo ed
i fuochi artificiali, la macchina per misurare i terremoti, forse
anche la briscola ed il tresette.
Ma oggi, nel duemila
passato, si sono ridotti a ritirare fuori roba che noi occidentali
non usiamo più da secoli: la servitù della gleba.
Secoli prima, in
Europa, gli uomini dipendevano dalla terra, e passavano di
proprietario quando veniva comprata la terra.
Oggi dipendono dal
capannone.
Dicevo: il cinese
ricco, il proprietario del capannone e dei servi della gleba che ci
lavorano dentro, entra nell'albergo.
Si ferma davanti al
bancone.
Mi guarda.
Io: “Buongiorno”
+ sorriso.
E' sorpreso. Non se
l'aspetta. Non è abituato agli italiani sorridenti, non li ha mai
visti, pensa che siano come gli unicorni: creature di fantasia. Per
lui gli italiani hanno l'aspetto feroce e rancoroso dei pratesi di
casa libbra (o se preferite, casa sterlina) alla vista di un cinese,
la stessa dei soldati giapponesi che entrarono a Nanchino: odio
profondo ansioso di massacro.
Poi si riprende. E'
in un albergo, ed ha davanti a sé un portiere, il cui scopo è
vendere camere a chiunque non sia vestito come uno straccione e
sborsi il soldo. E lì torna sicuro di sé: ha il vestito elegante, e
soprattutto il soldo. Ma prima la domanda topica:
“C'è camela?”
Crdetemi, io non
voglio assolutamente alimentare il mito del cinese che parla con la l
al posto della r, ma è quel che ha detto, quel che mi ha chiesto.
“C'è camela?”
Ma è ovvio che c'è,
sono qui apposta. Sparo il prezzo, un buon prezzo. Perchè è una
domenica di Febbraio, e non siamo al completo, purtroppo. Abbiamo
molte camere libere, e sono già preparato sulle tariffe da applicare
a chi passa a domandare al bancone.
Ecco, si rilassa,
quasi appare un sorriso: ha trovato il posto giusto. Estrae dalle
tasche un rotolo di banconote e le piazza sul bancone, assieme al
documento d'identità (il permesso di soggiorno), poi esce e fa un
cenno all'esterno. Come immaginavo entra lei.
Carina, giovane. Non
vestita proprio curata, anzi. Probabilmente è una delle serve della
gleba del capannone, nell'unica occasione per trasformare le 10 di
lunedì nelle 14 di domenica. Ma è sorridente. Entra e dice
buongiorno.
Io, ovviamente,
contraccambio: poi aspetto.
Mi guardano.
Io attendo.
Lui guarda il denaro
ed il documento, poi alza gli occhi verso di me. Il messaggio,
neanche tanto sublimilane, è chiaro e lampante: “Tu, onolevole
poltiere, plendele soldi e documento e dale noi chiave di camela per
day usel”.
Non posso che
rispondere in un solo modo:
“Ho bisogno di
avere anche il documento della signorina”.
Immaginate Jackie
Chan quando fa la faccetta stupita quando gli capita un fatto
inaspettato.
L'onorevole portiere
italiano seguo la legge pidessiquamente: no document, no party.
Lei: “Pelmesso di
soggiolno” ed indica il documento di lui.
Io: “Mi serve il
documento di entrambi”
Lei: “Io no
documento”
Jacki Chan lascia il
posto all'occhio della madre.
La disperazione.
Lei non ha il
documento.
E lì nostro maschio
day user, come tutti i maschi ovunque nel pianeta, di fronte alla
terribile prospettiva di andare in bianco, si fa prendere dal panico
e dall'irrazionalità.
“Ma io finile
plesto, andale via subito”
E' qui che si vede
come le donne siano meglio di noi uomini.
Perchè una donna a
queste frasi, ci arriva. Lo capisce che non è il caso di dirle. Che
non bisogna far prendere il sopravvento agli impulsi sessuali.
Quando l'ho detto a
mia moglie, lei è scoppiata a ridere: “Se devi far presto, tu ci
vai con un'altra!”
La ragazza cinese
però non scoppia a ridere. Anzi, s'incacchia parecchio. Agguanta le
banconote ed il documento e gliele sbatte addosso, urlandogli in
cinese (non lo parlo, vado ad intuito) quel che ha detto mia moglie.
Però seriamente.
Molto seriamente.
Lui replica, alzando
la voce. Mi trovo davanti un'altra scena da Jackie Chan, lui che
litiga con la protagonista femminile, con un volume di decibel appena
un pelo sotto a quello di un airbus in fase di decollo.
Ma per fortuna
escono. Chiacchierano a voce alta fuori dal portone, poi lui la
abbraccia. Lei lo respinge per un po', poi ricambia l'abbraccio. Pace
fatta. Se ne vanno.
Spero che tornino,
domenica prossima, con entrambi i documenti.
Ma soprattutto spero
che lui abbia imparato la lezione. Anche perchè, da uomo, un
pomeriggio in bianco non lo auguro a nessuno.
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