Quando cominciai il mio lavoro in
albergo, nel lontano ’97, avevo l’idea stereotipata che gli
americani fossero i clienti peggiori, o quanto meno quelli con le
idee più strane ed ignoranti per quel che concerne l’Italia.
Prendete ad esempio “Only you”, filmettino hollywoodiano del ’94,
conosciuto in Italia con il nome di “Amore a prima vista”. Non
starò a dirvi la trama: sappiate solo che le protagoniste del film
sono due tizie che arrivano a Venezia. Già alla prima scena si deve
trattenere la bocca per non vomitare: si vede il Canal Grande con
sottofondo… una musica napoletana. Come se girassimo un film a Los
Angeles e di sottofondo mettessimo Sinatra che canta “New York New
York”. Perché per certi registi e scrittori made in Usa è un po’
la stessa cosa; è Italia, stai a guardare il capello… magari la
prossima volta ne girano uno su Napoli con sottofondo “O mia bela
madunina”. Un obbrobrio sceneggiativo che però potrebbe avere un
gran pregio: far morire di crepacuore i leghisti in sala.
Effettivamente potrebbe essere una buona idea: immaginate la città
vista con il golfo e Vesuvio in fondo, o magari il maschio Angioino;
poi parte la nenia milanese e… argh! Attacco cardiaco dei
rappresentanti della lega. Da mostrare subito alla prossima adunata
di Pontida.
Ma il film non si ferma con questo
sfondone: le tizie vogliono andare a Roma ma non possono perché è
sciopero di qualsiasi mezzo di trasporto. E qui effettivamente hanno
ragione, siamo cronicamente soggetti a queste difficoltà, e me ne
rendo conto quando vi sono scioperi ed ho clienti che vanno nel
panico e non sanno come raggiungere la loro prossima destinazione del
viaggio, o magari i musei che tanto agognavano vedere da tempo sono
chiusi, o peggio ancora non possono tornare a casa perché non c’è
neanche l’aereo. Ma le tipe non si danno per vinte e noleggiano
un’auto… una vecchia fiat 500. Non il modello attuale, non quello
degli anni 80. No, sto proprio parlando di quello degli anni 50,
quella scatoletta da sardine di latta. Vi pare che un autonoleggio
moderno avrebbe un’auto del genere nel suo parco macchine? Chi mai
la prenderebbe? Al di là del fascino di guidare un’auto storica,
non la vorrebbe nessuno perché non ha le comodità delle auto
moderne, oltre a difettare di aria condizionata, servosterzo e
velocità adeguata; è già tanto se cammina. Come se io andassi
negli Usa e noleggiassi una Ford modello T. Ma tant’è, le tipe
noleggiano l’auto ed imboccano l’autostrada. E’ facile, no?
Basta andare sempre dritto, passare Bologna e Firenze e s’arriva a
Roma. Voglio dire: come fai a sbagliarti? Basta che rimani
sull’autostrada, non si deve uscire. Solo che ad un certo punto si
vede “uscita Poggibonsi”. Il che significa che sono
sull’autopalio, la Firenze-Siena. Come ca**o fai a sbagliare così?
Devi uscire allo svincolo, devi essere proprio tonto ad uscire invece
di seguire per Roma. Ma non è finita, perché sul cartello di uscita
a Poggibonsi si evince bene che continuando dritto si arriva a
Firenze… quindi vengono da Siena, e non stanno andando a sud ma a
nord. Dopodichè le tizie si ritrovano in mezzo alla campagna. Cioè:
non paghe di essere uscite dall’autostrada per Roma ed essere
finite su un’altra autostrada, sono pure uscite da lì per andare
in mezzo alla campagna, dove rimangono senza benzina. Ma lì sono
fortunate perché incontrano delle suore che gli riempiono l’auto
gratuitamente e gli regalano pure un santino. Giuro, è proprio così.
Poi non so altro perché dopo quella scena cambiai canale disgustato.
Ora, noi italiani ci ridiamo su, ma per
gli americani intelligenti è una roba abbastanza degradante. Ce ne
sono alcuni (come la mia amica Regina) che vengono qui tutti gli
anni, e conoscono a menadito ogni angolo di questa città, e molto
meglio di me che ci vivo. Sto parlando di persone che sanno che la
Venere è nella sala 10 ed il Tondo Doni nella sala 34, probabilmente
conoscono pure gli impiegati degli Uffizi, personalmente; io lì ed
all’Accademia ci sono stato una sola volta, e vivo a Firenze da 43
anni. Sono stato più volte al Kinkaku-ji di Kyoto che a vedere la
Primavera del Botticelli. Ho visto il David per 5 minuti 5.
All’Imperial War Museum di Londra passai almeno 20 minuti davanti
al Jagdpanther, in totale adorazione. La Sara era disgustata. Santa
donna che mi sopporta.
Quindi ho imparato che gli americani
non sono come gli sceneggiatori di Hollywood. Ho avuto la fortuna di
conoscere molte persone intelligenti e grandi conoscitori dello
Stivale. E’ da non credere che abbiano avuto per 8 anni un
presidente come George W. Bush (anche se, la prima volta, avevano
votato quell'altro).
Perciò mi stupisco molto quando degli
americani mi pongono domande strane.
Coppia 70enne di nazionalità
statunitense ma origine centroamericana. Arrivano al bancone per
chiedere informazioni. Mi mandano un po’ in confusione perché
parlano due lingue e non so quale usare: gli do una spiegazione in
inglese e mi rispondono in spagnolo; passo anch’io allo spagnolo e
mi riparlano in inglese; finisco che faccio un mix di spanglish che
se mi sentisse Jennifer Lopez mi salterebbe addosso qui, sul bancone.
Ok, mi rendo perfettamente conto che è altamente improbabile che JLo
venga in questo albergo, ma se proprio si deve sognare, perché non
farlo in grande stile?
Dispiego la mappa sul banco e via con
le spiegazioni: noi siamo qui, gli Uffizi, l’Accademia, il Duomo,
orari di apertura, ecc ecc. In più la locazione degli uffici della
Hertz, perché hanno prenotato un auto.
Attimi di pausa.
Dove sono gli Uffizi? Dov’è Palazzo
Pitti? Dov’è la Hertz?
Riparto con le spiegazioni.
Non la farò tanto lunga, sappiate che
per mezz’ora, oltre a ripetere dove stava l’albergo,
l’autonoleggio ed i musei, ho spiegato anche la direzione per
Siena, Assisi e Pisa. Con relativo chilometraggio ed autostrade da
prendere.
3 volte.
Quando sembra che abbiano assimilato la
notevole mole di informazioni che gli ho sciorinato, la signora parte
con la domanda topica:
Dove sta la piazza con la fontana del
film?
Non credo di aver capito bene (cioè,
ho capito benissimo, ma provo a vedere se la signora si ravvede):
domando di che piazza sta parlando (notare che non mi ha detto nessun
titolo di film, ma si capiva benissimo di quale pellicola voleva
andare a parare).
Lei insiste: massì che hai capito,
quella con la donna che va nella fontana e l’attore tuo omonimo
(rip, grande Mastroianni, come mi piacciono i clienti stranieri che
mi chiamano così. E come mi brucia ancora quando quegli italiani che
mi dissero “Ah, lei si chiama come Dell’Utri”…).
Io ed il marito correggiamo la signora
sull’esatta locazione di Fontana di Trevi, al che lei si riprende
dal torpore:
“I know is in
Rome! I’m talking about the town where they eat the ice-cream”.
No, non ci siamo. Non mi ricordo di
Mastroianni e la Ekberg che addentano un cono. Non è che sta
parlando di “Under the Tuscan sun”? Infatti è proprio quello; e
notare come il personaggio italiano del film si chiama come me, e non
poteva essere altrimenti, anche se sono moooolto più figo
dell’attore che lo interpreta.
Come sarebbe a dire che non lo sono?
Va bene, vado avanti, ma non finisce
qui.
Ok, signora, la cittadina si chiama
Cortona (in realtà è stato girato anche a Montepulciano, ma ometto
la cosa, non abbiano a chiedermi informazioni anche su quella), ed è
in direzione Assisi. Siete fortunati, quando prenderete l’auto non
dovrete fare altro che fermarvici mentre andate ad Assisi.
Ora, tralasciamo lo sfondone sulla
fontana (che non è a Firenze ma a Roma) che poi diventa una piazza
per lo struscio con cono incorporato: questi clienti che hanno (più
o meno) un percorso stabilito. Un bel giretto: Cortona, Assisi e poi
tutto dritto per Roma.
E loro: e poi dovremo andare a Siena e
San Gimignano.
Fermi, un momento.
Ripasso mentalmente ciò che mi hanno
detto.
Volete fare, tutto in un giorno, Siena,
San Gimignano, Cortona, Assisi e poi arrivare a Roma?
Mi confermano tutto e, accortisi della
mia forte perplessità, mi chiedono se c’è qualche problema. Al
che mi toccò spiegargli bene dove si trovano di preciso le 4
cittadine, e che è un po’ difficile farsele tutte in un giorno,
calcolando che l’autostrada da Firenze a Roma non ci passa
attraverso. Neanche tanto vicino. Quindi: altro quarto d’ora di
spiegazioni attente sulla vera distanza e sulle strade da percorrere.
Ma alla fine la signora se ne esce con un: “Oh, the agency told us
it is possible”.
La volontà di fargli un facepalm
davanti a loro è forte, fortissima. Resisto alla tentazione, il mio
braccio destro penzola inerte lungo il fianco.
“The agency was
totally wrong”.
Silenzio assoluto. I due si guardano
schoccati. Io, che un po’, lo ammetto, ci godo anche, butto giù il
carico da 10:
“Believe me: no way”. A meno che
non decidano di fare una sosta di 10 minuti 10 in ogni posto. Ma se
vai a visitare una cittadina non ci vuoi passare almeno un’oretta?
Specialmente dei luoghi così belli. Diamine, stiamo parlando di 4
tra i migliori borghi di questo quadrante stellare.
I due coniugi parlottano tra loro, e
cominciano a realizzare che l’agenzia ha toppato (non ci vuole
molto, se uno usa un po' di logica). Nel frattempo io mi metto a
servire altri clienti, ma ho come un tarlo che mi rode in testa. Poi
realizzo. Prendono l’auto dalla Hertz domani, ma partono tra 4
giorni.
Gli chiedo se hanno già prenotato un
garage per parcheggiare l’auto.
E qui arriva la dichiarazione suprema.
Mi dicono che metteranno l’auto nel
parcheggio gratuito.
Giuro, dissero proprio così: free
parking.
Free parking.
A Firenze.
In centro.
JLo entrerà veramente da quel portone,
mi verrà accanto e dirà: “You are mi hombre. Take me now, sobre
este desk! Take my coño!”
Raul Bova varcherà questa soglia e mi
tenderà la mano: “Volevo conoscere il quarantenne più figo di
questo settore della galassia; sono lieto di essere il numero due, ma
ora ti lascio, vedo che sei impegnato con la Lopez, tieni alto
l'onore, bravo!”
Sono eventi molto più probabili che
non il free parking a Firenze.
La signora, timidamente,
azzarda: “The agency told us there is free parking in Firenze”.
A quel punto non potevo non farlo.
Mi è venuto spontaneo, naturale.
La mano sinistra prende gli occhiali e
li posa sul banco.
La mano destra sale dal basso; scorre
lungo il mio fianco, inesorabile, e si accosta al mio viso. Le dita
si aprono e coprono per intero la mia faccia.
Un facepalm unico nelle sue dimensioni.
I due clienti mi guardano sempre più
allarmati. Hanno realizzato che l’agenzia gli ha rifilato un pacco
unico. Quelli che fanno i giochetti delle 3 carte sarebbero stati più
onesti.
Pazientemente gli spiego che nelle
città italiane, soprattutto i centri storici, il free parking è un
sogno pornografico con JLo che si realizza, è la mia squadra di
calcetto che vince la Champions perché io paro il rigore decisivo a
Cristiano Ronaldo, è il parlamento che decide all’unanimità di
dequartarsi lo stipendio, è silvio che annuncia il ritiro dalla
politica, è la juve che ci rende lo scudetto dell’82 e la ‘oppa
uefa del ’90 e chiedono pure scusa.
A quel punto mi viene spontaneo
suggerirgli la soluzione: voi ora uscite dall’albergo (che siete
davanti a ‘sto bancone da ¾ d’ora, ma siete venuti a visitare
Firenze o vedere il marce perché è figo sul serio?) ed andate
dritti alla Hertz a cambiare la prenotazione, e ritirare l’auto il
giorno della vostra partenza. Qui in città non vi serve perchè
siamo a piedi da tutti i punti più importanti, e se volete andare in
qualche città vicina tipo Pisa o Siena, ci sono treno e/o autobus.
Ad esempio lunedì (avevano di mezzo un lunedì nel loro soggiorno)
perchè i musei a Fi sono chiusi.
Con questa affermazione, li faccio
praticamente miei. Non sapevano che Uffizi ed Accademia sono chiusi
il lunedì, quindi, letteralmente, li conquisto. Sono ai miei piedi,
potrei ordinargli di praticare un sacrificio azteco sul primo tizio
che entra in albergo e lo metterebbero in atto con entusiasmo. Così
gli trovo gli orari del treno per Pisa la mattina, poi Pisa-Lucca nel
primo pomeriggio; già, perchè nel frattempo era apparsa pure Lucca,
che volevano pure vedere il fine settimana, e non mi pareva il caso
visto che erano i giorni di Lucca Games & Comics (che non
conoscevano, ovviamente) e durante il quale è più affollata delle
coste della Normandia il 6 Giugno del '44. Infine stampo gli orari
per il ritorno a Firenze nel tardo pomeriggio. Gli programmo l'intera
giornata di visite. Ci prendo letteralmente gusto e li inchiodo su
orari e piantine: mi ascoltano adoranti come le ss a Norimberga
durante il discorso del fuhrer.
Non pago, gli faccio cancellare pure
una notte a Roma: gli prenoto un albergo ad Assisi (trovo su booking
e poi chiamo per prenotargli). Così alla partenza prendono l’auto
e si fanno i loro giri per la Toscana e l’Umbria. E partiti da
Assisi gli suggerisco anche la visita a Spoleto e le cascate delle
Marmore. Od in alternativa (anche se più lunga) Orvieto. Infine gli
suggerisco un buon ristorante dalle parti dell'ufficio della Hertz;
segno tutto sulla mappa.
Mi ringraziano fino alle lacrime. Gli
ricordo (3 volte) che devono scrivermi per dirmi com’è andato il
loro giro.
Tornano la sera dopo cena, poco prima
che stacchi il turno. Hanno modificato la prenotazione Hertz,
prenderanno l'auto quando partono da Firenze, tra 4 giorni. Ma al
ristorante non ci sono stati, si sono persi.
Ma come, era la cosa più facile di
questo mondo, bastava andare sempre dritto per 200 metri lungo via
Palazzuolo e...
Lascio perdere, non voglio sprecare
altro fiato. Sono contenti di essersi risparmiati 4 giorni di spesa
per un mezzo di trasporto che non gli serviva, basta così. E poi
prima di salire in camera mi richiedono di nuovo gli orari Pisa e...
Siena.
Lucca, signora, Lucca.
Ah, era Lucca?
Ristampo gi orari, li metto
direttamente tra i preferiti, tanto li richiederanno oggi o domani.
Gli ricordo un'altra volta che devono scrivermi. Gli do un altro
bigliettino dell'albergo, ma comincio a nutrire forti dubbi.
Non li ho più sentiti.
Spero che sia perché hanno perso la
mail dell’albergo, ma non mi stupirei se fossero ancora a giro per
l’Umbria, l'altro Lazio o tutto il centro Italia....
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